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LETTERA APERTA

 

Al Sindaco di Limbiate,

Al Presidente del Consiglio comunale,

Ai Sig. Dirigenti scolastici,

Ai Presidenti dei Consigli d'Istituto,

Alla Stampa locale.

 

Il 18 febbraio e il 17 marzo sono date che (purtroppo!) ai più non ricordano granché. Non esiste, in Italia, infatti, a differenza della quasi totalità degli altri Paesi, una Festa dell'Unità Nazionale.

Il 18 febbraio del 1861 a Torino si apriva nel Palazzo Carignano la prima seduta del primo Parlamento dell'Italia Unita.

Il 17 marzo di quello stesso anno, invece, fu proclamato ufficialmente il Regno d'Italia.

 

In tutta Italia, nelle grandi città come nei piccoli comuni, si stanno approntando solenni celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia. A livello nazionale è stato composto un apposito Comitato per la organizzazione delle celebrazioni centrali.

 

Rispettosamente mi rivolgo alle S. V. perché anche Limbiate faccia la sua parte con una particolare attenzione alle fasce giovanili e al mondo della scuola.

 

L'occasione della celebrazioni del 150° dovrà essere il momento in cui:

  1. si responsabilizzino maggiormente i cittadini di Limbiate e tutti coloro che, per il loro ruolo

istituzionale, hanno il compito di preservare e trasmettere i valori dell'Unità, l'osservanza

della Costituzione repubblicana e il rispetto della Resistenza che l'ha generata;

2) si rinsaldi nei cittadini tutti il senso di appartenenza alla Comunità nazionale.

 

Con l'avvicinarsi del 2011 e delle doverose celebrazioni del 150° stanno affiorando, qua e la, contraddizioni e ambiguità che evidenziano tratti di superficialità nell'analisi storica e di conseguente carente analisi politica.

Da ciò ne discende una sorta di rilettura dello stesso Risorgimento come evento politico, morale e civile che fu organizzato e diretto dai settori di quegli italiani più consapevoli e lungimiranti dell'Ottocento.

Lo stesso spirito lungimirante deve animare oggi le celebrazioni dell'Unità Nazionale consapevoli che come, a quel tempo si realizzò la possibile utopia dell'Unità d'Italia, oggi rinsaldare quel vincolo deve voler dire la realizzazione di un'altra possibile utopia: la forma federale degli Stati Uniti d'Europa.

 

Ecco perché l'occasione delle celebrazioni del centocinquantenario deve essere colta come una opportunità per arginare talune pulsioni disgregatrici in modo da farne non una occasionale ricorrenza, ma un importante momento in cui il Popolo si compatta intorno al Tricolore a all'Inno nazionale, un po' come avviene oggi, a distanza di oltre 2 secoli, il 5 luglio negli USA e il 14 luglio in Francia, tanto per fare un paio di esempi.

 

Mancano pochi mesi alle date-simbolo del 18 febbraio e del 17 marzo, ma siamo ancora in tempo perché la comunità limbiatese possa trovare un suo momento di inserimento nel più vasto panorama delle celebrazioni per sensibilizzare i nostri concittadini al senso delle comuni identità storiche e culturali.

 

Alla luce di queste mie modeste considerazioni mi permetto, anche a nome dell'A.N.P.I. che ho l'onore di presiedere, di avanzare qualche suggerimento:

  1. Il prossimo bilancio comunale preveda la stanziamento di una cifra adeguata all'alto scopo che si vuole raggiungere;

  2. Si costituisca un apposito Comitato cittadino che lavori alla organizzazione delle celebrazioni;

  3. I Consigli d'istituto, in attuazione dell'Autonomia scolastica, si coordino fra loro perché i rispettivi calendari scolastici prevedano un giorno di vacanza o comunque una giornata da dedicare a questa ricorrenza dalla forte valenza storica e pedagogica oltre che civile e culturale. Insomma, un messaggio forte da lanciare ai giovani e agli studenti.

 

 

Il sottoscritto, e l'A.N.P.I. tutta, restano a disposizione delle S.V. per ogni collaborazione si vorrà richiedere.

 

 

Prof. Rosario Traina

(Presidente sezione A.N.P.I. Limbiate)