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A Libritudine il narratore di isole,  di viaggi e di pellegrinaggi  letterari

 

Si  fanno decisamente ottimi incontri in una “città che legge”, come si definisce Lissone nei giorni di Libritudine: una festa per i lettori brianzoli e  un’occasione ricca e preziosa per chi abbia curiosità, interessi e voglia di condividere momenti di stimolante socialità. Per me la serata di domenica 2 Ottobre è stata l’occasione per riascoltare  i racconti, sempre affascinanti, di Ambrogio Borsani, narratore di isole,  di viaggi e di pellegrinaggi  letterari, che avevo conosciuto a Seregno ai tempi dell’uscita dei suoi libri forse più noti, Addio Eden e Tropico dei sogni. Titoli che evocano atmosfere e temi che appartengono all’avventura e  al viaggio, a quella ricerca romantica di un mondo lontano e intatto che è stato un mito da inseguire fino all’altro capo del mondo per molte “grandi anime alla deriva”: artisti, narratori, poeti, da Melville a Gauguin, da Conrad a Baudelaire, da Jack London a Jacques Brel.

copIl titolo presentato quest’anno, Avventure di piccole terre, sempre per i tipi di Neri Pozza, sembra collocare in una dimensione in qualche modo nuova il fascino delle isole. Ambrogio Borsani, come ha ricordato Fulvio Panzeri nel condurre questa presentazione, è anche un appassionato bibliofilo e ricercatore, conosce anche le pubblicazioni più rare e i modi per reperirle. Anche i  suoi viaggi sulle orme degli scrittori più amati, quelli che lo hanno condotto nelle isole Marchesi, a Samoa, alle Mauritius, nei luoghi remoti e misteriosi dove erano vissuti i “suoi” autori, sono sempre stati preceduti da un’approfondita ricerca bibliografica sulle loro vite e vicissitudini. Questa volta,  tuttavia, è come se avesse seguito un percorso inverso: ha accolto la richiesta della rivista Pagina 99 di occuparsi, lui così esperto di isole esotiche, anche delle isole italiane, e poi la proposta del suo editore di un libro su questo tema, ed ha iniziato così un viaggio non più verso i luoghi, ma dentro  le storie segrete e mai raccontate che vi si sono svolte, dentro le pagine non sempre note degli autori che a loro volta li hanno visitati, amati e ricordati per le più varie ragioni e nelle più curiose circostanze.

Questa volta “sono state le isole a portare delle storie”, e il viaggio  è stato un viaggio di scoperta tra libri e documenti, un’esplorazione che ha permesso all’autore di scovare non solo vicende oscure e dimenticate, episodi sepolti in un passato nebuloso o volutamente tenuto sotto silenzio, casi bizzarri e curiosi, ma anche isole piccolissime e appartate, che ben pochi conoscono, anche se sorgono nelle  acque, marine o lacustri, e perfino fluviali, del nostro paese: cinquantuno tra le duecento isole italiane, scelte per lo più fra le meno famose, perché, dice l’Autore citando , “ubi minor, maior cessat”.

Se pensiamo che questa sia stata per lo scrittore-bibliofilo-viaggiatore una avventura meno emozionante e affascinante di quelle esotiche, Borsani ci smentisce subito. Lui che è stato nella valle ancora selvaggia di Nuku Hiva, dove Melville, fuggito dalla baleniera su cui si era imbarcato, era stato fatto prigioniero dai cannibali, lui che ha scritto sdraiato sotto un albero di frangipani coi piedi sulla lapide della tomba di Gaugin, nelle isole Marchesi, lui che dopo un lungo e faticoso percorso nei boschi si è dissetato con le papaye dell’albero che ombreggia la tomba di Stevenson a Samoa, assicura che davvero: scoprire che Choderlos de Laclos, l’autore de Le relazioni pericolose, per lui il più grande scrittore del Settecento, è morto nell’isoletta di San Paolo, nel golfo di Taranto, è stata un’emozione altrettanto esaltante! Anche molti tarantini ignorano tutto sulla loro isoletta, omonima di quella che sorge sul lago d’Iseo, attorno alla quale Christo ha costruito la sua passerella fluttuante e sulla quale nel Seicento accadevano truci stragi di frati, tutte da indagare!

116 piatto tropico dei sogniL’emozione della ricerca, dice Borsani,  è diversa, ma non meno intensa di quella che può dare  il pellegrinaggio verso i luoghi e i paesaggi degli autori più amati. È l’esaltazione della scoperta, legata comunque alle figure più rappresentative del proprio immaginario culturale. Ben pochi conoscono la strana e triste avventura da generale napoleonico che ha portato de Laclos a morire di febbri per una inutile impresa militare di fronte a Taranto: le sue lettere non sono mai state tradotte, ma Borsani le ha trovate intere in rete, e ne ha potuto perciò ricostruire la vicenda.

