150 lavoratrici e lavoratori di Solarday e MXGroup in Piazza Montecitorio a Roma a sostegno delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica!
Sono partiti nella notte con tre pullman e hanno raggiunto Roma nella mattinata le RSU della Fim Cisl con 150 lavoratrici e lavoratori della Solarday di Mezzago e della MXGroup di Villasanta aziende operanti nel settore fotovoltaico in provincia di Monza e Brianza e che sono in forte sofferenza come molte aziende del settore.
Solarday SpA è un’azienda italiana specializzata nella produzione di moduli fotovoltaici ad elevata efficienza che però a fronte delle difficoltà e delle incertezze del settore e oggi è posta in liquidazione.
MX Group Spa nonostante si sia aggiudicata l'incarico in esclusiva come EPC contractor per la realizzazione dell’impianto che dovrà realizzare in Serbia il più grande parco solare del mondo, soffre delle incertezze e dei continui cambiamenti delle normative sul settore che creano difficoltà sugli investimenti.
Oggi, 18 aprile, assieme ad altre lavoratrici e lavoratori metalmeccanici della Cisl sono presenti alla manifestazione delle imprese del settore che si svolge davanti a Montecitorio.
Con la loro presenza vogliono evidenziare le problematiche che stanno attraversando e sostenere le richieste che avanza la Fim Cisl sul tema delle energie rinnovabili e dell’efficienza energetica:
Le energie rinnovabili sono il baricentro del futuro energetico e industriale dell’Italia.
La FIM CISL chiede una Conferenza nazionale sul futuro energetico del Paese.
La FIM CISL chiede al Governo Monti di assumere le energie rinnovabili e l’efficienza energetica quali settori strategici per lo sviluppo dell’industria, dell’innovazione e dell’autonomia energetica del nostro Paese.
Per fare ciò è necessario definire risorse certe e crescenti nel tempo, semplificare le procedure che gravano sui costi delle autorizzazioni, emanare norme energetiche per le costruzioni e gli edifici pubblici e privati (anticipando al 2013 le prescrizioni europee già previste per il 2018), riversare nell’efficienza energetica e nelle rinnovabili, tutte le risorse generate dal ciclo economico degli investimenti privati negli stessi settori e definire una selezione di tecnologie italiane da incentivare con maggiori risorse.
Ma per farlo, è necessario modulare gli incentivi, bloccando il ricarico degli stessi sulle tariffe elettriche delle famiglie a basso reddito, e sulle imprese esposte alla concorrenza internazionale, e destinare invece, al settore tutte le risorse derivanti dalla vendita dei diritti di emissione della Co2, qualificando le imprese e i lavoratori del settore con certificazioni professionali che attestino l’affidabilità di fronte ai cittadini investitori. Va inoltre a nostro avviso garantita e ottimizzata la connessione alla rete nazionale della produzione dell’energia da fonti rinnovabili.
Il Governo insieme alle Regioni e ai Comuni deve garantire una coerenza di tutte le istituzioni in direzione dello sviluppo delle rinnovabili, elettriche e termiche, e dell’efficienza energetica e definire le modalità necessarie per il migliore coinvolgimento nella strategia rinnovabili e dell’efficienza energetica delle grandi aziende di tutti i settori.
Questo è il momento delle grandi scelte strategiche con il riposizionamento delle grandi aziende e la crescita di nuovi soggetti industriali per un diverso assetto strutturale della produzione dell’energia che diventa diffusa e distribuita su tutto il territorio con la valorizzazione delle risorse del territorio.
Per questo, da tempo, chiediamo al Governo di indire nell’immediato una grande conferenza nazionale sul futuro dell’energia in Italia con la partecipazione e il confronto con tutti i soggetti interessati.
Non è accettabile l’approccio penalizzante e riduttivo, senza alcun confronto con il sindacato e con le imprese alla luce del sole, che il ministero dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente hanno definito con l’invio dei nuovi decreti all’approvazione della conferenza Stato - Regioni, dove sono certi solo la riduzione degli incentivi, gli appesantimenti e gli accanimenti burocratici e amministrativi, con l’unica certezza della caduta degli investimenti e il rischio del ricorso alla cassa integrazione e ai licenziamenti anche in uno dei pochi settori che ha decisamente contribuito negli ultimi tre anni alla crescita dell’occupazione.
Dopo questa mobilitazione del 18 aprile, la FIM CISL definirà le ulteriori iniziative tese a modificare le scelte del Governo centrale e a dare certezze al futuro energetico del Paese.
Cordiali saluti
Gigi Redaelli
Segretario generale Fim Cisl Brianza
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