Un libro con cinque racconti horror «Penso che il male sia la parte più affascinante dell’esistenza. Ma è anche quella che consente, di contrasto, di vedere con nitore i valori positivi»
“America Notte”, 5 sfumature del male d’oltreoceano, quello che immaginiamo, dalla nostra Penisola, quello che ascoltiamo e leggiamo, quello che, in fondo, non è poi così diverso dal male a Kilometro Zero ben servito da telegiornali e vita di tutti i giorni. Juri Casati, in questo volume pubblicato da DZ Edizioni, raccoglie alcuni dei suoi racconti “neri” legati dal fil rouge del made in USA e ci propone una lettura mai monotona, gotica, capace di spaziare nell’animo di chi lo ha scritto e di chi lo leggerà. In attesa di una antologia noir in salsa brianzola di cui ci anticipa una possibile trama...
Perché hai scelto gli USA per ambientare queste storie?
Quando venne chiesto al grande scrittore ed editor Carlo Fruttero perché i libri di fantascienza fossero tutti ambientati negli Stati Uniti, lui rispose: “Un extraterrestre non atterrerebbe mai a Lucca”. La battuta è diventata famosa e contiene almeno un germe di verità: ogni genere ha un suo “ambiente naturale”. L’horror – mi sembra indubitabile – ha come scena abituale gli Stati Uniti.
Va però riconosciuto che l’immaginario collettivo è un prodotto del proprio tempo. Se tornassimo infatti a leggere i testi degli albori del romanzo gotico e horror, scopriremmo che alla fine del Settecento e per gran parte dell’Ottocento, lo sfondo più utilizzato non era l’America ma era l’Europa meridionale. E poi non scordiamo che “Dracula”, il romanzo, nella sua prima stesura si svolgeva... in Siria!
Comunque, nonostante ciò, ho scelto gli Stati Uniti proprio per il motivo che ricordava Fruttero: oggi l’immaginario collettivo è più propenso ad ascoltare storie horror “made in USA”. La mia è quindi, in definitiva, una scelta legata a motivi di leggibilità.
Che rapporto hai con gli Stati Uniti?
Io sono nato nel 1975, come per tutti gli altri ragazzi della mia generazione, il mio rapporto con gli Stati Uniti è nato guardando i telefilm americani degli anni Ottanta. Attraverso lo schermo, vedevamo un paese lontano, ma anche vicino.
Lontano perché ci sembrava popolato di investigatori privati, uomini da 6 milioni di dollari, donne bioniche e “wonder donne”... ma era un paese allo stesso tempo anche vicino perché non era poi così difficile riconoscersi nella famiglia Cunningham di “Happy Days”. In definitiva, come si fa spesso notare, la guerra fredda è stata vinta anche grazie al contributo dei telefilm. Io poi, con gli anni, oltre ai telefilm, ho apprezzato anche la letteratura americana e la sua prosa così asciutta e filante. Prendete quella di “Huckleberry Finn”, per non parlare di quella del “Giovane Holden” e quella del “Buio oltre la siepe”. Ne ho studiato anche la storia e consiglio a tutti di farlo: è molto interessante, soprattutto quella immediatamente relativa anni che hanno seguito la guerra civile.
Come mai hai scelto di esplorare il "male" in questo libro?
Penso che sia la parte più affascinante dell’esistenza. Ma è anche quella che consente, di contrasto, di vedere con nitore i valori positivi.
Come hai individuato le 5 diverse situazioni? Le hai identificate a priori o sono spuntate nella tua mente man mano?
Le storie mi sono venute in mente un po’ alla volta, nel corso degli ultimi due/tre anni, e nel frattempo ho scritto altri racconti, articoli e anche un romanzo. Quando è nata questa opportunità, ho selezionato alcuni racconti che avessero la stessa ambientazione per dare un filo logico all’antologia – un po’ come fanno i cantanti quando incidono un “concept album” – perché le raccolte di racconti non “tematiche” difficilmente incontrano interesse. Certo, a meno ovviamente che uno non sia già un autore affermato, ma questo ovviamente non è il mio caso!
Se avessi dovuto scrivere 5 storie sul male in Brianza, come le avresti create?
In verità anni fa ho pubblicato un paio di racconti gotici, uno ambientato nel parco di Monza e uno nel Duomo di Monza, poi pubblicati in numeri ormai introvabili della rivista “Trantran” nel 2010 e 2011). Quindi, in teoria, non è impossibile farlo! Andrei a quel punto a cercare storie che si svolgano in luoghi un po’ isolati come certe chiesette che spuntano in mezzo al nulla o luoghi abbandonati come l’ex ospedale psichiatrico di Mombello. Per rimanere in campo “religioso”, penso anche a quanto sarebbe bello scrivere un racconto sulle edicole votive: sono così frequenti nella nostra zona ma non ci facciamo mai attenzione.
Ecco, se dovessi scrivere un racconto che si svolgesse in Brianza e che riguardasse il male, tenterei di giocarlo sul binomio religiosità/operosità. Non so, butto lì un’idea così come mi viene: un uomo percorre tutti i giorni la stessa strada per andare a lavorare passando di fianco a un’edicola votiva. Non l’ha mai guardata con interesse, anzi: non l’ha mai guardata proprio. Ma un giorno si accorge che qualcosa è cambiato: gli sembra, ma forse è solo un’impressione, che la Madonna di quel giorno non sia la stessa Madonna del giorno prima…
Cosa ami dello scrivere racconti?
La cosa che dà più soddisfazione è lasciare riposare il racconto per qualche settimana per poi riprenderlo in mano dopo che l’ho un po’ dimenticato e correggerlo. Il vero godimento è levigare il testo. Sono un artigiano, lavoro con la pialla.
Quali autori leggi e ami? Il tuo racconto preferito?
Rimango legato a Lovecraft e alla sua prosa, così evocativa. Più Lovecraft che Poe. Senz’altro anche Stephen King e Dino Buzzati mi piacciono molto. Suggerisco a tutti, però, la lettura di Montague Rhodes James, un medievalista morto nel 1936 e che oggi è un po’ dimenticato. Non ha scritto romanzi ma solo una quarantina di racconti di fantasmi. L’eleganza della sua scrittura è strabiliante e la sua influenza sul genere fantastico del 900 è stata “sotterranea” ma enorme.
Per salutarci, consigliaci anche una canzone soundtrack per ogni racconto del tuo libro
La miniera sotto la montagna Fabrizio De Andrè - Dormono sulla collina
Il reduce U2 - Stay- Faraway, so close
Un caso di vampirismo in america Simon & Garfunkel - The Sound of Silence
La campana rotta Ennio Morricone - Deborah's Theme
La cripta Banco del Mutuo Soccorso - Moby Dick