Giuseppe Civati ce l'ha fatta, è stato riconfermato consigliere in Regione Lombardia. E ora si toglie un po' di macigni dalle scarpe. Ad MBNews tiene a precisare che i dirigenti del suo partito non l'hanno sostenuto preferendogli compatti il segretario provinciale Brambilla (il secondo dei due eletti), sul suo blog - oggi - ricorda a coloro che sono già partiti alla caccia del "colpevole" fra grillini e vari che probabilmente la questione è invece nel 40% di astensionisti e in vent'anni di politica il cui maggior traguardo è - appunto - l'antipolitica.
"E non è vero che la Lega sia più radicata sul territorio. Piantiamola con questo tormentone, vi prego. Il problema, direi, è l'approccio, percepito come più immediato, popolare, vicino. Il problema sono i messaggi, che si sono 'radicati' nella testa delle persone. Il problema è che si capisce che cos'è, la Lega, in tempi di cattiva politica, di scarsa rappresentanza, di reductio del dibattito politico ad unum o, comunque, a pochissimi temi: ad esempio, la famosa sicurezza. Non c'è più un discorso politico, in Italia. Non c'è un'idea comprensibile per i giovani precari, non c'è una linea chiara sulle questioni fiscali, non c'è (più) un'idea di società (soprattutto). A destra e, purtroppo, anche a sinistra. E, badate, questo tiene insieme il fattore Lega e il fattore Grillo. Inutile prendersela con altri, in queste ore. Inutile demonizzare il non voto, che andrebbe piuttosto capito (prima di rivolgerci all'Udc e al suo 5%, perché non ci rivolgiamo al 40% di chi non si è recato alle urne?). L'anti-politica l'hanno inventata e prodotta i politici: non sono tutti radicali, quelli che votano Grillo (e la Lega). Non è il 95° minuto della partita, come dice Bersani. Questa partita dura da vent'anni ed è la cifra della cosidetta Seconda (non) Repubblica. E su questo non abbiamo preso un palo, non abbiamo mai visto la porta. Non averlo capito, è un problema, esattamente come lo è la scarsa comprensione del berlusconismo: il "popolo profondo" del post qui sotto, la provincia di cui parla oggi Michele Serra e di cui parlavo ieri. Un popolo e una provincia dove il Pd è minoranza di una minoranza, perché si rivolge a una porzione microscopica di società, intorno al 10% del totale, come notava chi ha fatto le proporzioni con i dati di chi non è andato a votare. Non è colpa (solo) di Bersani, non è colpa (solo) della tv: è la politica che deve funzionare meglio. E la politica, con un presidente del Consiglio così, che si fa gli affari suoi, è affare del centrosinistra. Questo, mi pare, sia il punto. Tutto il resto è un rumore lontano, una stella cometa che esplode nel cielo. Anzi, è esplosa già".