Riceviamo dalla CGIL  di Monza e Brianza - Ufficio Comunicazione e pubblichiamo

Il presidio è allestito in concomitanza con un incontro che i lavoratori avranno in Provincia, con le Istituzioni firmatarie dell’accordo sottoscritto nel 2010.

A tutt’oggi, a quasi un anno e mezzo dalla sigla dell’accordo, i motivi di disagio e di insoddisfazione da parte dei lavoratori non sono stati ancora dissipati: i cassintegrati protestano per l’inefficacia del piano di ricollocazione.

Infatti ad oggi, dei 53 lavoratori , solo qualche unità e’ riuscito a trovare un posto di lavoro ( tempo determinato ) grazie al percorso di reinserimento messo in campo dalla Provincia di Monza e Brianza, tramite AFOL ed altri Enti accreditati .

Alla fine del maggio 2010, infatti, dopo tre settimane di protesta, con 8 operai che, accampati sul tetto della fabbrica,  contestavano l’azienda per il mancato rispetto dell'accordo stipulato, l'assemblea dei lavoratori della Carlo Colombo SpA di Agrate approvò un’intesa, firmata al ministero del Lavoro, secondo la quale 53 lavoratori avrebbero potuto contare su di un nuovo posto di lavoro o sul prepensionamento.

L’accordo siglato, innovativo nel suo genere per il coinvolgimento di tutte le parti (lavoratori, azienda, istituzioni) nelle politiche attive del lavoro, prevedeva un piano di ricollocazione dei dipendenti della “Carlo Colombo”, oltre a misure di incentivazione per la formazione professionale e la gestione degli esuberi.

Sulla risoluzione della questione Carlo Colombo, allora, intervenne anche l’assessore regionale al Lavoro, Gianni Rossoni. «Si tratta - spiegò Rossoni - di un accordo innovativo, fortemente auspicato da Regione Lombardia, teso alla ricollocazione sul lavoro delle persone, segno di una grande responsabilità sociale da parte dell'azienda e della disponibilità delle organizzazioni sindacali, su un percorso in cui le risorse del privato si integrano con risorse pubbliche, mutuando e valorizzando il modello lombardo di sviluppo del capitale umano».

I lavoratori sostengono che chi ha trovato un’occupazione  lo ha fatto contando esclusivamente sulle proprie forze, dunque rivolgendosi ad altre agenzie o esplorando soluzioni alternative al piano firmato al Ministero il 7 luglio del 2010.

«Quasi nessuno di noi lavora grazie ad Afol e agli altri enti accreditati – sostengono Beretta e Galati delegati RSU della FIOM - : è per questo motivo che minacciamo nuove forme di protesta, non possiamo andare avanti così, quel documento che doveva garantirci la ricollocazione è stato disatteso»

La Provincia ha sicuramente lavorato per la ricollocazione, pur in un momento di forte crisi , ma forse oggi è necessario dire ai lavoratori, con maggior chiarezza, che gli obiettivi non sono ancora stati raggiunti e che la situazione resta pesante.

Nel frattempo ad agosto è terminata la quota di intervento da parte dell’azienda e la cassa in deroga  finirà a dicembre, senza sapere cosa potrà succedere nel 2012. Tra i lavoratori c’è tantissima amarezza e giustificata preoccupazione.

“Bisogna chiedere a tutte le parti che hanno affrontato, nel momento di più profonda emergenza, il problema della Carlo Colombo di riprendere l’impegno, analizzando la situazione attuale e cercando di trovare ed attuare le misure possibili per completare il piano di ricollocazione, dando certezza a tutti lavoratori” sostiene Claudio Cerri, Segretario Generale della FIOM CGIL di Monza e Brianza.

Monza, 12  settembre 2011