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Gianpiero Bocca, responsabile del progetto strategico Distretto culturale di Monza e Brianza, ci parla dell'edizione 2016. Alle tre province di Monza, Como e Lecco si aggiungono altri tre comuni del Milanese. 

 

 Sul tema dell'imminente evento di Ville Aperte abbiamo intervistato Gianpiero Bocca, il responsabile del progetto strategico del Distretto culturale Monza e Brianza e della gestione delle attività di promozione culturale. Con lui abbiamo conversato sul livello di maturità raggiunto dall'evento, ormai arrivato al XIV° anno, delle iniziative collaterali, della gestione e delle iniziative previste.

Gianpiero Bocca, come nasce la manifestazione Ville Aperte?
Nasce 14 ani fa da un'intuizione del Comune di Vimercate che ebbe l'idea di puntare sulla valorizzazione dei beni culturali presenti nella città. A Vimercate ce ne sono tanti. Nelle due successive edizione, nel 2003 e 2004, il comune estende la partecipazione ad altri comuni del territorio. Così, da questa prima iniziativa di valorizzazione di un territorio, prende vita l'embrione della manifestazione, che poi diverrà Ville Aperte.

Quando assume una valenza provinciale?
Avviene con la nascita dell'assessorato delegato alla Provincia di Monza e Brianza, quando questa ancora non esiste ed è inserita nel contesto della provincia di Milano. Gigi Ponti, l'assessore delegato all'attuazione della provincia, si fa carico di perseguire numerosi progetti, anche di carattere culturale, che successivamente sono estesi nell'ambito della nuova provincia, creando una sorta di economia di scala. L'idea è di potenziare l'efficacia dell'identità territoriale, peraltro già abbastanza definita. È il primo progetto realizzato dal settore cultura della provincia. Dal 2007 l'iniziativa si estende prima a 50 e poi a 55 comuni di Monza e Brianza.

Quest'anno le province sono quattro: si sono aggiunte le province di Milano, Como e Lecco

Nell'edizione di quest'anno sono presenti altre province.
Quest'anno le province sono quattro: si sono aggiunte le province di Milano, Como e Lecco. Di fatto l'iniziativa ha raggiunto un livello regionale.

Chi organizza la manifestazione?
Alla Provincia di Monza e Brianza, e al mio ufficio in particolare, è affidato il compito di coordinamento e dell'attività di unificazione del format.

Di che format si tratta?
È un format ben definito: si apre alla fruizione il patrimonio disponibile.

Le ville di delizia?
Questa è la nostra immagine che abbiamo dato ai beni di residenza nobiliare del territorio. Perché le ville sono state costruite proprio per questo motivo e sono una caratteristica peculiare della Brianza: erano i luoghi di villeggiatura della nobiltà milanese e non solo.

 

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Villa reale di Monza - particolare della Rotonda dell'Appiani

 

Ville Aperte è riferito a queste?
Il nostro asset principale di valorizzazione si basa sulle ville più importanti, partendo dalla Villa Reale di Monza: ricordo, che è stata da subito una delle più visitate, anche quando era ancora chiusa. Com'è noto dieci anni fa erano disponibili per la visite solo alcune sale della Villa Reale: dovevano ancora iniziare i lavori di restauro del piano nobile, grazie all'intervento della Soprintendenza e del Ministero dei Beni Culturali e delle altre parti finanziate dal concessionario.

Sono entrate nell'evento chiese, conventi e abazie, antiche rocche, parchi e giardini all’italiana e all’inglese

Il format si è poi esteso ad altri beni culturali?
Sono entrate nell'evento chiese, conventi e abazie, antiche rocche, parchi e giardini all’italiana e all’inglese. Anche i musei: hanno assunto un interesse non solo come contenuto, ma anche come contenitore. Come dicevo prima si tratta di un format preciso: è una visita guidata a pagamento, laddove questa è fattibile. Perché, per nostra fortuna, esistono solo poche situazioni, dove non c'è la fattibilità organizzativa di gestire flussi di visitatori con un sistema di accompagnamento tramite guida. Per esempio è il caso di alcune chiese. Qui è soltanto garantito l'accesso libero del visitatore, che può apprezzare la bellezza del bene.

