Ict e High Tech, sviluppo necessario. Prevenire le crisi, rilanciare la politica industriale. La Fim sollecita un ruolo più incisivo della Regione e del ministero dello Sviluppo economico

Il settore dell'Ict e dell'High tech in generale è decisivo per lo sviluppo qualificato e sostenibile dell'industria lombarda. Il settore è attraversato da diverse situazioni di crisi, ed è inoltre caratterizzato da scelte di riposizionamento competitivo e di de-rilocalizzazione degli investimenti da parte delle multinazionali, che stanno condizionando pesantemente il tessuto industriale e produttivo della Lombardia. Sono aperte diverse vertenze occupazionali con numerose iniziative di mobilitazione, proposta e sensibilizzazione da parte dei lavoratori e delle Organizzazioni sindacali, per fronteggiare scelte di disinvestimento o chiusura decise dalle imprese.

Accanto alle situazioni di crisi e ai processi di ristrutturazione, convivono nel settore importanti eccellenze industriali impegnate nel consolidamento e nell'innovazione, che vedono un ruolo attivo delle Rsu e del Sindacato per la riconferma degli impegni di investimento e la individuazione dei percorsi di crescita. Il settore quindi si colloca tra crisi, ristrutturazione e sviluppo. La Regione e il Consiglio regionale hanno discusso negli ultimi mesi di queste tematiche, sono stati assunti impegni importanti in materia di coordinamento, di sostegno, di programmazione, che occorre però tradurre in scelte concrete e urgenti. Il ruolo della Regione Lombardia è necessario non solo per offrire risposte e sostegno alle diverse domande, ma anche per delineare una prospettiva ampia e un ambiente favorevole alle scelte di investimento, di innovazione produttiva, di rafforzamento della ricerca. L'obbiettivo di fondo è quello di progettare il futuro industriale della nostra Regione, facendo leva sul settore dell'alta tecnologia, dell'attivazione delle competenze, delle professionalità e delle specializzazioni, mettendo a sistema infrastrutture, energie e idee, con il coinvolgimento attivo di tutte le forze istituzionali, industriali e sociali.

La situazione industriale e occupazionale del settore.
Nel settore operano diverse imprese, soprattutto multinazionali, che vedono la presenza su tutto il territorio nazionale e che sono insediate nella nostra Regione in particolare nelle aree di Milano e Brianza, Bergamo, Lecco, con una occupazione complessiva in Lombardia di 11.444 lavoratori, per un totale dei gruppi a livello nazionale di 22.858.
L'occupazione a rischio in Lombardia, sulla base delle vertenze importanti aperte in questa fase, è pari a 1.981 posti di lavoro, Altri 1.230 posti di lavoro sono in discussione a livello nazionale. Le principali vertenze occupazionali attualmente aperte interessano imprese rilevanti quali Italtel, Alcatel, Agile, Jabil, Sem, Bames, Linkra. In alcune di queste aziende sono già in corso processi di sospensione (Cigs, Cds, Mobilità) con incognite rilevanti per il futuro, in altre vi sono dichiarazioni di esubero da parte delle imprese e di rilocalizzazione di attività in altri Paesi (è il caso di Alcatel). 

In altre ancora si prefigurano riassetti e ristrutturazioni a livello internazionale, con probabili ricadute sul nostro territorio (è il caso di Nokia Siemens).
Il ruolo della Regione, delle Istituzioni locali e del ministero dello Sviluppo economico Diviene sempre più necessario un ruolo maggiormente incisivo e determinato della Regione e delle Istituzioni locali per guidare i cambiamenti, prevenire le crisi, adeguare le infrastrutture, favorire l'innovazione, creare un sistema di rete a supporto della ricerca, progettare lo sviluppo industriale del settore.

La Regione deve dare seguito e concretezza alle “Politiche per la competitività” deliberate il 25 febbraio 2011, assicurando la più ampia informazione sulle risorse utilizzabili, e la verifica dell'efficacia delle misure di finanziamento e sostegno previste. Occorre fare emergere le potenzialità e le opportunità del settore dell'alta tecnologia, per favorire gli
investimenti e gli insediamenti industriali, per accrescere l'occupazione di qualità e valorizzare il capitale umano e professionale dei lavoratori. In tal senso è decisivo il ruolo di indirizzo del ministero dello Sviluppo economico e le scelte di politica industriale da realizzare a livello nazionale.

Le proposte della Fim-Cisl:
1- Rilanciare i poli tecnologici, i distretti e gli insediamenti produttivi Per rilanciare il volano della capacita' innovativa dell'industria lombarda e' necessario scommettere
fortemente sul settore dell'Information and Comunication Tecnology, dell'High tech e dell'High tech Green, segmenti tra loro intrecciati e sempre più complementari.
Occorre progettare lo sviluppo a partire dal rilancio dei poli tecnologici di Vimercate e Agrate in Brianza, e di Cassina e Castelletto a Milano. Un progetto pubblico da proporre al territorio, cui contribuiscano imprese e centri tecnologici, che sappia far convergere idee e proposte, a partire dalla messa in rete di competenze tecniche e tecnologiche.
E' necessario sostenere e promuovere iniziative consortili su progetti e segmenti di attività per creare sinergie, fino a costruire vere e proprie reti tecnologiche tra le aziende, i centri di ricerca e sviluppo, i centri di progettazione e prototipazione, i rapporti con le università, per favorire la ricerca, la sperimentazione, lo sviluppo di soluzioni e prodotti innovativi.
Occorre sostenere i progetti dei distretti e dei poli tecnologici, per attrarre investimenti, favorire gli insediamenti produttivi e reindustrializzare le aree territoriali.

