Situazioni di crisi settore metalmeccanico in Brianza
Monza 22 febbraio 2016
Inviamo i dati del monitoraggio curato dalla Fim Cisl Monza Brianza Lecco e relativo alle situazioni di crisi nel territorio di Monza e Brianza, riferito al periodo luglio - dicembre 2015. In tutta la Brianza in questo primo semestre sono 183 (contro le 195 del semestre precedente) le aziende industriali ed artigiane coinvolte da processi di crisi e/o difficoltà con un totale in queste realtà di 7.384 (erano 7.614) addetti occupati e 5.381(erano 5.617) addetti coinvolti dall’utilizzo di “ammortizzatori sociali”.
Nello specifico i dati, in difetto positivo (mancano alcune rilevazioni di cui la Fim Cisl non è a conoscenza), relativi al settore metalmeccanico e del territorio della Brianza vedono:
55 aziende (erano 71) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni ordinaria (CIGO) e 940 addetti coinvolti (erano 1.221)
10 aziende (erano 17) con l’utilizzo di cassa integrazione guadagni straordinaria (CIGS) e 510 addetti coinvolti (erano 863)
11 aziende (erano 12) con l’utilizzo dei contratti di solidarietà (CdS) e 2.895 addetti coinvolti (erano 2.944)
95 aziende (erano 91) con l’utilizzo di cassa integrazione in deroga con 254 addetti coinvolti (erano 257)
15 aziende (erano 4) hanno utilizzato la procedura di mobilità (licenziamenti) con 782 addetti coinvolti (erano 332).
Il dato di questa rilevazione evidenzia una diminuzione del numero di aziende (-6,15%) in misura minore dei lavoratori (-4,20%) coinvolti dall’utilizzo di ammortizzatori sociali, nella valutazione di questo dato, bisogna tener conto delle realtà che in questi anni hanno chiuso
definitivamente.
Nel secondo semestre 2015 in rapporto al precedente, vi è stata una nuova diminuzione del numero delle aziende e dei lavoratori che hanno richiesto la CIGO e anche la CIGS. L’utilizzo della cassa integrazione in deroga vede un aumento delle aziende coinvolte (+5) ostanzialmente stabili i lavoratori interessati (-3).
Stabile l’utilizzo dei contratti di solidarietà, che rimane, pur nella difficoltà e nella crisi, un aspetto positivo perché si continua a tenere le persone all’interno delle aziende. S’incrementa l’utilizzo della mobilità rispetto al semestre precedente (+11 aziende e +450 lavoratori); il forte aumento delle aziende e delle persone coinvolte in questo semestre è legato principalmente a realtà che hanno chiuso per fallimento.
Vi sono situazioni di aziende che utilizzano più di un ammortizzatore (es. CIGS e mobilità) a volte passando da uno strumento all’altro (es. dalla CIGO alla CIGS oppure dalla CIGS ai CdS, ecc.), va segnalato che per comodità di rilevazione si è inserito lo strumento utilizzato per ultimo. Fatto 100 il totale degli occupati nelle aziende prese a riferimento da questo campione, si evince che il 17% dei lavoratori è coinvolto dall’utilizzo della CIGO, il 68% dalla CIGS, CdS e CIG in deroga e infine il 15% dalla mobilità. Il 92% delle aziende interessate dall’utilizzo degli ammortizzatori sono sotto i 100 dipendenti, mentre il 71% dei lavoratori coinvolti lavora in aziende sopra i 100 dipendenti.
Sono dati che confermano il tentativo di mantenere una tenuta occupazionale dentro le aziende, nonostante le difficoltà e la durata “terribile” di questa crisi (in atto da settembre 2008) si è cercato di evitare il più possibile il ricorso della mobilità (licenziamenti collettivi) e dove è stato fatto, si è cercato di gestirlo in modo concordato e il meno traumatico possibile, non è stato ovviamente possibile farlo nelle aziende che hanno cessato l’attività o sono fallite. Con riferimento al primo semestre del 2015, vi è una diminuzione del numero di aziende coinvolte da processi di crisi (-12) e degli addetti coinvolti (-236), numeri ancora importanti di una crisi mai finita e ancora evidente.
