Con una "lettera aperta a un compagno Antifascista", Gianfredo Ruggiero, presidente Excalibur, una associazione politico, culturale, ambientalista, con sede in un piccolo comune della provincia di Varese, Lonate Pozzolo, chiede pubblicamente di mettere da parte le dispute ideologiche e unirsi contro il berlusconismo.
Questo tipo di uscite non sono nuove nel panorama dell’associazionismo del basso varesotto e del comasco, dove da tempo si sono formate nel territorio associazioni ibride, post-leghiste o post-fasciste, sulla spinta dell’allarmante e sistematica cementificazione del territorio.
È assai difficile oggi etichettare il fenomeno del berlusconismo, qualsiasi categoria del passato non calza minimamente. Nemmeno, volendo fare uno sforzo, si può configurare nel contesto visionario di George Orwell e il suo 1984. Recentemente Michele Serra ha detto senza mezzi termini che Berlusconi è soltanto uno sciocco, un uomo di scarsa cultura. Molti altri commentatori pensano che in realtà esso incarni l’italiano medio, che - per luogo comune - in Europa è considerato di scarsa cultura. Forse ci sono abbastanza elementi per far lavorare per anni antropologi e sociologi, tuttavia non può essere cancellata di soppiatto la responsabilità storica che hanno avuto il fascismo e il nazismo con decine di milioni di morti e incalcolabili distruzioni continentali. È anche noto che l’antagonismo principale del fascismo è la democrazia, ovvero un sistema di regole basato sulla scelta della maggioranza, attraverso istituti e meccanismi di rappresentanza.
Dal 1980 in poi, cioè dall’inizio dell’era della guerra come volano per il sistema produttivo occidentale, gli Usa si sono alimentati senza sosta di ogni focolaio di guerra, addirittura sono arrivati a inventarne alcuni. Oggi rimangono caparbiamente avvinghiati all’Afghanistan, territorio in cui iniziò la lunga guerra il 1° gennaio 1980, con l’invasione delle truppe ex Urss. Sembrerebbe che la nuova amministrazione Obama vorrebbe imprimere una svolta alle ormai arruginite politiche americane; la fine della guerra, così come l’abbiamo vista, perfettamente integrata al processo produttivo è il vero banco di prova. Fine della guerra e inizio della politica? L’ideologia del capitalismo è strettamente connessa alla guerra, persino le ideologie antagoniste del XX° secolo, fascismo e comunismo sono state sue filiazioni. Non è azzardato pensare a una continuazione imperterrita del sistema dominante sotto le mentite spoglie della politica, così come ipotizzato in Millepiani dalla coppia Deleuze-Guattari in cui venne operato un clamoroso capovolgimento della formula di Clausewitz: la politica come “prosecuzione della guerra” Ribaltamento della formula di Clausewitz: concetto di “nemico qualunque”.
Nei devastati territori dei Nonluoghi cominciano a maturare nuove consapevolezze; forse diventa sempre più evidente che il capitalismo è il mostro più distruttore della storia. Il destino del pianeta Terra comincia a preoccupare sempre di più. E non sarà dall’ideologia del capitalismo e della merce che verrà la soluzione.