Drammatica situazione della qualità delle acque nel torrente Molgora
L’eccezionale siccità, che si protrae di fatto da inizio autunno, sta avendo effetti devastanti non solo sui grandi laghi e le Prealpi lombarde (con effetti negativi sull’agricoltura di pianura che non tarderanno a farsi sentire all’arrivo della primavera), ma anche sui corsi d’acqua “minori” come il torrente Molgora e il torrente Molgoretta. L’alveo del Molgora all’inizio del suo tratto nel Parco del Molgora (a Ronco Briantino) è da diverse settimane in totale asciutta. Le uniche acque che in questo contesto stanno alimentando il torrente sono perciò gli scarichi dei depuratori: sul Molgora quello di Osnago e di Vimercate, quello di Lomagna sulla Molgoretta. L’evidenza della devastazione è sotto gli occhi di tutti: ingenti accumuli di schiume, forti odori, morie di pesci segnalati da più parti da cittadini sia direttamente al Parco che ai suoi Comuni Consorziati.
In questa situazione il Parco e diversi Comuni consorziati, hanno da tempo evidenziato l’anomala situazione alle autorità preposte, con l’intento di focalizzare l’attenzione sulla problematica per addivenire ad una soluzione. Con pochi riscontri o per nulla celeri. La situazione si è ulteriormente aggravata nella settimana dopo l’Epifania, quando la rottura di un tubo nell’impianto di depurazione di Osnago, ha provocato per un’intera settimana lo sversamento direttamente nel Molgora (in totale asciutta) delle acque di fogna non depurate dei comuni di tutti i comuni in Provincia di Lecco posti a monte.
“Una situazione intollerabile” – ribadisce l’arch. Luigi Villa, presidente del Parco. “ I gestori dei depuratori devono rendersi conto che a valle dei loro impianti vi sono importanti ecosistemi, facilmente danneggiabili”
Il Parco, su mandato dei Comuni consorziati, sta per indire una Riunione tecnica d’emergenza a cui convocare tutte le autorità preposte. Nel frattempo ha effettuato un monitoraggio di tutti gli scarichi segnalati ufficialmente e non, in maniera da circoscrivere eventuali altri fonti inquinanti: nessun’altra possibile fonte di rilievo oltre agli scarichi dei depuratori è però risultata attiva.
Prosegue il presidente del Parco del Molgora.
“E’ necessario che gli enti gestori dei depuratori, ARPA Lombardia, ATS (Agenzie di tutela della salute, ovvero le ex ASL) di Brianza e della Città Metropolitana si riuniscano urgentemente per prendere atto della gravità della situazione e adottino opportune soluzioni perché tali evenienze non siano a ripetersi in futuro.”
“Il Molgora, fino a pochi anni fa praticamente privo di vita, era decisamente migliorato negli ultimi tempi, grazie anche ad un pluridecennale sforzo di collettamento delle condotte fognarie ai depuratori. I pesci erano tornati dopo cinquant’anni a popolare tutto il corso d’acqua con un conseguente miglioramento dell’intero ecosistema circostante e della sua biodiversità. Ne è una riprova la presenza del Martin pescatore, tornato a nidificare lungo le sponde del Molgora, anche grazie ad interventi mirati realizzati dal Parco. Il lavoro di decenni rischia però ora di essere vanificato”.
“Il Parco non intende arrestarsi nel porre all’attenzione degli enti preposti e dell’opinione pubblica la situazione dei suoi corsi d’acqua, riservandosi di valutare azioni legali qualora non si addivenisse ad una soluzione del problema”.