Una nuova legge regionale: vietate le consumazioni sui marciapiedi dei locali, anche per i gelati
Da corriere.it
La Lombardia e la legge anti-kebab
Anche per gelati e panini vietate le consumazioni sui marciapiedi dei locali
MILANO — Giro di vite in Lombardia per take-away, kebaberie, ma anche gelaterie, pizzerie d'asporto, rosticcerie e piadinerie. Saracinesce giù tassativamente non oltre l'una del mattino. Posate e bicchieri usa e getta. Vietato consumare sui marciapiedi fuori dai locali. Pena sanzioni fino a 3 mila euro. Era nata dietro la spinta della Lega, per arginare il «fenomeno kebab», i locali arabi aperti giorno e notte, a centinaia solo nei capoluoghi. E per combattere «gli assembramenti» sui marciapiedi, fuori dai ritrovi etnici. Ma sei mesi di revisioni hanno trasformato il progetto di legge «anti-kebab», per ammissione degli stessi esponenti della Lega, in un provvedimento punitivo per tutti gli artigiani del fast food. Oltre seimila in Lombardia.
La leggina, varata ieri dal Consiglio regionale, in soli sei articoli mette fine «all'anarchia del take-away». Impone limiti contro l'inquinamento acustico. E orari rigidi, anche se non da coprifuoco come chiedeva una delle prime stesure del testo: «Consentita l'apertura dalle 6 del mattino alla una del giorno dopo — spiega Daniele Belotti, bergamasco e consigliere della Lega —. I kebab fino ad oggi non avevano orario». La legge pone dei limiti ai quali solo i sindaci potranno derogare. «Uno strumento in più per la sicurezza», aggiunge il capodelegazione del Carroccio in giunta, Davide Boni. Ma a far discutere è l'articolo 2-comma 2, che «vieta il consumo dei prodotti negli spazi esterni al locale». Cavillo necessario, come spiega il relatore della legge, Carlo Saffioti (Pdl), «per evitare che tali locali chiedano l'autorizzazione ad installare un dehor». Non una panchina, né sedie o ombrelloni di fortuna. Comma necessario forse, ma anche ambiguo quanto basta. «Serve ad evitare assembramenti», dicono dal fronte Lega.
«Penalizzante per tutti. Ci vietano pizza e birra — aggiungono dal centrosinistra Carlo Monguzzi dei Verdi e Ardemia Oriani del Pd —. Ve l'immaginate fuori dalla panzerotteria di Luini, dietro al Duomo, a mezzogiorno? O da Chocolat dietro alla stazione Cadorna, dove c'è la ressa in strada, inverno ed estate, di gente che gusta un cono di gelato? Ci penseranno i vigili ad allontanare gli avventori?». E mentre c'è chi si domanda a chi toccherà vigilare, esulta il vicesindaco di Milano, Riccardo De Corato che da settimane tiene il fiato sul collo alle 350 kebaberie della città con un'azione congiunta di vigili dell'Annonaria e veterinari della Asl. Operazione che ha portato, non più tardi di una settimana fa, ad individuare alla periferia Nord della metropoli un deposito abusivo di carne che riforniva da 3 anni i kebab di mezza regione.
Paola D'Amico, 22 aprile 2009
Da civati.it
Coprifuoco
Altra chicca della nuova legge della vendita di prodotti alimentari d'asporto (qui "da portar via" ci sarebbe la maggioranza, per la verità). Art. 3, comma 1: «Gli orari di apertura e chiusura al pubblico delle imprese artigiane di produzione e trasformazione alimentare che effettuano la vendita dei propri prodotti per il consumo immediato [immediatissimo] sono rimessi alla libera determinazione degli imprenditori» e fin qui va bene. Poi, però, si aggiunge: «Nel rispetto della fascia oraria compresa dale ore sei alle ore ventiquattro» («e [ovviamente] dei criteri adottati dai comuni»). Una coppetta dopo il cinema? Dipende dalla benevolenza del sindaco. Fosse per la Regione, non si potrebbe. Il Pd vota contro, a scanso di equivoci. P.S.: il passaggio incredibile, però, è il seguente: «I comuni [...] possono autorizzare, per la sola vendita, deroghe all'orario di apertura e di chiusura». «Per la sola vendita»: il gelato, poi, lo mangi con il cappuccino, la mattina dopo. Oppure, aspetti a mangiarlo finché non sei arrivato a casa. Una volta chiusa la porta, s'intende. P.S./2: se volete un parere, continuate a impugnare il gelato. Qualcuno, poi, impugnerà la legge.