Si dice che la nuova variante urbanistica al Piano di Governo del Territorio (PGT) di Monza prevederebbe una serie di “edifici a torre” posti agli ingressi delle principali vie d’accesso alla città (alle porte).
Non sappiamo se ciò sia vero. In ogni caso, riportiamo di seguito alcune considerazioni e un tentativo di nuove esegesi sull’ argomento….
Sigmund Freud, il padre della moderna psicoanalisi, li avrebbe definiti “edifici fallici”, e probabilmente non solo lui, allora, ma anche altri, oggi. Di certo, guardando sia la Swiss Re Tower di Londra (foto a sinistra) che la Torre Agbar di Barcellona (foto a destra), assai simili per fattezze, non si possono nutrire dubbi su quella interpretazione.
Se poi quegli edifici venissero collocati alle porte di una città, sempre Freud, avrebbe chiarito che “la porta” è “simbolo del genitale femminile” (in quanto accesso ad una stanza), così come riscontrabile persino nell’antica cultura ebraica. Si avrebbe in quel caso e con quella congiunzione “torre - porta”, ad un sorta di “copula di simbolismi”.
Certo buffa e provocatoria l’idea del progettista della Torre Agbar di Bacellona di farle cambiare anche di colore, con macchie, ai diversi livelli, cangianti tra il blu, il violetto e il rosso infiammato (si veda la foto). Si sentirebbe quasi la mancanza su quell’edificio di un potente spruzzo d’acqua che fuoriesca dalla sua punta e che poi coli dolcemente lungo le sue pareti oppure che, con pompate più potenti, gli schizzi arrivino direttamente sui passanti.
Considerata la sua funzione, una “variante tipologica e morfologica”, potrebbe anche essere quella che l’edificio si erga e si allunghi la mattina (quando entrano le persone) e poi si sgonfi la sera, dopo avere esaurito quella funzione, cioè dopo che si sia svuotato.
C’è solo da sperare che qualcuno lo progetti e lo realizzi, magari finanziato da qualche potente imprenditore di provata esperienza e ben introdotto in quel campo.
Resta solo un dubbio: che la città ospitante venga poi definita “una vera città del c…o”!