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Il petrolio si sta esaurendo. Questo l’inquietante messaggio lanciato da Basil Gelpke e Ray Mc Cormack in un documentario di 55 minuti che ha raccolto le testimonianze dei maggiori esperti mondiali in materia, ottenendo numerosi premi internazionali.

Il film parte da una considerazione: la società attuale si basa in tutti i campi sull’uso del petrolio: dall’agricoltura all’industria, ai trasporti, alla stessa produzione di energia. Iniziato il suo sfruttamento massiccio nei primi del ‘900, questa materia prima ha ben presto soppiantato le altre fonti energetiche in quanto copiosa in natura, economica da estrarre e considerata praticamente inesauribile.

Impressionanti le immagini di Baku, città dell’Azerbaigian, sul Mar Caspio, dove un volta esistevano i più grandi giacimenti al mondo di petrolio (da soli facevano fronte alla metà del fabbisogno mondiale), oggi totalmente prosciugati e abbandonati. Non da meno numerosi pozzi in alcune località degli Stati Uniti.

Dopo i picchi mondiali di produzione raggiunti nei primi anni ’70, ci si è resi conto che quella risorsa non rinnovabile andava vistosamente calando, nonostante la costante ricerca di nuovi giacimenti e tecniche di estrazione sempre più sofisticate.

Da questa fame di petrolio gli autori fanno discendere le guerre in Medio Oriente (controllo dei pozzi), e l’accelerazione dell'esaurimento delle riserve causato anche dall’affacciarsi sullo scenario mondiale di nuove grandi potenze industriali quali l’India e la Cina.

Che fare allora? Il documentario non lascia molte speranze nel medio e breve periodo, neppure per l’uso delle fonti energetiche rinnovabili o alternative (nucleare, idrogeno, solare, eolico, ecc.) per una serie di limiti economici e fisici che vengono spiegati nel filmato.

Viene così denunciata con forza la poca attenzione oggi rivolta alla soluzione di questo scottante problema che comporterà in futuro numerose restrizioni e mutamenti anche al vivere comune.

Un preoccupante e interessante documentario, comunque da vedere, che si colloca bene nel filone di “Una scomoda verità” di Al Gore, che pure ha ottenuto riconoscimenti mondiali e un premio Nobel per la Pace, trattando il tema del surriscaldamento globale.

Premi vinti
2006
- Galway - European Premiere - Winner, Audience Award
- Tahoe/Reno - Nevada Premiere – Winner, “Best of the Fest”
- Bergen - Norwegian Premiere – Winner, Youth Doc Award
- Winner Zurich Film Prize 2006 – Best Documentary

2007
- Palm Beach - Florida Premiere – Winner, Best Doc Feature
- Mountain FF, Telluride - Telluride Premiere – Winner, Wake Up Call Award
- FICMA Environmental FF - Catalan Premiere – Winner, Golden Sun, Best Film
- DocVille FF, Leuven - Belgian Premiere – Jury Special Mention

 

Gli autori di Vorrei
Giorgio Majoli
Giorgio Majoli

Nato nel 1951 a Brescia, vive a Monza dal 1964. Dal 1980 al 2007, ha lavorato nel Settore pianificazione territoriale del Comune di Monza, del quale è stato anche dirigente. Socio di Legambiente Monza dal 1984, nel direttivo regionale nei primi anni ’90 e dal 2007, per due mandati (8 anni). Nell’esecutivo del Centro Culturale Ricerca (CCR) di Monza dal 1981. Ora pensionato, collabora come volontario, con associazioni e comitati di cittadini di Monza e della Brianza, per cercare di migliore l’ambiente in cui viviamo.Qui la scheda personale e l'elenco di tutti gli articoli.