Ho appena finito di leggere l'articolo dedicato al violinista Janos
Hasur. Tra i tanti aneddoti ricordati da Teot, ne aggiungo uno io di
cui sono stato testimone oculare: qualche anno fa Hasur doveva tenere
un concerto di musica folk in una notte di mezza estate pugliese in un
centro collinare di quella stessa regione. Concerto rigorosamente
all'aperto, tenuto conto della mitezza del clima. Il problema è che
nessuno lo aveva detto, al clima, il quale si imbirrazzì scaricando
acqua a non finire e diventando bello fresco.
Un altro artista avrebbe rimandato l'esibizione. Hasur, invece,
radunò i presenti nell'androne di una vicina e vecchia scuola
ottocentesca e, senza alcun tipo di amplificazione, lì su due piedi,
girando tra i presenti, improvvisò come se nulla fosse uno dei più bei
concerti che io abbia mai visto. Con estrema semplicità, grande
vitalità ed immensa simpatia.
Improvvisazioni
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- Di Ivan Commisso