COMUNICATO STAMPA

 LA CGIL MB SI MOBILITA: SULL’ARTICOLO 18 E NON SOLO

 Il Direttivo della CGIL di Monza e Brianza ha indetto per venerdì 20 aprile quattro ore di sciopero generale territoriale sull’articolo 18 e non solo (vedi testo del volantino allegato).

In una conferenza stampa tenuta oggi il Segretario Generale Maurizio Laini ha illustrato il calendario delle iniziative: “in questi giorni si stanno svolgendo in tutti i luoghi di lavoro le assemblee, per informare e aprire con i lavoratori un dibattito su quanto sta verificandosi nel paese. Il testo del disegno di legge sul mercato del lavoro è alla discussione del Parlamento: la CGIL ritiene di dover esercitare la necessaria pressione perché il testo non solo non venga peggiorato – come Confindustria e qualche forza politica sostengono – ma venga modificato tutelando il diritto dei lavoratori ingiustamente licenziati al reintegro, allargando i diritti dei lavoratori giovani e precari  e rinforzando le tutele degli ammortizzatori sociali”

“Lo sciopero del 20 – continua Laini - è il contributo dei lavoratori della Brianza alla pressione che la CGIL esercita sulla politica in merito all’articolo 18, ma anche per gli esodati, per modificare la riforma delle pensioni, per una riforma fiscale nel segno dell’alleggerimento delle tasse sui lavoratori e i pensionati, per aprire una fase di investimenti sulla crescita, sullo sviluppo e sull’occupazione. Non ha senso discutere di licenziamenti facili in un momento nel quale la priorità dovrebbe essere invece la creazione di buoni posti di lavoro”.

Nel corso della conferenza stampa sono stati presentate tre storie di altrettanti lavoratori licenziati – a giudizio della CGIL illegittimamente – che hanno in corso un’impugnativa ai sensi dell’articolo 18 della legge 300 (vedi schede allegate).

“Non è un caso – afferma Salvatore Campisi, segretario generale della FILT CGIL – che gli ultimi tre casi in cui il Sindacato a Monza e Brianza ha invocato l’articolo 18 siano tre delegati sindacali della CGIL. Sempre di più le aziende, anche sul nostro territorio, utilizzano la discussione nel paese per occultare con motivi economici licenziamenti che invece sono discriminatori”. “I tre lavoratori licenziati, delegati sindacali, sono stati allontanati dalle rispettive aziende perché scomodi; perché hanno tentato di ottenere il rispetto del diritto per se’ e per i propri colleghi: il rispetto del contratto collettivo nazionale di lavoro, il rispetto di accordi siglati con le aziende – conclude Campisi -, addirittura il rispetto nei tempi di accredito degli stipendi”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche l’avvocato Roberto Scisca, legale che da trentadue anni collabora con la CGIL di Monza e Brianza: “ricorrerò all’articolo 18 si e no in una ventina di casi l’anno che riguardano aziende e lavoratori di MB. Su cento casi, nella mia esperienza, di impugnative ai sensi dell’articolo 18 circa 90 si risolvono prima della causa in tribunale con una conciliazione. A nessuno piace – sostiene Scisca – rientrare in un’azienda che non ti vuole. Degli altri dieci casi due o tre si chiudono con la conferma del licenziamento; tre si concludono con il reintegro e i restanti vengono conciliati con un risarcimento prima di giungere a sentenza”.

Conclude Scisca: “ negli ultimi tempi le aziende hanno cominciato – prima ancora che il disegno di legge sia legge – ad usare nelle lettere di licenziamento i “motivi economici”, non previsti dalla legge 300. Ma l’intento è chiaro: mascherare con i motivi economici le reali volontà discriminatorie delle aziende. Il testo in discussione apre, purtroppo, a questa possibilità”.