Pur in una rilevazione parziale e in difetto, va inoltre segnalato che in molte di queste aziende si sono fatti più di un accordo per la gestione dei singoli ammortizzatori. Si rileva una diminuzione del numero di aziende che utilizza la cassa integrazione ordinaria (-16) e dei lavoratori coinvolti (-281), diminuisce anche la cassa straordinaria (-7 aziende e -353 lavoratori), la cassa in deroga vede un aumento delle aziende (+4) coinvolte e un numero stabile dei lavoratori (-3).
Per quanto riguarda i contratti di solidarietà, leggera diminuzione delle aziende coinvolte (-1) e dei lavoratori (-49), aumenta il ricorso alla mobilità con più aziende (11) e lavoratori (+450). Questa crisi ha prodotto non solo conseguenze di rallentamento dell’attività produttiva ma si è anche sovrapposta alla debolezza strutturale del nostro apparato industriale e alla mancanza di “un sistema Paese” in grado di dare risposte coese e con maggiore attenzione alle tematiche industriali e del lavoro.
Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate!
Vanno attuate strategie di sviluppo e di dotazione infrastrutturale, per rafforzare il settore manifatturiero, favorire l'accesso al credito per gli investimenti industriali e le innovazioni, e garantire la sostenibilità. E’ positiva in tal senso la costituzione dei confronti permanenti in sede regionale e nazionale sui settori dell'Ict, dell'elettronica e degli elettrodomestici, sarà inoltre importante capire come si possa sviluppare il rilancio del settore ICT nel Vimercatese su cui permangono fortissimi ritardi, va avviato velocemente il programma di agenda digitale. Va tutelata e sostenuta l’occupazione che costituisce insieme patrimonio professionale e di conoscenza per le aziende e preziosa ricchezza per il nostro territorio con l’utilizzo di strumenti alternativi ai licenziamenti e con l’attuazione di politiche attive del lavoro e di riqualificazione. Occorre quindi attivare le energie e le competenze dei sistemi locali (istituzioni, sistema formativo, imprese, sindacati), per l’analisi dei punti di criticità e l’individuazione di obiettivi e progetti di rafforzamento dei fattori di competitività, con la pianificazione dello sviluppo del territorio. Gli ammortizzatori sociali sono importanti, ma non sono la soluzione dei problemi, le lavoratrici e i lavoratori chiedono innanzitutto lavoro! Occorre difendere il sistema industriale con politiche adeguate e deve essere ridistribuito il lavoro che c’è con politiche adeguate degli orari di lavoro!
Riportiamo nello specifico la situazione del monitoraggio effettuato nelle quattro zone sindacali su cui siamo organizzati in Brianza come metalmeccanici della Fim Cisl.
Zona di Vimercate
40 aziende coinvolte con 2.996 addetti occupati e 1.775 addetti coinvolti, di cui:
8 aziende con utilizzo di CIGO e 170 addetti coinvolti
4 aziende con utilizzo di CIGS e 63 addetti coinvolti
5 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 1.022 addetti coinvolti
16 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 66 addetti coinvolti
9 aziende con utilizzo di mobilità e 454 addetti coinvolti
Zona di Desio
79 aziende coinvolte con 1.773 addetti occupati e 1.716 addetti coinvolti, di cui:
31 aziende con utilizzo di CIGO e 535 addetti coinvolti
1 aziende con utilizzo di CIGS e 18 addetti coinvolti
2 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 989 addetti coinvolti
44 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 111 addetti coinvolti
1 aziende con utilizzo di mobilità e 63 addetti coinvolti
Zona di Carate
27 aziende coinvolte con 295 addetti occupati e 239 addetti coinvolti, di cui:
11 aziende con utilizzo di CIGO e 173 addetti coinvolti
2 aziende con utilizzo di CIGS e 26 addetti coinvolti
0 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 0 addetti coinvolti
14 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 30 addetti coinvolti
1 aziende con utilizzo di mobilità e 10 addetti coinvolti
Zona di Monza
37 aziende coinvolte con 2.320 addetti occupati e 1.651 addetti coinvolti, di cui
5 aziende con utilizzo di CIGO e 62 addetti coinvolti
3 aziende con utilizzo di CIGS e 403 addetti coinvolti
4 aziende con utilizzo di CdS (contratti di solidarietà) e 884 addetti coinvolti
21 aziende con utilizzo di CIG in deroga e 47 addetti coinvolti
4 aziende con utilizzo di mobilità e 255 addetti coinvolti
Fim Cisl Monza Brianza Lecco
Gianluigi Redaelli