Il cielo in una stanza, uno spettacolo teatrale in cui speculazione urbanistica, boom economico e grandi temi classici abitano un condominio in macerie. Allo spettacolo della compagnia napoletana va l'asterisco di Vorrei
Il bello dei lavori della compagnia Punta Corsara sta nella loro capacità di mettere insieme argomenti impegnativi e tono godibile, spesso molto divertente. In Il cielo in una stanza — andato in scena nei giorni scorsi al Parenti di Milano — ad esempio si tirano in ballo questioni enormi come il diritto alla casa, la speculazione edilizia e le contraddizioni del boom economico, così come la contrapposizione fra razionalità e misticismo senza per questo inciampare nel racconto didascalico o peggio ancora pedante. Scritto da Emanuele Valenti — direttore della compagnia insieme a Marina Dammacco — e da Armando Pirozzi, la “commedia in bilico di Punta Corsara” (così nel sottotitolo del volumetto che l’accompagna) si muove dentro il Tafagno, il condominio collassato su stesso che nella scenografia di Tiziano Fario diventa un labirinto di scale, porte, finestre e stiponi da cui spuntano personaggi surreali, ricordi e colpi di scena. Collassato: come i sogni nati negli anni Cinquanta grazie ai soldi guadagnati all’estero dagli emigranti o con l’esplosione urbanistica (nuove case, nuovi palazzoni, nuovi quartieri e nuove intere città) e svaniti negli anni Ottanta e Novanta, lasciando macerie di cemento scadente e di moralità svendute.
Uno scenario in cui (non) si sviluppa la contrapposizione fra chi vorrebbe andare via e chi no, tutti abitanti sopravvissuti al crollo. Una contrapposizione che diventa molto più ampia e alta, trasfigurando la cronaca, il racconto in una battaglia filosofica fra razionalità, ragione, leggi e logica da una parte e spiritualità, animismo, irrazionalità (un bel po’ cialtrona) dall’altra; su entrambe aleggia lo spirito di Ceraseno, il giovane emigrato che con i soldi avuti come risarcimento per un incidente sul lavoro in Svizzera nel 1955 si era comprato l’appartamento al primo piano, morto nel crollo del 1986. Oggi egli è giudice fra le parti.
Il meccanismo drammaturgico è complesso, si va avanti e indietro fra anni Cinquanta e presente (che presente non è), dal giorno della nascita del primogenito del costruttore a quello del suo sacrificio rituale invocato dalla fazione mistica degli inquilini. Le colpe dei padri che ricadono sui figli? Certo, ma quel figlio è oggi l’avvocato che vuole salvare gli inquilini stessi dal un destino a cui non riescono o non vogliono sfuggire. In bilico (ecco) è tutto il tafagno, il condominio in macerie, fra chi vuole riscattare la propria vita sfuggendo al lamento e chi vuole vendetta perché non riconosce colpe proprie.
Detta così, sembrerebbe una roba pesante da cui stare alla larga. Invece Punta Corsara riesce molto bene a mantenere la scena viva e a far ridere di gusto. Innescando anche una gara alla ricerca del riferimento: Miracolo a Milano, Le mani sulla città, Eduardo ma pure Ettore Scola, la mitologia greca delle erinni…
Molte volte abbiamo visto simili impalcature di contenuti e riferimenti crollare (ancora?!) vittime della loro stessa pesantezza. Qui no, regge molto bene. Teatro d’arte e d’intrattenimento sanno stare insieme. Piacevolmente in bilico. Per questo gli assegniamo il nostro asterisco.
Le foto sono di Giusva Cennamo
uno spettacolo di Punta Corsara
produzione Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, 369gradi
IL CIELO IN UNA STANZA
di Armando Pirozzi e Emanuele Valenti
con
Giuseppina Cervizzi: Carmela Amedeo
Christian Giroso: Avvocato, Romolo Castellani detto il Conte
Sergio Longobardi: Alce Nero
Valeria Pollice: Agente Immobiliare, Lucia Spadaro
Emanuele Valenti: Alfredo Cafiero, Responsabile ufficio emigrazione
Gianni Vastarella: Ceraseno Amedeo, Enzuccio Spadaro, Ingegnere napoletano
Peppe Papa voce registrata de Il sotterrato
regia Emanuele Valenti
scene Tiziano Fario
costumi Daniela Salernitano
disegno luci Giuseppe Di Lorenzo
organizzazione e collaborazione artistica Marina Dammacco
assistente costumista Nunzia Russo
macchinista Walter Frediani
datore luci Giuseppe di Lorenzo
sarta Nunzia Russo
realizzazione scene Alovisi Attrezzeria – Napoli, Costumi Ro.Ca.Gi – Ercolano, Service Luci e Fonica Megaride S.A.S – Napoli, Trasporti Porcacchia – Roma, Foto di Scena Giusva Cennamo, Grafica Raffaele De Martino, Ufficio stampa Katia Prota
Coordinamento Organizzativo Alessandra Attena
Distribuzione Patrizia Natale e 369gradi
Organizzazione generale Roberta Russo