L’illusione delle aperture commerciali non-stop che pagano le lavoratrici ed i lavoratori del commercio
Appare sempre più chiaro l'inganno effettuato con la liberalizzazione degli orari commerciali attraverso decreto, ai danni delle lavoratrici e lavoratori del settore.
Tanta mistificazione per sostenere che questa operazione aumenterà i consumi ma.....sappiamo che questo non è vero ...oggi è la mancanza di reddito dei consumatori a sancire la crisi dei consumi e non la carenza del servizio distributivo.
Forse per rilanciare i consumi sarebbe necessario non impoverire ulteriormente i pensionati i lavoratori del nostro Paese invece di prevedere l'apertura continua dei negozi.
Tanta mistificazione per sostenere che ci sarà l'aumento dell'occupazione...ma questo vuol dire non considerare quello che avvenuto negli ultimi anni nel settore.
Infatti le aperture domenicali e festive hanno solo prodotto nella maggior parte dei casi lavoro estremamente precario fatto di continui ricatti e vessazioni e che senz'altro non darà nessun futuro previdenziale ai giovani.
Avremo un sicuro peggioramento delle condizioni dei lavoratori,e delle lavoratrici che sono la maggioranza per le quali,sarà difficile se non impossibile conciliare i tempi di vita e di lavoro già resi difficili ed esasperanti da una organizzazione del lavoro con orari discontinui e turni spezzati.
Per queste ragioni è indispensabile riuscire a coinvolgere le Regioni con i Comuni perchè sospendano eventuali autorizzazioni(laddove richieste) e delibere applicative in attesa dei responsi (sulle eccezioni di costituzionalità avanzate da alcune Regioni ),da parte della Corte Costituzionale
Queste sono le ragioni che ci portano a ritenere indispensabile una modifica delle norme introdotte dai provvedimenti del Governo, al fine di ripristinare un legame tra le liberalizzazioni nel settore e un sistema di regole condivise, mantenendo in vita il ruolo e l'autonomia legislativa delle Regioni insieme alla concertazione territoriale con le parti sociali.
A tutte le parti sociali ed istituzionali coinvolte lanciamo l’invito ad individuare iniziative comuni di pressione e sensibilizzazione politica nei confronti del Governo, anche alla luce della esperienza fin qui vissuta in Lombardia attraverso la concertazione con le parti sociali, ad esempio attraverso i distretti commerciali.
Fisascat -Cisl Monza- Brianza Filcams-Cgil-Monza Brianza Uiltucs-Uil Monza Brianza
Monza, 10 gennaio 2012