Il binomio cibo-liste elettorali si sta rivelando la chiave di volta delle regionali nel Lazio. Appena ieri, immediatamente dopo aver regolarmente presentato le liste dei candidati, Emma Bonino ha interrotto lo sciopero totale della fame e della sete che durava ormai da 111 ore nel tentativo di difendere la legalità della campagna elettorale. Contemporaneamente c’era qualcun altro che pensava a mangiare. Si tratta del delegato Pdl alla presentazione delle liste, tale Alfredo Milioni, che in prossimità della scadenza prevista per mezzogiorno è uscito dal Tribunale una prima volta per prendere i lucidi dei simboli che aveva dimenticato, e poi una seconda volta portando con sé le accettazioni. Tutto per un panino. “Ne ho approfittato per mangiare qualcosa e sono tornato in tutta tranquillità”, dice Milioni. Sarebbe questo il motivo che ha portato l’esclusione del Pdl a Roma e provincia.
Oggi sul suo sito ufficiale Renata Polverini scrive: «Chi pensa di fermarci in questo modo vuole solo cancellare la Democrazia facendo ricorso alla forza fisica e ai legacci della burocrazia esasperata». Capiamo che negli ambienti vicini alla candidata ci sia una certa allergia per le regole, ma sono proprio quelle regole il fondamento della Democrazia. Qualcuno dovrà spiegarle che non si tratta semplicemente di «legacci», ma di norme poste a garanzia della legalità del processo elettorale. E era proprio per questo che la Bonino digiunava, nella totale indifferenza dei suoi avversari politici. Alla luce della ricostruzione dei fatti e delle successive improbabili dichiarazioni della candidata, una cosa appare certa: se anche Milioni e la Polverini avessero fatto lo sciopero della fame, adesso avrebbero una lista in più.
Da Atlantix