Dossier razzismo. L'uomo nero all'italiana, la generazione TQ e il tocco ironico e micidiale di Dario Brunori, splendido cantautore. L'asterisco di Vorrei se lo merita tutto
Dario Brunori è un uomo calabrese di quarant'anni che nella vita fa il cantautore e lo fa benissimo. Stranamente viene a volte associato a autori più giovani e decisamente meno interessanti che negli ultimi anni hanno avuto una certo successo di pubblico (il successo di vendite, si sa, non esiste più). Non ha la voce stridula, non scrive stronzate, è al quarto album — più una colonna sonora — ma ancora c'è chi lo considera un “giovane cantautore” e lo infila nel gruppone dei Motta, dei Calcutta e dei Cani... vabbè.
Il suo ultimo disco si chiama A casa tutto bene e raccoglie una dozzina di canzoni. Con ironia racconta la generazione TQ (trenta-quarantenni), probabilmente senza volerlo perché Brunori è (credo) troppo intelligente per pensare di fare ritratti generazionali. Fra i titoli abbiamo pensato di segnalare con l'asterisco di Vorrei L'uomo nero, canzone perfetta per il dossier dedicato al razzismo di queste settimane.
Del brano, Brunori dedica la prima parte all'Uomo nero vero e proprio, iniziando con un attacco rivelatore «Hai notato che l'uomo nero / Spesso ha un debole per i cani». Chissà perché, ma è davvero così, poveri cani. L'uomo nero è la tipica persona di destra all'italiana, quella del “Io non sono razzista, ma...”, pronta a inveire contro gli immigrati «Rubano, sporcano, puzzano e allora / Olio di ricino e manganelli» fotografata con il tocco di sarcasmo che contraddistingue la scrittura di Brunori «Di razza pura, di razza ariana / Ma poi spesso è un po' meno ortodosso / Quando si tratta di una puttana».
La seconda parte del brano, in seconda e in prima persona, è invece dedicata a chi crede di essere diverso dall'uomo nero «Tu che credevi nel progresso / E nei sorrisi di Mandela / Tu che pensavi che dopo l'inverno sarebbe arrivata una primavera / E invece no». E invece no, cari TQ, sembra dire Brunori cantando anche di e a se stesso «E io, io che pensavo / Che fosse tutto una passeggiata / Che bastasse cantare canzoni / Per dare al mondo una sistemata». Quanto è vero questa immagine? in quante passeggiate spensierate ci si rifugia per non affrontare la realtà?
Un altro passaggio fulminante immortala un'altra tipica posa della generazione del mugugno «Io che sorseggio l'ennesimo amaro / Seduto a un tavolo sui Navigli / Pensando in fondo va tutto bene / Mi basta solo non fare figli». E invece no, appunto. Perché puoi infilare cento preservativi e consumare le suole sui navigli quanto vuoi, finisce che «Ed hai notato che l'uomo nero / Semina anche nel mio cervello / Quando piuttosto che aprire la porta / La chiudo a chiave col chiavistello».
Come diceva il maestro, anche se voi vi credete assolti siete lo stesso coinvolti.
Hai notato che l'uomo nero
Spesso ha un debole per i cani
Pubblica foto coi suoi bambini
Vestito in abiti militari
Hai notato che spesso dice
Che noi siamo troppo buoni
E che a esser tolleranti poi
Si passa per coglioniHai notato che gli argomenti
Sono sempre più o meno quelli
Rubano, sporcano, puzzano e allora
Olio di ricino e manganelli
Hai notato che parla ancora
Di razza pura, di razza ariana
Ma poi spesso è un po' meno ortodosso
Quando si tratta di una puttanaE tu, tu che pensavi
Che fosse tutta acqua passata
Che questa tragica misera storia
Non si sarebbe più ripetuta
Tu che credevi nel progresso
E nei sorrisi di Mandela
Tu che pensavi che dopo l'inverno sarebbe arrivata una primavera
E invece no
E invece noHai notato che l'uomo nero spesso ha un debole per la casa
A casa nostra, a casa loro
Tutta una vita casa e lavoro
Ed è un maniaco della famiglia
Soprattutto quella cristiana
Per cui ama il prossimo tuo
Solo se carne di razza italianaEd hai notato che l'uomo nero
Semina anche nel mio cervello
Quando piuttosto che aprire la porta
La chiudo a chiave col chiavistello
Quando ho temuto per la mia vita
Seduto su un autobus di Milano
Solo perché un ragazzino arabo
Si è messo a pregare dicendo il coranoE tu, tu che pensavi
Che fosse tutta acqua passata
Che questa tragica lurida storia
Non si sarebbe più ripetuta
Tu che credevi nel progresso
E nei sorrisi di Mandela
Tu che pensavi che dopo l'inverno sarebbe arrivata la primavera
E invece no
E invece noE io, io che pensavo
Che fosse tutto una passeggiata
Che bastasse cantare canzoni
Per dare al mondo una sistemata
Io che sorseggio l'ennesimo amaro
Seduto a un tavolo sui Navigli
Pensando in fondo va tutto bene
Mi basta solo non fare figli
E invece no
E invece noE io, io che pensavo
Che fosse tutto una passeggiata
E che bastasse cantare canzoni
Per dare al mondo una sistemata
Io che sorseggio l'ennesimo amaro
seduto a un tavolo sui Navigli
Pensando in fondo va tutto bene
Mi basta solo non fare figli
E invece no
E invece no
Compositori: Dario Brunori
Testo di L'uomo nero © Warner/Chappell Music, Inc