LA COMPAGNIA ÒYES A NOVA MILANESE E MONZA CON LO SPETTACOLO VA TUTTO BENE

 

Monza, 22 febbraio. Venerdì 4 marzo la Compagnia Òyes calcherà il palco del Teatro di Nova Milanese, dopo la recente riapertura al pubblico dello spazio teatrale, con Va tutto bene, una tragicommedia sul tema dell'abbandono, declinato in diverse forme. Ma non sarà l’unico appuntamento dei giovani attori: la Compagnia, già nota al pubblico monzese e tra i protagonisti della passata stagione teatrale, porterà lo spettacolo anche sul palco del Teatro Binario 7 di Monza, sabato 5 e domenica 6 marzo.

Va tutto bene è uno spettacolo divertente che tratta, in maniera delicata, temi universali come la famiglia, la morte, l'amore, il sesso, l'amicizia. In scena cinque attori, Vanessa Korn, Dario Merlini, Alice Redini, Umberto Terruso e Fabio Zulli che, mossi da un incontenibile bisogno di amore e compagnia, si barcamenano alla disperata ricerca di contatto umano scontrandosi inevitabilmente con la grandissima paura di farsi male. La regia è firmata da Stefano Cordella, giovane attore, autore, regista, direttore artistico della stagione di prosa del Teatro di Nova Milanese, con Corrado Accordino, e insegnante presso La Scuola Delle Arti di Monza insieme a Vanessa Korn, Dario Merlini e Fabio Zulli.

LO SPETTACOLO

Al centro della vicenda c'è Attilio, figlio quasi diciottenne timido e inesperto, che deve fare i conti con l'ingombrante assenza del padre Ruggero e con la frustrante presenza della madre Annamaria, totalmente anestetizzata dalla televisione. Attilio, non avendo più punti di riferimento, si affida all'amico Edo che si pone nei suoi confronti come un vero e proprio maestro di vita guidandolo verso un discutibile viaggio alla ricerca della felicità. Solo l'arrivo della bellissima e misteriosa Lilly, venuta direttamente dal Paradise per portare notizie di Ruggero, sconvolgerà la vita di Attilio costringendolo alla resa dei conti con il padre e a mettere in discussione gli insegnamenti non proprio ortodossi dell'amico Edo.

NOTE DI REGIA

Comincia da qui, ovvero dalle conseguenze dell'abbandono, il nostro percorso alla scoperta delle anime di questa piece. Si è deciso di partire da una struttura drammaturgica di base per sviluppare un lavoro di ricerca e approfondimento, usando come principale materiale il vissuto dei componenti del gruppo. I testi, le scene e i personaggi nascono da improvvisazioni e riflessioni condivise, dalla messa in comune di spunti, letture e suggestioni da parte di tutti, come ad una cena di famiglia dove, per mangiare insieme alla stessa tavola, ognuno porta la sua specialità. Ne è venuto fuori un banchetto variegato e curioso, comico e spietato, popolato da personaggi fragili e spudorati, in equilibrio tra le parole dette e quelle che rimangono incastrate nello stomaco. E' un lavoro molto intimo e personale che punta dritto al tragicomico. Lo spettacolo non ha intenzione di veicolare verità assolute o di lanciare messaggi più o meno moralistici. Ogni personaggio affronterà l'abbandono a suo modo e ci mostrerà quelle crepe che li rendono così meravigliosamente umani, in questa danza buffa e disperata verso la ricerca della felicità.

Compagnia Òyes

RASSEGNA STAMPA

A volte nella vita capita di fare incontri inaspettati e sorprendenti; in questo caso l’incontro folgorante avviene con “Va Tutto Bene”. [...] Quando esci dal teatro ti accompagna una sensazione rara, come se i personaggi di questa storia fossero entrati all’improvviso nella tua vita e ti avessero permesso di vivere un momento di condivisione e di confronto aprendo le porte di una casa dove aspettavano solo te per iniziare a raccontare la loro storia. Cinque personaggi svelano poco alla volta ciò che avviene nella propria vita dopo un abbandono. [...] Va tutto bene è una frase che aiuta i protagonisti a tenersi a galla, a sopravvivere, quasi uno scudo per non provare quelle emozioni che potrebbe sconvolgere quella calma apparente che non ti permette di provare quella scintilla di felicità che ti rende fragilmente vivo.

Non c’è spazio per il cinismo né per la morale; qui si racconta con una delicata “leggerezza”, quella rara dote che permette non di sottrarre ma di aggiungere valore ai contenuti, ciò che avviene quando cinque persone vivono l’abbandono; ciascuno compie un percorso personale, nascondendosi e mettendosi in gioco, spaventati e coraggiosi, vigliacchi e innamorati, tutti, nonostante tutto, alla ricerca della felicità.

Tamara Malleo  - Recensito.net

Il lavoro ci pare costruito con molta accortezza, intelligenza e gusto. Sa alternare toni surreali a toni più drammatici, i personaggi sono tutti costruiti con estrema attenzione, senza mai scadere nella caricatura, e la storia regge nella sua pur semplice logica.

Il tema è l’amore, la felicità, la capacità di vivere pienamente la realtà o sottrarvisi, inseguendo speranze o sogni inverosimili.

Uno spettacolo da vedere, che fa ridere ma anche pensare. E di questi tempi…

Ugo Perugini - ilmirino.it

[…] È un testo scritto e interpretato da un gruppo di trentenni che hanno il coraggio di guardare in faccia la realtà; che osservano il paesaggio che li circonda con uno sguardo al contempo pessimistico e aperto a prospettive ottimistiche, disincantato ma disponibile ad accogliere l'incanto della vita. […] I ragazzi della Compagnia Òyes hanno tratteggiato i caratteri con precisione chirurgica, offrendo al gentile pubblico un perfezionismo d'altri tempi. Il risultato è stato imprimere un bel marchio indelebile nelle menti e nei cuori degli spettatori.

 Francesco Mattana - saltinaria.it