Con la presente é mia intenzione segnalare, come militante di Sel, come aderente al comitato" Aprire al cambiamento" e come cittadino, il mio sconcerto rispetto il comunicato stampa apparso su alcuni giornali locali di settimana scorsa e riportato sul Blog di Sel Monza relativo alla distanza assunta dal Coordinatore Cittadino Alessandro Gerosa e dal Coordinatore Provinciale Renato Magni di SEL nei confronti dell'auto candidatura di Vincenzo Ascrizzi alle primarie del Centrosinistra a Monza.
Sono perplesso per i modi in cui ciò è avvenuto, in quanto, con l'atteggiamento assunto dai segretari, si evidenzia la difficoltà di far entrare il partito nelle piazze, tra la gente e la moltitudine cittadina, e si cerca la propria visibilità e gloria in un dibattito personalistico fatto per apparire e non per essere, dove la presenza di Sel viene paradossalmente annichilita dall'esigenza della segreteria di porre dei confini e dei paletti attraverso l’adozione di una posizione di distanza da una persona che, oltre ad essersi spesa per SEL, sta cercando, con il progetto "Aprire al cambiamento", di contribuire al riavvicinamento dei cittadini alla politica. Ciò mi lascia ancor più basito quando leggo che i segretari dichiarano di essere equidistanti rispetto le candidature delle primarie
Mi preoccupa seriamente la vicenda che, come evidente, si trascina nella sete di notizie dei giornali mettendo in cattiva luce sia Sel, sia il Movimento di opinione “Aprire al cambiamento” di cui Vincenzo Ascrizzi, insieme ad altri cittadini di Monza, è il primo fondatore.
Di fronte a tutto questo non posso rimanere passivo ed apatico in quanto credo moltissimo sia nella partita aperta rappresentata da SEL nello scenario politico nazionale, per la quale mi sono prodigato affinché potesse radicarsi in città ancora prima di tesserarmi, sia nel movimento "Aprire al cambiamento" che risulta nella sua dinamicità uno strumento per l’efficace realizzazione di un laboratorio di partecipazione e di scambio di idee intergenerazionale ed interculturale tra persone di estrazione sociale e culturale differente.
Sono preoccupato per la mancanza di rispetto dei rappresentanti di SEL che riguarda non solo i cittadini iscritti a SEL che sostengono Ascrizzi, ma anche nei confronti del progetto civico-politico di “Aprire al cambiamento”ed ancora di più sottolineo la mia preoccupazione per gli effetti deleteri che SEL riceve da questa vicenda a causa delle proprie contraddizioni, tutte localiste.
Quello che emerge, purtroppo, dal dibattito interno a SEL, ed in particolar modo dalla sua segreteria, è l’immagine di un partito cittadino che non riesce a darsi una propria connotazione ed un proprio carattere e che risulta essere camaleontico.
E, poiché non è in grado di darsi visibilità ed ancor meno di radicarsi, si trova in difficoltà a definire delle proposte serie e condivisibili per la città, non riesce a confrontarsi con il territorio e dunque cerca un nemico su cui scagliarsi per aprire una controversia fine a se stessa, traducendo tale approccio in un dibattito tra candidato e segreteria pur di apparire sui media.
Questo all'interno di un periodo pre-elettorale che dovrebbe rientrare in una fase di confronto democratico, basato sulla sostanza e non sulla forma, sui contenuti e non sui contenitori, tra i partiti e i soggetti politici che si riconoscono nel centro sinistra; un confronto che dovrebbe tenersi con lealtà, serenità e pacatezza, e che dovrebbe sempre essere rispettoso degli altri soggetti politici con cui si condivide la necessità di offrire una possibilità di governo di alternativa alla città. Confronto che dovrebbe contribuire al cambiamento della città e portare il centrosinistra vittorioso alle prossime amministrative. In questo scenario SEL appare chiuso nella propria invisibilità auto rappresentativa ed ha scelto, attraverso la scomunica di Ascrizzi e nel porsi con netta distanza rispetto al progetto sotteso alla sua candidatura, uno strumento per darsi visibilità, e che non trova, tra altro, altre forme comunicative e spazi organizzativi adeguati per costruire la propria rappresentanza politica sul territorio.
Personalmente ho deciso di condividere il percorso di “Aprire al cambiamento” a causa del ruolo di sudditanza politica che SEL, attraverso il suo segretario, assumeva nella partecipazione alle primarie del PD. In effetti la distanza presa dai rappresentanti di SEL, tra l'altro eletti da un ristretto gruppo di militanti, dal progetto di Ascrizzi è il segno di un partito che pare non riesca a darsi pace rispetto il proprio ruolo in città, confuso tra un modello di partito legato all'apparato ed alle scuderie, ed un partito giovane, anzi giovanissimo, neanche poi tanto snello dove pare essere scomparsa tutta una generazione intermedia ( per la dimensione del partito in termini di iscritti mi rendo conto che questa è un'analisi azzardata ). Nella vicenda non riesco a trovare ragioni politiche reali per la posizione surreale di SEL se non pregiudizi personali ed ordini di scuderia e trame occulte che tutto sommato annoiano e allontanano i cittadini dalla politica.
