Pd Brianza su bocciatura della variante al Pgtdi Monza da parte di Regione Lombardia

La Provincia ha fatto finta di non vedere?

Dichiarazione del capogruppo DomenicoGuerriero, intervenuto oggi nell’aula di Palazzo Grossi a nome deiconsiglieri del Partito Democratico

Monza, 23 febbraio 2012 - Ci sono diversi punti oscuri nelPiano territoriale provinciale (Ptcp) che nei giorni scorsi anche RegioneLombardia ha rimarcato, ancorché indirettamente, in occasione delpronunciamento molto negativo sulla variante al Piano di governo del territorio(Pgt) approvata dalla giunta monzese guidata dal sindaco Mariani.

Osservazioni pesanti, che secondo il Partito democraticogettano ombre anche e soprattutto sul Piano territoriale proposto e approvatodalla giunta Allevi, e in particolare istruito dall’ex vice presidente e assessore al Territorio AntoninoBrambilla, ora agli arresti, e dalla maggioranza di centrodestra in Provincia.

Come ha fatto la Provincia, che nei giorni scorsi ha dato il vialibera alla variante di Monza, a non accorgersi ad esempio che le edificazionipreviste nell’area della Cascinazza insistono nel corridoio ecologicoregionale? Una svista non da poco, tanto che la Regione chiedeperentoriamente di diminuire le volumetrie previste dalla variante.

Nel Pgt di Monza non si evince una tendenza allaminimizzazione del consumo di suolo, obiettivo invece presente nel Piano territoriale regionale,così come non si utilizza come prioritario il riuso delle aree dimesse e ilrecupero del patrimonio edilizio esistente. Come hanno fatto i vertici diPalazzo Grossi a dare il via libera a una variante che presenta così ampiepecche?

Le esigenze della trasformazione del suolo libero inurbanizzato devono essere legate ai ritmi del fabbisogni insediativi, erisultando assolutamente sproporzionata la previsione della giunta Mariani (piùdi 200 mila dagli attuali 120 mila circa), non si capisce come mai durante ilconfronto con l’amministrazione monzese in fase di redazione del Ptcp la giuntaAllevi non abbia chiesto conto di questo aspetto. Non ci sono poi obiettivirelativi al sistema rurale e alla sua salvaguardia. I comparti rurali checonservano una loro omogeneità vengono interrotti dagli ambiti ditrasformazione.

Questi i principali rilievi della Regione, che ha anchelanciato l’allarme sulla progressiva riduzione delle aree agricole, chespariranno entro 26 anni ai ritmi attuali di cementificazione.

Non si capisce come mai queste macroscopiche criticità eincompatibilità con il piano regionale siano state di fatto completamenteignorate dalla giunta provinciale. Criticità che erano note da tempo, da benprima che la Provinciaapprovasse il proprio Piano territoriale che di fatto, già allora, accoglievaquanto previsto dalla variante di Mariani