TESTIMONIANZA CONGIUNTA “COMPAGNI DI VIAGGIO”

I Percorsi nella memoria 2016 organizzati dal Consorzio Brianteo Villa Greppi chiudono con un evento eccezionale, unico e probabilmente irripetibile. Quattro testimoni, sopravvissuti ai lager nazisti, raccontano insieme la propria esperienza di deportazione  sabato 6 febbraio alle 16.00 presso l’Antico Granaio del Consorzio Brianteo Villa Greppi.

Vittore Bocchetta (98 anni), Ines Figini (94 anni) , Venanzio Gibillini  (92 anni), e Sultana Razon (84 anni), deportati a Flossemburg, Ravensbruck, Auschwitz Birkenau, Dachau, Bergen-Belsen si troveranno per ricordare e raccontare, anche in memoria di Italo Tibaldi, a cui sono dedicati i Percorsi 2016 che, deportato giovanissimo a Mauthausen, dopo il ritorno in Italia ha dedicato la sua vita a ricostruire le deportazioni dall’Italia ai lager nazisti riportandole nel suo libro “Compagni di Viaggio”.

Vittore Bocchetta, classe 1918, ha operato nel CLN Veronese, dal ’41 inizia a subire arresti e a trascorrere periodi di prigionia. Nonostante tutto riesce a laurearsi in Filosofia, ma nel luglio del ’44 viene arrestato nuovamente e deportato a Bolzano e poi a Flossemburg e Hersbruck. Trova la libertà riuscendo a nascondersi e fuggire durante la marcia della morte del ’45. Rientrato in Italia alla fine della guerra decide di partire e si stabilisce in Venezuela e poi a Chicago, dove ottiene il Ph.D. (Doctor of Philosophy) e dove lavora come critico d’arte e come docente di Letterature Comparate presso alcune Università. Dal ’72 si dedica completamente alla pittura e alla scultura, ricevendo importanti riconoscimenti. Alcune sue opere sono oggi esposte nei più importanti musei americani, come il Chicago Cultural Center o lo Smithsonian American Art Museum di Washington.

Venanzio Gibillini è nato in Francia nel 1924. Residente a Milano con la famiglia, lavorava al deposito locomotive di Milano-Greco. Arrestato nel luglio del 1944 con l’accusa di sabotaggio, è stato trasferito in Germania, dopo una breve detenzione nel carcere di San Vittore. Imprigionato prima nel lager di Flossenbürg e poi in quello di Kottern (sottocampo di Dachau) è riuscito a fuggire a Pfronten nel 1945, durante la “marcia della morte” durata due giorni. Da anni racconta la sua storia di deportazione ai ragazzi delle scuole.

Sultana Razon Veronesi, classe 1932 , testimone della prigionia in giovanissima età insieme all’intera famiglia viene rinchiusa prima nel campo fascista di Ferramonti di Tarsia, poi spostata al confino a Taglio di Po e infine imprigionata nel campo di Fossoli. Viene deportata  in Germania nel lager di Bergen Belsen e si salva grazie ad un’intuizione del padre.  Solo da un paio di anni ha deciso di raccontare la sua storia di deportata. Ha di recente scritto il libro autobiografico: “Il cuore, se potesse pensare”.

Ines Figini è nata il 15 luglio 1922 a Como, dove ancora risiede. Giovanissima lavoratrice alla Tintoria Comense, nel marzo 1944 si trova a difendere dei compagni di lavoro che avevano partecipato ad uno sciopero e per questo viene arrestata e deportata prima a Mauthausen, poi ad Auschwitz Birkenau ed infine a Ravensbrück. La sua liberazione avviene durante la marcia della morte nella primavera del 1945. Oggi, all’età di 92 anni, conserva la grande forza di volontà dei testimoni, una forza che la spinge a raccontare la sua storia di deportata.