Credo che da parte dei rappresentanti di SEL, in un momento così delicato per il paese e per la nostra città, un maggior senso di responsabilità non possa che fare bene. Ma del resto la tornata elettorale Monzese risulta strategica anche per gli assetti politici di livello superiore. Un senso di responsabilità e di consapevolezza dell'importanza del proprio ruolo assume ancora maggior rilevanza in un contesto politico nazionale dove l'esercizio democratico delle funzioni della politica pare essersi arreso lasciandosi cavalcare dalla gestione tecnocratica del potere politico o meglio del potere economico.
Francamente l'atteggiamento di chi parla per nome e per conto dei militanti di SEL-Monza mi pare andare in direzione contraria rispetto al discorso del Segretario Nazionale Nichi Vendola tenutosi a Roma durante lo scorso mese dove lo stesso Vendola poneva al centro delle proprie parole, rispetto al ruolo politico di SEL, il pluralismo, l'apertura ai soggetti civici, il confronto con i cittadini e con l'associazionismo, con il mondo del volontariato e delineava un partito inclusivo e non esclusivo; tutto questo, con una propria caratterizzazione locale, un partito che si vuole liberare dei "miti e feticci del passato", per citare lo stesso Vendola.
Da cittadino ribadisco con orgoglio la mia adesione a SEL ed al movimento d'opinione "Aprirsi al cambiamento" e non mi provoca alcuna reazione saper se SEL Monza ed Ascrizzi raggiungono un'intesa rispetto alle distanze politiche ed alle spigolature venutasi a creare a causa dell'appoggio o meno di SEL alla sua candidatura ( la questione del candidato di bandiera è un falso problema, come lo è la questione dell'auto candidatura, perche in fondo qualcuno avrà pur chiesto al candidato se dava la propria disponibilità alla candidatura e, comunque, da un certo punto di vista, per come sono articolate le primarie sono tutte autocandidature perlomeno rispetto la formazione di un comitato elettorale ). Mi interessa affermare che il progetto "Aprire al cambiamento" fondato da Ascrizzi insieme ad altri cittadini ha una sua valenza altamente civica. Aprire al cambiamento è per me, come per altri aderenti, un progetto che vuole dimostrare, attraverso la partecipazione attiva, superando ogni forma di cinismo partitico, che una Monza diversa può esistere, una Monza che metta al centro delle proprie politiche l'integrazione, la coesione sociale, la conoscenza. Un progetto che si sta realizzando con la partecipazione di uomini e donne di estrazione culturale e sociale diversa, accomunati dalla voglia di ritrovare una speranza per una vita più serena per sé e per le future generazioni. Persone comuni, con tutti i problemi che la vita moderna e frenetica presenta, che sacrificano il proprio tempo e si rendono disponibili per realizzare un' idea di cambiamento. Un idea che dovrebbe crescere e trovare il sostegno dei partiti politici riformisti e progressisti come SEL e non essere ostacolato in quanto deve rappresentare un’occasione, un’opportunità e non il nemico da combattere solo perché considerato un problema nella ricerca del massimo consenso elettorale. “Aprire al cambiamento” non si fermerà con le elezioni perché vuole divenire nello scenario politico Monzese (come sostiene il suo fondatore) un soggetto di emancipazione civica e democratica. Un progetto che vede come elementi fondativi il rispetto e la salvaguardia dei beni comuni, il rispetto dei valori previsti nella carta costituzionale, un lavoro dignitoso e sicuro, un ambiente domestico sano, un ambiente urbano dove si possa frequentare spazi pubblici e di aggregazione respirando aria pulita, pensando ad una città ospitale accogliente attrattiva, dove le persone possano ricevere un'istruzione in ambienti accessibili aperti alla società ed al territorio e sicuri, dove si possano esprimere attraverso la comunità le proprie attitudini anche imprenditoriali e lavorative senza dover ogni volta abbassare la testa per chiedere al potente di turno, aspettando i tempi di una burocrazia inutile necessaria esclusivamente al mantenimento di posizioni di rendita, generando per chi vuole investire, ad esempio in impresa sociale etica e responsabile, più problemi che soluzioni. Il nostro è un modello di città che vuole coniugare ad esigenze di sviluppo economico e urbano, la sostenibilità delle scelte fatte e le esigenze di conservazione e di salvaguardia del territorio.
Chi cerca di strumentalizzare un progetto di così ampio respiro con battibecchi partitici non ha ancora capito che la società ed i tempi stanno cambiando e che i ritmi della città e quelli della politica sono sempre più distanti e che un progetto come il nostro vuole trovare un punto di armonia tra le modalità differenti di interpretare la domanda sociale di territorio e le politiche di governo delle trasformazioni in atto. Le società democratiche non sanno che farsene di apparati e di nomenclature e vogliono interlocutori che siano rappresentativi della normalità ed adeguati ai tempi che viviamo.
Villy Deluca –“ Aprire al Cambiamento”