Monza, 28 giugno 2011 – Prosegue l'attività del Comitato Provinciale di Monza e Brianza della Croce Rossa in favore dei profughi arrivati sabato scorso, 25 giugno.
“Un impegno e una 'sfida' densa di difficoltà quella che abbiamo intrapreso – spiega Mirko Damasco, Commissario del Comitato Provinciale CRI di Monza e Brianza – Ma la Croce Rossa ha promosso negli anni lo sviluppo della normativa internazionale in tema di asilo (Convenzioni di Ginevra) e agisce nel nome del principio di Umanità. Ed è in momenti di bisogno come questo, che il nostro lavoro assume una rilevanza particolare”.
“Il comitato provinciale della CRI e i comitati dislocati sul territorio si sono prontamente attivati per rispondere all'esigenza della prefettura e della provincia di garantire accoglienza a 13 rifugiati –precisa Giuliano Paterniti, Delegato Provinciale Attività di Emergenza - Comitato Provinciale di Monza e Brianza della Croce Rossa Italiana – Nell'arco di 24 ore la CRI ha così potuto organizzare e garantire il trasporto di diversi richiedenti asilo e l'accoglienza ai 13 ospitati offrendo, come di consueto, un esempio di pronta risposta alle emergenze”.
“Assicurata stabilmente l'assistenza di base ai 13 ospiti, a cui si aggiungono altri 4 cui forniamo i pasti, stiamo lavorando per far fronte alle altre necessità di natura materiale come vestiario, ma non solo; comunicazioni con il paese di origine e con i connazionali presenti in altri luoghi, accertamenti sanitari in collaborazione con ASL”.
“Ma, limitarsi alla mera assistenza di natura 'materiale' – prosegue Damasco – significherebbe infatti destinare queste persone ad una vita futura ai margini della società”.
“Riteniamo poi doveroso assicurare loro servizi di natura psico-socio-assistenziale per agevolare il superamento del trauma che hanno subito in guerra e favorire la loro integrazione sul territorio, mettendoli in condizione di sapersi esprimere e comunicare in italiano, conoscere il territorio e i servizi a cui possono accedere e poter alimentare le proprie competenze e abilità – conclude Paterniti – Del resto, già tutti i 13 hanno mostrato da subito l'interesse per la conoscenza della lingua italiana e una netta propensione ad occuparsi da subito in qualche attività anche di natura professionale, ma il loro status non sembra consentirlo al momento”.
Per garantire tutti i servizi che guardano alla persona nella suo complesso (bisogni materiali, sanitari e psico-socio-assistenziale) sono necessari molteplici risorse anche di natura specialistica, per garantire le quali sono già stati attivati i canali di comunicazione opportuni con le altre realtà e associazioni territoriali che si occupano di migranti.
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