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Dall'8 al 10 dicembre la seconda edizione della rassegna di folk a ballo allo Spazio Mil di Sesto San Giovanni. Ne abbiamo parlato con il “comitivo” che l'organizza: Antonio e Rossana della RoxRecords,  Sara e Davide della Scighera e Fabio di Balabiòtt

Quando e come è nata l'idea di dare vita a FolkAmbroeus?
É un sogno che avevamo tutti e 5: la storia è andata così. A Gennaio del 2016 l'Arci Scighera (che è ormai un punto di riferimento del mondo folk milanese e non solo) è andato a fuoco e in quel momento così difficile ci siamo tutti stretti nella volontà di trovare una soluzione. Così ci siamo conosciuti. Sara e Davide sono due pilastri della Scighera, Antonio e Rossana ballano da ormai 20 anni e Fabio ha fondato 4 anni fa un gruppo di danze popolari che si chiama Balabiòtt. Poche settimane dopo aver trovato insieme come continuare la rassegna folk della Scighera, Fabio ci ha chiamato e ci ha chiesto “Ma perché non facciamo un festival insieme?”. Dopo un primo momento di incredulità, abbiamo cominciato a lavorarci e così abbiamo realizzato un sogno che non era solo nostro ma di tanti ballerini milanesi abituati a fare centinaia di chilometri per andare ad un festival. Con Folkambroeus il festival ce l'hanno in casa!

Il nome è evidentemente un riferimento a Sant'Ambrogio. Avete scelto prima la data o prima il nome? e come mai non si tiene nella bella stagione?
Abbiamo scelto prima la data. Nella bella stagione ci sono decine di meravigliosi festival sia in Italia che all'estero e a noi piace andarci, perciò ci siamo orientati verso l'inverno quando la nostalgia dell'atmosfera dei festival estivi si fa sentire. In inverno ci sono poche occasioni di ascoltare e ballare tanto in un solo weekend. Guardando il calendario abbiamo pensato al ponte dell'Immacolata perché in quei giorni è più facile prendersi dei giorni dal lavoro e poi a Milano il giorno prima, il 7 dicembre, si festeggia il patrono di Milano Sant'Ambrogio

 

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Il simbolo del festival è un risotto allo zafferano (o sbaglio?). Perché tanta milanesità?
Giusto, giusto! Infatti anche quest'anno uno dei piatti che serviremo durante la cena sarà il risotto allo zafferano. Beh, le danze popolari ci portano a viaggiare in tanti paesi e in tante tradizioni: ci piace l'idea che chi viene a Folkambroeus possa fare esperienza anche delle tradizioni di Milano per questo abbiamo anche voluto un concerto e uno stage di danze delle 4 province che è un repertorio degli appennini all'incrocio delle 4 provincie di Pavia, Alessandria, Genova, Piacenza che si stava perdendo e grazie al lavoro incessante dei due musicisti e compositori Valla e Scurati stanno avendo una nuova primavera.

Non vedo sponsor o patrocini sui vostri materiali di comunicazione. Come riuscite a fare tutto da soli?
Quest'anno abbiamo avuto sul fotofinish il patrocinio del comune di Sesto San Giovanni e questo ci permette di avere qualche costo in meno sull'utilizzo dello spazio. Avevamo comunque pensato di stare in piedi da soli, e il motivo è che siamo animati da passione ma ognuno di noi del “comitivo” (incrocio tra comitato e direttivo) ha una storia di organizzazione di eventi alle spalle e sapevamo fin da subito che se volevamo andare avanti dovevamo mettere in conto di farlo da soli. Naturalmente il festival si regge su lavoro volontario di tutti: noi 5 ci riuniamo una volta alla settimana da un anno per mettere in fila tutti gli aspetti organizzativi e poi durante il festival possiamo contare sul grande supporto di 60 volontari da tutta Italia che non vedono l'ora di lavorare e ballare per tre giorni insieme a noi!

 

 

Quante presenze avete registrato per la prima edizione e quante ne prevedete per quella di quest'anno?
Lo scorso anno abbiamo fatto ballare 200 persone. Lo spazio è talmente grande che accoglierebbe tranquillamente il doppio delle persone perciò ce ne aspettiamo almeno 400.

Folk è una definizione molto ampia. Proviamo a definire meglio il genere musicale del vostro festival.
In realtà il termine corretto sarebbe “balfolk” o “folk a ballo”, insomma, balli di derivazione tradizionale e popolare su musiche anch’esse di estrazione tradizionale. Altro termine in voga (che fa talvolta storcere un po’ il naso ai puristi) è quello di “neo-trad”, che indica un balfolk molto più contaminato da strumenti o atmosfere non tradizionali, ad esempio strumenti elettrici o non popolari, o contaminato da jazz, o magari elettronica.

 

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Qual è il nome di punta di quest'anno? quello di cui andate più fieri.
Sono tutti nomi di punta per noi, siamo fieri di averli tutti. Ognuno porta un diverso repertorio e un diverso colore al festival.