2- Incrementare e dare certezza agli investimenti pubblici sulle infrastrutture tecnologiche. Le Istituzioni pubbliche e la Regione in particolare sono chiamate a svolgere un ruolo di guida e indirizzo, mettendo a disposizione scelte importanti di adeguamento e sviluppo delle infrastrutture delle reti di comunicazione, a partire dal rilancio del progetto e dalla realizzazione in tempi rapidi della banda larga e ultra larga, sia fissa che mobile, per offrire l'indispensabile infrastruttura tecnologica di rete per le imprese e i cittadini. E' possibile disporre delle risorse a disposizione per l'azzeramento del “digital divide”, facendo diventare l'area di Milano, Brianza, Lecco e Bergamo un'area di eccellenza per lo sviluppo del settore.

3- Sostenere i progetti di investimento delle imprese. La qualità dell'innovazione e delle scelte industriali insieme alla costante valorizzazione delle competenze professionali rappresentano un patrimonio decisivo per la solidità e lo sviluppo del settore.  Occorre far leva innanzitutto sulle aree di eccellenza, sui “campioni” nazionali del settore, assicurando
sostegno ai progetti di investimento tecnologico, e rafforzando le scelte di impegno e sviluppo in corso di  realizzazione (è il caso delle realtà di Micron e St Microelettronica di Agrate, del distretto High Tech Green di Vimercate e di Compel di Cornate, e di Siemens di Milano).

4- Aprire il confronto con le imprese per evitare la delocalizzazione. Un'ulteriore area di azione è quella di impedire la dispersione e la distruzione del patrimonio delle
professionalità e dei sistemi e centri di ricerca. E' necessario frenare la delocalizzazione degli investimenti e delle attività, impegnando le imprese in un
confronto stringente con la Regione e il territorio sugli impegni di insediamento e rafforzamento industriale, di investimenti innovativi, e sulle garanzie occupazionali e di responsabilità sociale. In questo ambito occorre la piena corresponsabilizzazione delle imprese nei progetti di reindustrializzazione. e nelle garanzie di stabilità occupazionale per i lavoratori, anche attraverso la diffusione dei Contratti di solidarietà.

5- Rafforzare le politiche attive per l'occupazione. La corresponsabilizzazione delle imprese è necessaria nella ricerca di imprenditori che possano subentrare nelle attività cessate o interessate da procedure concorsuali, e nel rendere efficace ed effettivo il sostegno alla ricollocazione occupazionale nelle situazioni di crisi, così come delineato nell'accordo con Cgil-Cisl-Uil sulle politiche attive del lavoro del 22 dicembre 2011, e ripreso nel recente progetto di legge regionale.

6- Creare una sede di confronto permanente sull'High Tech a livello regionale e nazionale Le linee di intervento e le azioni devono essere articolate su piani diversi, sulla base delle problematiche da affrontare, che siano di sostegno alla ricollocazione, di reindustrializzazione e rilancio dei poli tecnologici, di conferma degli investimenti pubblici, di confronto diretto con le imprese sulle scelte di localizzazione. L'insieme delle azioni deve trovare una sede permanente di confronto e raccordo che coinvolga le Istituzioni, le Organizzazioni sindacali, le Associazioni di impresa, le Università e le altre Istituzioni territoriali. L'attivazione positiva del confronto a livello regionale è importante anche in termini di raccordo e di
stimolo per le necessarie scelte del ministero dello Sviluppo economico in materia di politica industriale. E' necessario infatti aprire anche a livello nazionale un confronto sulle problematiche e le prospettive del settore.

I soggetti da coinvolgere nel confronto regionale
• Regione, Assessorati al Lavoro e all'Industria, enti regionali competenti
• IV Commissione attività produttive del Consiglio regionale
• Amministrazioni Provinciali e Comunali
• Organizzazioni Sindacali Confederali e categorie dei Metalmeccanici e delle Telecomunicazioni
• Organizzazioni delle imprese e loro Associazioni di settore
• Università e centri di ricerca
• Sistema bancario

Il tavolo permanente dell'High tech può costituire il luogo istituzionale e lo strumento attraverso cui Regione e Parti sociali monitorano la situazione del settore, confrontano proposte e offrono indirizzi di programmazione e intervento al territorio. Gli obbiettivi su cui impegnare il confronto
• monitoraggio della situazione del settore e delle imprese, mediante raccolta dati e aggiornamento schede
• individuazione delle criticità e delle aree di intervento 
• confronto con le imprese interessate
• predisposizione di pareri e indirizzi comuni
• attivazione interventi da parte regionale e delle amministrazioni locali
• verifica dell'efficacia delle azioni e loro adeguamento

La Lombardia possiede tutte le potenzialità e le capacità per svolgere un forte ruolo di propulsione. Le Organizzazioni sindacali intendono operare in questa direzione, nello svolgere appieno il proprio ruolo di rappresentanza dei lavoratori, nel qualificare le relazioni sindacali e rafforzare le sedi di confronto, e nell'individuazione di proposte per il rilancio del settore dell'alta tecnologia e dell'industria nella nostra Regione.

Sesto S. Giovanni, 16 marzo 2012 Fim-Cisl Lombardia
Fim-Cisl Brianza
Fim-Cisl Milano
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