Della scoperta del metano da parte di Alessandro Volta sull’isolino di  Partègora, sul lago Maggiore, una “piccola terra” lunga 90 metri,  qualche generica notizia circola in rete, ma naturalmente Borsani è riuscito a saperne di più andando a scovare il racconto di prima mano fatto dallo stesso Volta nel libretto “Lettere sull’aria infiammabile”. Dove narra come, ospite sul lago della nobildonna Alessandra Ciceri, avesse notato fra i canneti dell’isolotto strani gorgoglii, che lo avevano spinto a imbottigliare quell’acqua, rivelatasi infine  densa di vapori infiammabili.

Panzeri osserva quanto libera sia la struttura di questo percorso fra le isole e le storie, o, come lui dice, i microromanzi che vi si svolgono: impossibile, infatti, per l’Autore, seguire un ordine esteriore o legato alla topografia. Nulla di più lontano da un baedeker  è questo suo libro, in cui gli accostamenti sono liberamente motivati e privilegiano il meno noto o il più romantico: è il caso dell’isola di San Giovanni sul lago Maggiore, preferita alle più famose tra le isole Borromee, perché lì Umberto Boccioni visse il suo ultimo grande amore con la principessa Vittoria Colonna di Teano, prima di andare a morire al fronte; oppure dell’isola dei Pescatori, dove soggiornò tre volte Marguérite Yourcenar a conclusione della buffa vicenda di un amico dell’Autore che, avendo inutilmente seguito a Minneapolis una ragazza americana incontrata sul lago d’estate, si convince a sfruttare l’occasione per  andare a trovare a Mount Desert Island, ai confini col Canada, la grande scrittrice. La trova tutta imbaccuccata in quel luogo inospitale dove, già settantenne, abitava con una sua compagna, ed evidentemente la induce a soggiornare di tanto in tanto un’isola più ridente in Italia!

Storie piccanti come quella  legata all’isola dei Cipressi del lago di Pusiano e  raccontata nel Diario di un viaggio in Brianza di Stendhal: un  libro che non era stato scritto per essere pubblicato, e che perciò rivela particolari osè di quello che Borsani  definisce turismo sessuale tra i canneti briantei, particolari che solo l’edizione   dei Quaderni delle Brianze, a differenza di quella di Einaudi,  pubblica senza censura.

Isole, personaggi, storie.  Storie bizzarre di scrittori stravaganti come Samuel Butler che si innamorano tanto della Sicilia da collocarvi i luoghi e la vera origine dell’Odissea, scrivendo, da profondo grecista e traduttore dei poemi omerici qual era, un libro dal significativo titolo  L’autrice dell’Odissea, pubblicato negli anni sessanta da un editore siciliano. Così Marettimo, la più lontana delle isole Egadi, diventa per lui la vera Itaca.

Storie malinconiche come quella ambientata ad Ischia che Truman Capote racconta nella raccolta I cani abbaiano, e che  riguarda la vedova di Mussolini che viveva lì tristemente i giorni del suo esilio. O storie drammatiche, come quella del terremoto di cui, ancora ad Ischia,  rimase vittima la famiglia di Benedetto Croce, o della Grave di Papadopoli, isola di fiume, citata da Hemingway,  dove si svolse l’ultima sanguinosa battaglia sul Piave.

175 piatto Stranieri a Samoa“Le isole sono come navi sempre all’ancora.  Mettere piede su un’isola è come salire su una passerella d’imbarco: si è presi dallo stesso senso di magica sospensione, sembra che nulla di brutto e di volgare possa accadervi”. È questa la magia delle isole secondo Truman Capote, come ricorda Fulvio Panzeri. Per Borsani, nato  ben lontano dal mare, le isole erano il mondo sognato di cui gli scrittori a lui più cari parlavano nei loro romanzi accendendo in lui il desiderio del viaggio. Inoltre, il fascino che giocano le isole sta nella possibilità di conoscerle per intero, di poterne possedere tutta la storia, tutto ciò che vi è da sapere: piccole terre per viaggi meravigliosi.

Gli autori di Vorrei
Carmela Tandurella
Carmela Tandurella

Se scrivere è “scegliere quanto di più caro c'è nel nostro animo”, ecco perchè scrivo prevalentemente di letteratura. Storia, filosofia, psicologia, antropologia, tutte le discipline che dovrebbero farci comprendere qualcosa in più della nostra umanità, mi sono altrettanto care, ma gli studi classici, la laurea in filosofia, anni di insegnamento e una vita di letture appassionate mi hanno convinto che è nelle pagine degli scrittori che essa si riflette meglio. Il bisogno di condividere quello che ho letto e appreso, che prima riversavo nell'insegnamento, mi ha spinto ad impegnarmi prima con ArciLettore, poi, dal 2013, con Vorrei, del cui direttivo faccio parte. Da qualche anno sono impegnata anche nella collaborazione alle pubblicazioni e alle iniziative del Comitato Antifascista di Seregno e del Circolo Culturale Seregn de la memoria, di cui sono attualmente vicepresidente.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.