Barriere lungo la ferrovia Milano-Chiasso a Monza? RFI tenta di cavarsela con un “contentino” Occorre un vero progetto antirumore e antivibrazioni.
Le notizie di questi giorni sull’impegno della Regione Lombardia e del Comune di Monza per affrontare i problemi legati al potenziamento della ferrovia MilanoChiasso (con particolare riferimento al ruolo di TAV merci internazionale) sono senza dubbio positive, ma sembrano lasciare spazio a soluzioni del tutto insufficienti proposte da RFI. Lo diciamo con forza, ricordando che siamo stati i primi – nell’autunno del 2013 – a sollevare questo grosso problema. La disponibilità di RFI a realizzare 600 metri di barriere acustiche lungo la ferrovia parallela a via San Gottardo e ad installare un tappeto antivibrazioni soltanto nella galleria storica sotto largo Mazzini rappresenta un passo avanti, ma è veramente un “contentino” elargito da chi ha 7 miliardi da spendere in mitigazioni. Generiche barriere antirumore non bastano: la Milano-Chiasso passa nel cuore della città, tra edifici ravvicinati che superano i 20 metri fuoriterra. Le barriere possono forse alleviare un po’ chi abita ai piani bassi, ma è poco poco. Ci vuole un sistema integrato fonoisolante, fonoassorbente e antivibrazioni, con un mix di tratti in galleria artificiale ventilata, barriere e coperture, risonatori a cavità, e con un adeguato sotto-ballast antivibrazioni su tutta la tratta urbana. Occorre per Monza un progetto qualificato dal punto di vista tecnico, ma anche dal punto di vista architettonico, per il contesto urbano nel quale si inserisce. E stiamo parlando di un intervento destinato a durare parecchi decenni. Le disponibilità economiche di RFI, Regione e Comune, sinora annunciate verbalmente, devono convogliare in uno sforzo congiunto di alto livello. Facciamo appello all’Amministrazione comunale perchè non si faccia abbagliare dalla modesta apertura di RFI, e assuma con decisione un ruolo centrale propositivo, chiedendo una soluzione di qualità nell’interesse di Monza e dei suoi cittadini.