La musica popolare del Sud può vantare una gran quantità di studi e pubblicazioni, è così anche per il “vostro” folk?
Diciamo che è un folk in crescita e in via di definizione. Affonda le radici in repertori profondi e solidamente studiati dall'etnoantropologia e dalla storia delle tradizioni come per esempio i balli e i canti della Guascogna o del Poitou. Sicuramente c'è ancora molto da fare per dare un quadro organico delle tante danze presenti in Europa.

Da dove arrivano e chi sono gli spettatori-tipo?
Il pubblico è molto trasversale. Si va dallo studente universitario, al libero professionista, all'impiegato, al pensionato. C'è chi ha scoperto il balfolk per aver visto in piazza una Mazurka Klandestina o un concerto a ballo in un luogo pubblico e chi invece balla da 40 anni. Tutti sono accomunati però dalla voglia di stare insieme ballando.

 

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Esiste un circuito nazionale o internazionale di festival simili?
Si certamente, ed è per questo che abbiamo voluto farne uno anche qui in Lombardia, a Milano, dove mancava un festival di respiro internazionale. I festival come dicevamo prima sono in crescita sia per quantità che per qualità e vogliamo che Folkambroeus diventi un appuntamento fisso invernale per tutta la comunità di ballerini d'Europa. Già quest'anno un quarto dei presenti sarà straniero.

Come RoxRecords siete anche etichetta discografica. Come selezionate gli artisti da pubblicare?
Essenzialmente scegliamo i musicisti da produrre in base ad alcuni criteri, quello forse principale è che siano artisti o gruppi che propongano musica di derivazione popolare/tradizionale, ma di composizione. Non ci interessano artisti che fanno solo cover di altri o che ripropongono solo e soltanto brani tradizionali sentiti e risentiti mille volte. Insomma, tradizione sì, ma con originalità, sennò diventa folklore e balli in costume e non ci interessa.

 

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Si vendono più CD o più download?
Onestamente le vendite online rappresentano solo poche briciole, rispetto alle vendite del CD fisico che invece nella nostra nicchia tiene abbastanza.
Forse siamo poco bravi noi nel marketing online, forse il ballerino “tipo” ha un’età media che si avvicina ai 50 anni, forse il pubblico è ancora legato al CD fisico come “souvenir” del concerto o festival… o forse tutte e tre le cose insieme.

Magari mi sbaglio ma non ho visto vinili in catalogo. È roba da hipster che ai folkers (come si chiamano gli appassionati di folk?) non interessa?

Ai ballerini di balfolk probabilmente non interessa molto la rarità in vinile. Inoltre, per tirature basse come le nostre, il costo di stampa di un disco in vinile è troppo elevato, si arriva a un costo di stampa di 10-15 euro a copia, contro il CD che viaggia tra 1-2 euro. Ah, e comunque gli “appassionati di folk” si chiamano “ballerini folk” o, con più fantasia, “folkettari”.

 

Programma Folkambroeus 2017

 

Venerdì 8 Dicembre

Stages
13.00-15.15  Stage di Danze delle 4 Province (Manuela Urbinati - Roberto Rossi) - Stage di Danze del Sud Italia (Serena Artom)
15.45-18.00  Stage di Bourrée d'Auvergne (Anna De Biasio e Liana Monti ) – Stage di Organetto Diatonico (Andrea Capezzuoli)

Concerti
18.30-20.00  Lyradanz
20.00-21.00  Cena
21.00-21.30  Intermezzo con Brothan Trio
21.30-23.00  Valla e Scurati
23.00-23.30  Intermezzo con Brothan Trio
23.30-02.00  La Machine
02.00-04.00  Boeuf

 

Sabato 9 Dicembre

Stages
13.00-15.15  Stage Danze del Poitou (Isabelle Guerbigny) - Stage di Danze di coppia Impari (Gérard Godon)
15.45-18.00  Stage di Musica d'Insieme (Julien Padovani - Ciac Boum) - Stage di Canto del Poitou (Christian Pacher- Ciac Boum )

Concerti
18.00-19.30  Domo Emigrantes
19.30-20.30  Cena
20.30-21.00  Intermezzo con con Gérard Godon
21.00-22.30  Andrea Capezzuoli e Compagnia
22.30-23.00  Intermezzo con con Gérard Godon
23.00-00.30  Estremìa
00.30-01.00  Intermezzo con con Gérard Godon
01.00-03.30  Ciac Boum
03.30-05.00  Boeuf

 

Domenica 10 Dicembre

Stages
13.00-15.15  Stage di Danze della Guascogna (Cristina Zecchinelli) – Stage di Canto della Guascogna (Guillaume Lopez)

Concerti
15.30-17.30  Godon - Thezè (Parasol)
17.30-20.00  Brotto - Lopez
20.00-21.00  Cena

 

Foto di Davide Cantore

Per info: folkambroeus.itfacebook.com/folkambroeus - roxrecords.it

 

 

Gli autori di Vorrei
Antonio Cornacchia
Antonio CornacchiaWebsite: www.antoniocornacchia.com

Sono grafico e art director, curo campagne pubblicitarie e politiche, progetti grafici ed editoriali. Siti web per testate, istituzioni, aziende, enti non profit e professionisti.
Scrivo soprattutto di arti e cultura.

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