Lettera aperta ai Consiglieri della Camera di commercio di Monza e Brianza, alle associazioni di categoria, alle istituzioni del territorio
Il personale della Camera di Commercio di Monza e Brianza rende noto il proprio intendimento in merito al possibile futuro di questo ente, come emerso in occasione dell’Assemblea del personale dello scorso 28/01. Nata nel 2007, la nostra Camera si è insediata in tempi rapidi, e pur potendo contare su un numero limitato di risorse umane ha assicurato l’effettività e l’efficienza delle attività nel giro di pochi mesi, laddove altre esperienze della Pubblica Amministrazione nel nostro Paese raccontano una storia ben diversa. Con il tempo siamo cresciuti, garantendo sempre più servizi e risorse al sistema imprenditoriale locale e ci siamo distinti quale punto di riferimento per le imprese, i professionisti, gli operatori economici e i portatori di interesse del territorio.
Dal 2008 ad oggi abbiamo riversato 25 milioni di Euro alle imprese del territorio per progetti di sviluppo aziendale, risorse che hanno avuto un effetto moltiplicatore e hanno attivato investimenti e occupazione sul territorio. Solo per citare alcuni numeri abbiamo formato gratuitamente 11.500 imprenditori, prestato consulenza gratuita a 4.500 aspiranti imprenditori, portato all’estero 11.000 imprese, e supportato oltre 7.000 aziende nella ricerca di bandi e finanziamenti. Contributi, formazione, internazionalizzazione, credito e innovazione, mediazione e regolazione del mercato, informazione economica, gestione dei SUAP: questo l’elenco - decisamente parziale - delle attività che questo ente è riuscito a potenziare sul territorio. Grazie alla nostra struttura amministrativa snella ed efficiente, siamo giunti ad avere un solido equilibrio finanziario, tanto che – anche con il drastico taglio del 50% del diritto annuale (lo stesso taglio che mette a rischio la sopravvivenza di molti enti) - restiamo perfettamente in grado non solo di mantenere la nostra stabilità finanziaria ma anche di continuare a riversare risorse sul territorio.
E nonostante gli interventi legislativi - alcuni già approvati, altri solo annunciati- abbiano ristretto la capacità di riversare risorse sul territorio e reso incerto il futuro nostro e delle nostre famiglie, la qualità dei servizi non è mutata, continuando ad operare nel tentativo di “fare di più con meno”. Oggi ci troviamo ad un punto fondamentale per il futuro del nostro ente e di noi lavoratori. Perché ad essere in gioco non sono solo i nostri destini professionali, quelli delle nostre famiglie, ma soprattutto quello dell’intero sistema che abbiamo contribuito a creare. Se le riforme paventate dal Governo prenderanno corpo, nei termini sinora trapelati, il nostro organico sarà oggetto di un drastico taglio del 15%, quando già le risorse umane attuali sono ben al di sotto della pianta organica prevista per il nostro ente.
Il taglio del personale arriverebbe al 25%, qualora intervenisse un qualunque accorpamento con altre Camere, che peraltro, stando alla bozza di decreto in circolazione, comporterebbe anche la soppressione delle sedi periferiche, quale verrebbe ad essere la nostra. Ed è proprio su questo punto che intendiamo richiamare la vostra attenzione. La Camera di Commercio di Monza e Brianza, infatti, è – alla stregua dei criteri indicati dalla Legge Delega - in grado di restare autonoma, potendo contare su un numero di imprese iscritte ben oltre la soglia fissata di 75.000.
Né vi sono, d’altro canto, ragioni di ordine finanziario che rendano necessario o anche solo auspicabile tale accorpamento: come detto, infatti, il nostro Ente gode di un elevato – ed invidiato - grado di stabilità economica e solidità patrimoniale. Lo dimostrano i dati sull’indice di rigidità elaborato da Unioncamere che collocano il nostro ente al terzo posto in Italia per capacità di riversare risorse sul territorio, solo dopo Bergamo e Brescia. I costi legati a noi, ovvero al personale, al nostro lavoro e le spese di funzionamento della struttura sono più leggeri rispetto a quanto succede nelle altre realtà camerali.
E allora non possiamo che chiederci, e chiedervi, quale senso ci sarebbe nel dissipare questo patrimonio di conoscenze, di professionalità e di servizio al territorio?
Dove finirebbe il sistema, la struttura che ha garantito a voi, alle vostre imprese, così come a tutti gli utenti, di fruire di questi servizi?
Come sarebbero impegnate le risorse che le imprese della Brianza versano attraverso il diritto annuo?
Quale sorte avrebbe la rappresentanza di un territorio che siamo orgogliosi di servire e che abbiamo raccontato in questi anni dando voce alle eccellenze, alle identità e alle storie della Brianza?
A chi gioverebbe la scelta di un accorpamento?
Non certo a noi, lavoratori, e questo ve lo possiamo assicurare. Ma neppure a voi imprenditori, operatori ed istituzioni del territorio, che perdereste la certezza di avere risorse, umane e economiche dedicate. E infine a nessuno di quanti – e sono molti, moltissimi - nel corso di questi anni hanno individuato nel nostro ente un punto di riferimento sul territorio. E allora, poiché siamo certi che il Vostro intento sia esclusivamente quello di difendere il bene del nostro territorio e le nostre imprese, vi chiediamo, ancora una volta: perché?
Vi sta parlando chi, ogni giorno, è a contatto con le imprese, le conosce “per nome e cognome”, le supporta nel commercio all’estero, per partecipare a una fiera, per aggiornarsi nella formazione, per partecipare a un bando d’innovazione, se devono ottenere un certificato, una visura, un bilancio, o se hanno bisogno di un punto d’ascolto nella lotta contro l’usura e l’estorsione. Lavorando - chi faccia a faccia, chi nelle retrovie - in questi otto anni abbiamo raccontato il nostro territorio: la Brianza, operosa che difficilmente si arrende, orgogliosa e ritrosa al tempo stesso, generosa e silenziosa. Nella nostra quotidianità abbiamo dato forma alle straordinarie intuizioni dei nostri organi di governo per servire al meglio il nostro territorio.
Per questo, non resteremo a guardare: nel proclamare lo stato di agitazione, dichiariamo la nostra più ferma contrarietà sia ai contenuti del decreto, così come circolati nella bozza, che a qualunque ipotesi di accorpamento del nostro ente.
Chiunque abbia a cuore gli interessi della Brianza – crediamo - non potrà che fare altrettanto.
Monza, 02 febbraio 2016
I dipendenti della Camera di commercio di Monza e Brianza