COMUNICATO STAMPA
Lavoro somministrato sotto attacco:
NIdiL CGIL Monza e Brianza chiede un incontro alle agenzie
Il lavoro in somministrazione (ex interinale) può essere definito una forma “buona” (forse l’unica) di occupazione flessibile: un lavoratore assunto, anche a tempo determinato, da un’agenzia per il lavoro ha gli stessi diritti del lavoratore alle dirette dipendenze dell’azienda nella quale è mandato a svolgere la propria mansione.
Questa tipologia contrattuale, però, rischia di cambiare pelle, di essere stravolta, in peggio, a causa degli interventi compiuti nelle scorse settimane da Governo e Assolavoro, l’associazione che, a livello nazionale, rappresenta le agenzie per il lavoro. “Mentre il ministro Fornero assicura di volere ridurre i contratti atipici –spiega Simone Cereda, responsabile NIdiL CGIL Monza e Brianza-, il Consiglio dei Ministri approva un decreto legislativo, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, con il quale, con la scusa di recepire una direttiva europea (la 104 del 2008) vengono eliminate le causali e i limiti quantitativi di utilizzo della somministrazione a tempo determinato, se i lavoratori in questione sono percettori di ammortizzatori sociali, anche in deroga, da almeno 6 mesi, oppure se risultano ‘svantaggiati’ ai sensi del regolamento CE del 6 agosto 2008 (chi lavora regolarmente da almeno 6 mesi; chi non possiede un diploma di scuola media superiore o professionale; chi ha superato i 50 anni di età; adulti soli con familiare a carico; lavoratori occupati in professioni o settori caratterizzati da un tasso di disparità uomo-donna che supera almeno il 25% della disparità media italiana; membri di una minoranza nazionale; lavoratori senza lavoro da almeno 24 mesi): una platea vastissima, che potrebbe allargarsi ulteriormente con la firma di contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali ad hoc. In poche parole, un’azienda potrà ricorrere al lavoro somministrato a suo piacimento, come e quando vorrà, senza nessuna prospettiva di stabilizzazione per i lavoratori coinvolti”.
Il pessimo decreto del Governo si aggiunge al vergognoso accordo stipulato lo scorso novembre tra Assolavoro e Italia Lavoro (Agenzia del Ministero del Lavoro) per l’applicazione dell’art.13 del Dlgs 276/2003 (la cosiddetta Legge Biagi), che consente di sottopagare i lavoratori somministrati “svantaggiati”, inquadrandoli fino a due livelli contrattuali inferiori. “Tale articolo –continua Cereda- in tutti questi anni è rimasto lettera morta: nessuna delle principali agenzie l’ha mai applicato. Nei giorni scorsi, invece, quasi tutte hanno ratificato, a livello nazionale, l’accordo firmato a novembre da Assolavoro. In questo modo si porta il lavoro somministrato al livello di altre forme di precarietà, come i contratti a progetto. Finora un lavoratore che firmava un contratto con un’agenzia poteva stare tranquillo, salvo rare eccezioni. Ora, con l’applicazione dell’articolo 13, non sarà più così. Una soluzione, però, c’è: chiediamo un incontro alle agenzie presenti sul territorio, per stipulare, a livello locale, protocolli di intesa che le impegnino a non applicare l’accordo promosso a livello nazionale da Assolavoro. Siamo certi che, se davvero credono nell’importanza e nella serietà del lavoro in somministrazione, accoglieranno il nostro invito”.
Monza, 15 marzo 2012