I comuni come reagisco, sono stimolati e attivi nella manifestazione?
Ogni anno incrementiamo il numero dei comuni che aderiscono. Nel corso del tempo la proposta si è consolidata: oggi Ville Aperte è un format atteso. Non solo dai cittadini, ma anche dai comuni: con l'evento i comuni hanno uno strumento importante di comunicazione, soprattutto questo vale per i comuni più piccoli. Senza, non avrebbero la possibilità di valorizzare il proprio patrimonio nella dimensione che la Provincia è in grado di fornire. Questo è uno dei vantaggi dell'economia di scala: utilizzare strumenti efficaci di comunicazioni per diffondere il valore dei beni pubblici e privati, che altrimenti, singolarmente, non sarebbero in grado di sviluppare in massa critica sufficiente per attrarre attenzione. La Provincia, o meglio l'Area Vasta, è l'ente tecnicamente capofila in grado di garantire la capacità organizzativa adeguata.

 

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Villa Greppi  - Monticello Brianza - foto di Pino Timpani

 

Noi svolgiamo un ruolo di accompagnamento e di consulenza

Chi sceglie i beni da proporre alle visite?
Noi svolgiamo un ruolo di accompagnamento e di consulenza. Perché, soprattutto per coloro che aderiscono per la prima volta, permane il dubbio se un determinato bene abbia o meno una valenza tale da essere inserito nell'evento. Per questo interagiamo nel ruolo di consulenti con gli amministratori e i funzionari della cultura. Laddove la gestione delle attività culturali è affidata a un sistema di convenzioni, forniamo consulenza anche alle associazioni o alle proloco o alle guide e ad altri sorgetti culturali che hanno il compito di valorizzare i beni. Forniamo consulenza anche nella modalità di formazione delle guide, che poi debbono essere all'altezza di rendere qualitativamente elevato, o quantomeno adeguato, il servizio di accompagnamento del pubblico alla fruizione cognitiva dei beni.

La vostra organizzazione è in grado di rendere l'evento ancora più efficace nel futuro?
Oggi è in grado di farlo. Ovviamente quello che si potrà fare in futuro non dipende né da me e né da quella che sarà la disponibilità del personale di questo ente. Ville Aperte è un patrimonio di tutti. Per primo è patrimonio dell'Assemblea dei Sindaci che gestiscono insieme il territorio. È anche di sindaci che sono al di fuori del territorio di Monza e Brianza, come quelli della Provincia di Lecco: quest'anno ha aderito con 33 comuni. Ma anche degli altri cinque comuni della provincia di Como, che non avevano mai aderito finora: Erba, Ponte Lambro, Inverigo, Anzano al Parco e Mariano Comense. Un'adesione significativa.

 

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Villa Gallarati Scotti - Oreno

 

Ci sono delle manifestazioni particolari e di rilievo rispetto agli altri anni?
Il format di Ville Aperte prevede che gli aderenti, soggetti pubblici e privati - ricordo che si tratta di privati che sempre coinvolgono le amministrazioni pubbliche di appartenenza, perché è fondamentale avere il supporto anche dell'amministrazione comunale, laddove la location è privata - aderiscono con l'impegno a segnalare eventi collegati al bene culturale o comunque di carattere culturale organizzati da loro. Noi svolgiamo di concerto l'attività promozionale attraverso il portale villeaperte.it. Quindi, oltre a offrire la possibilità di prenotare on-line le visite (per inciso, è la modalità più efficace), divulghiamo tutte le informazioni disponibile per i tantissimi appuntamenti e per le attività collaterali; tra questi anche spettacoli che vengono segnalati e organizzati direttamente. Cito in particolare la presenza quest'anno dei Musei Civici di Monza che hanno organizzato una serie di visite guidate teatralizzate, anche per non vedenti e non udenti. 

Qui il programma di Ville Aperte 2016

Gli autori di Vorrei
Pino Timpani

"Scrivere non ha niente a che vedere con significare, ma con misurare territori, cartografare contrade a venire." (Gilles Deleuze & Felix Guattari: Rizoma, Mille piani - 1980)
Pur essendo nato in Calabria, fui trapiantato a Monza nel 1968 e qui brianzolato nel corso di molti anni. Sono impegnato in politica e nell'associazionismo ambientalista brianzolo, presidente dell'Associazione per i Parchi del Vimercatese e dell' Associazione Culturale Vorrei. Ho lavorato dal 1979 fino al 2014 alla Delchi di Villasanta, industria manifatturiera fondata nel 1908 e acquistata dalla multinazionale Carrier nel 1984 (Orwell qui non c'entra nulla). Nell'adolescenza, in gioventù e poi nell'età adulta, sono stato appassionato cultore della letteratura di Italo Calvino e di James Ballard.

Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.