COMUNICATO STAMPA DI "APRIRE AL CAMBIAMENTO"

Monza, 9 maggio 2012

Fase politica e prospettiva.

Dopo 24 ore per riflettere, sono pronto per una prima analisi politica post voto, ringraziando in primo luogo i 935 monzesi che hanno creduto in Aprire al Cambiamento; non sono pochi e soprattutto rappresentano un’avanguardia morale all’interno di questa Città, farò in modo di valorizzare al massimo questa loro scelta.

Avrete già capito che non intendo dismettere o abbandonare il campo, anzi, da oggi stesso ho in programma un giro di consultazioni con esponenti di sinistra, centro e destra per capire come intendono rapportarsi con il nostro movimento. Posso fin d’ora assicurarvi che chi tra i vari attori politici ha dovuto (e ne ha la capacità per esperienza e ruolo) pesare la nostra consistenza qualitativa l’ha fatto.

Non è un momento qualunque per la vita del nostro Paese e quanto è avvenuto tra domenica e lunedì riflette lo stato delle cose in essere, una crisi profonda, non solo economica ma di valori, che genera sfiducia, malcontento, rabbia anche fra i gli elettoti monzesi.

Ci troviamo di conseguenza ad analizzare un esito del primo turno delle elezioni che ci consegna una platea molto ridotta di cittadini che si sono recati alle urne, sono più o meno la metà i monzesi che hanno scelto di scegliere. E se teniamo conto che un’altra consistente fetta di persone ha optato per l’antipolitica ed il voto di protesta, vedete che il numero di nostri concittadini che hanno votato per uno dei due grandi schieramenti è minoritario rispetto alla platea di elettori; è in questo quadro che va inserita la nostra analisi.

Il centro sinistra ha affrontato la campagna elettorale all’insegna dell’opposizione alle proposte di  questi ultimi 5 anni in materia urbanistica dalla giunta Mariani e quindi i cittadini portati al voto, da questa parte politica, rappresentano soprattutto quel cartello di forze che hanno trovato un collante politico nell’opposizione alla variante del PGT.

Dall’altra parte, l’elettorato di centro destra che è andato al voto è quello che vive direttamente il crollo di un sistema tanto quanto gli altri, ma sceglie comunque, per un atto di fede, una compagine che si presenta come un argine all’avanzare della sinistra, in una città, la nostra, tradizionalmente cattolica e moderata.

Quindi il dibattito che si è sviluppato nella fase pre-elettorale risente in maniera forte delle vicende consigliari più che delle questioni di natura generale afferenti la crisi ma che investono tutte le nostre famiglie, quali la difficoltà di dare una risposta ai bisogni sociali, occupazionali ed abitativi nei termini più pratici, quelli che oramai tutti sentono quotidianamente sulla propria pelle.

Aprire al Cambiamento invece ha provato ha farlo, ha provato a forzare nel dibattito i temi del lavoro, della casa, della salute ma è risultata una voce flebile all’interno di un frastuono generale,  dove è prevalsa la tentazione alla dialettica demagogica, improntata sulla caccia al voto all’interno di quelle logiche di contrapposizione a cui facevo riferimento prima.

Il tempo ridotto, un’organizzazione improntata soprattutto sulla generosità dei candidati della lista e le risorse economiche proporzionate alla capacità di autofinanziamento dell’associazione non hanno permesso di fare sentire adeguatamente il nostro messaggio, che pensiamo rispecchi il sentimento della maggioranza dei monzesi, ciò va sottolineato, nonostante lo sforzo enorme ed encomiabile dei nostri volontari.

Quanto sopra detto non toglie che i temi che offriamo alla discussione di uno scenario politico locale fiacco - nel quale spiccano quelle pulsioni tese più all’evidenziazione dei problemi più che ad una  reale volontà di risolverli - siano quelli che vorrebbero affrontare i cittadini monzesi.

Che cosa vogliamo fare quindi da qui in avanti? Come definiamo una programma di iniziative che non ci tengano fuori dall’agone politico non avendo una rappresentanza in Consiglio? Come è possibile fare sentire la nostra voce in modo adeguato senza nel contempo mortificare gli sforzi di chi presta azione volontaria per il nostro movimento?

Sono quesiti di natura organizzativa ma fondamentali per la sopravvivenza di Aprire al Cambiamento,  che riconferma la sua matrice di movimento ma che deve rafforzarsi nella capacità di uscire all’esterno e di fare arrivare a tutti la propria voce.

Penso che i nostri programmi non vadano modificati ma soprattutto rafforzati a livello comunicativo.

Credo che la nostra prospettiva politica sia quella di non restare esclusi dalle dinamiche di governo del territorio, riuscendo a scegliere tra i due schieramenti in campo, più per la reale volontà di recepire i nostri indirizzi che non alla simpatia ideologica o “estetica” verso l’uno o l’altro schieramento che si appresta al secondo turno delle amministrative.

Nei prossimi giorni ci confronteremo al nostro interno con la chiarezza e la schiettezza che ci contraddistingue e definiremo tempi e modi del nostro agire politico. Subito dopo apriremo alla massima partecipazione perché quel migliaio di cittadini che hanno creduto fin da subito in noi possano contribuire in modo diretto alla vita del nostro movimento.

Un  caro  saluto,

Vincenzo Ascrizzi