I racconti del bancone. L'ennesimo pezzo di pizza da scongelare e poi stasera mi ritroverò con gli altri del branco con al massimo la prospettiva di una birretta e poi tutti a cuccia o a ululare
Dialogo presocratico sulla singolitudine (in forma di cane)
(based upon a true story ed affinato da sere di chiacchere con l'amico Fabio "Diogene"Allocca. Bau)
Stamattina — Lunedì mattina! — sono stato abbandonato da amici e collaboratori, solo, all'interno dell'Ikea di Carugate allo scopo di ricicciare le nostre scorte di ciotole e forchettine per aperitivo. Mentre mi aggiravo impaurito e disorientato per quel labirinto, una simpatica e piacente signora (ina?) probabilmente mossa a compassione dalla mia aria smarrita si è offerta di guidarmi, chiaramente (secondo me) sottintendendo un possibile futuro fatto di coccole, sicurezza e cibo caldo. Devo dire che sono stato lì lì per mollare tutto e seguirla scodinzolando felice, calcolate che sapeva di buono, un misto di patchouli e lasagne, quelle buone, quelle con su la crosticina croccante. Poi la mia natura randagia ha preso il sopravvento e mi sono allontanato alla ricerca delle ciotole nascoste. Adesso ripensandoci a pelo freddo devo dire che sono contento di me, ma davanti a quest'ennesimo pezzo di pizza che sto per scongelare e calcolando che stasera mi ritroverò con gli altri del branco con al massimo la prospettiva di una birretta e poi tutti a cuccia o a ululare da soli alla luna, mah, un filo di magone mi prende. Probabilmente dovevo nascere gatto.