Edizione speciale Anno X - Numero 10 - 10 maggio 2012
SPECIALE SELVATICI A PRIMAVERA
Con l’arrivo della bella stagione e dei primi tepori non è raro imbattersi in piccoli di diverse specie di animali, selvatici e non. Nella nostra struttura di via Buonarroti 52, infatti, sono già arrivate le prime cucciolate di gattini e i primi nidiacei da soccorrere.
Il 10 aprile ha inaugurato la stagione un piccolo merlotto (come quello nell'immagine) trovato da un ragazzo in bocca al suo gatto, fortunatamente portato prontamente da noi, dandoci così la possibilità di somministrargli subito un antibiotico di copertura per evitare che le ferite riportate, se pur lievi, si infettassero causandone la morte. In questo caso la “velocità di consegna” è stata fondamentale per la salvezza del piccolo merlotto, che è stato poi rifocillato con camole della farina e palline di carne trita, in attesa di essere consegnato al Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) del WWF di Vanzago.
IL CASO
Ha invece avuto un triste epilogo la storia di uno sfortunato merlotto trovato da una ragazza: anziché consegnarlo subito a chi di dovere, lo ha affidato a un vicino di casa che si era dichiarato “esperto” e che lo ha fatto morire nel giro di due giorni.
La primavera è per molti animali selvatici il momento della cova e del parto. Nuove generazioni di uccelli e mammiferi nascono e il ciclo vitale si perpetua. Molti di loro riusciranno a cavarsela senza problemi; per i più deboli o meno predisposti, la natura sarà implacabile come giusto che sia. Capiterà che, come ogni anno, alcuni di questi piccoli avranno bisogno del nostro aiuto, come il piccolo merlo di cui vi abbiamo parlato: ma attenzione però a non sbagliarsi e a non raccogliere uno dei tanti “finti orfani”. Molto spesso in questo modo compromettiamo la loro crescita, raccogliendoli quando non era necessario, perché naturalmente l’allevamento artificiale non è paragonabile a quello materno.
QUANDO INTERVENIRE E QUANDO NO
Merli, cornacchie e storni: sono un “classico” in questo periodo dell’anno, perché, come anche altre specie, si sono adattate all’urbanizzazione, sempre più pressante, dell’habitat in cui vivevano. Se da un lato ne traggono qualche beneficio (cibo, temperature più alte della città in inverno rispetto alla campagna circostante, vecchi edifici dove nidificare per alcune specie, ecc), dall’altro, soprattutto, ci sono tanti svantaggi (strade trafficate, gatti e cani domestici in circolazione, abbattimento di vecchi edifici, cantieri edili e soprattutto l’uomo). Costruiscono i nidi anche nei nostri giardini ed è inevitabile che i piccoli nidiacei vengano trovati dall’uomo o dai suoi animali da compagnia. Per questo risultano tre delle specie più numerose in tutti i centri di recupero della fauna selvatica.
Per loro natura è normale uscire dal nido quando sono ancora incapaci di volare e alimentarsi autonomamente, ma ciò non vuol dire che siano in difficoltà: i genitori li seguono a distanza e li nutrono regolarmente finché è necessario. Quindi, se sospettate che un piccolo possa essere stato abbandonato, osservatelo da una certa distanza per almeno un paio di ore e, solo se in questo lasso di tempo nessun adulto si presenta per nutrirlo, allora è il caso di soccorrerlo.
Rondoni: una volta involati, i rondoni non si posano mai più a terra: se dovessero per sbaglio cadere, le loro zampine non permetterebbero loro di spiccare nuovamente il volo. E’ essenziale quindi raccogliere sia adulti che nidiacei, altrimenti andrebbero incontro a morte certa. In caso di ritrovamento di un adulto (le ali lunghissime devono superare da chiuse la lunghezza della coda di almeno un paio di centimetri) in evidente stato di salute e con entrambe le ali sane, basterà dargli modo di riprendere il volo, recandovi presso il più vicino spazio verde e dandogli una spinta verso l’alto. Se dovesse riplanare a terra invece di spiccare il volo, allora bisogna portarlo al più vicino centro specializzato, perché potrebbe essere debilitato o avere problemi alle ali. Nelle immagini sopra: a sinistra, un rondone di appena cinque giorni; a destra, un rondone adulto.
Ricci: sono animali notturni, quindi come tutti i notturni (alcuni rapaci, pipistrelli, …) vanno sicuramente raccolti se trovati a vagare di giorno, perché ciò significa che il loro stato di denutrizione è tale da costringerli, sia adulti che cuccioli, a cercare cibo anche di giorno. E' il caso del riccio adulto, nella foto a destra, recuperato e portato in canile da un signore che lo ha trovato a Desio in via Serenelle la mattina del 9 maggio. Vanno raccolti anche ricci malati, con zecche evidenti o ferite, e anche quelli trovati nelle vicinanze di tombini, piscine, strade troppo trafficate, reti metalliche o cantieri di lavoro.
IL CASO
Da un mesetto a questa parte sono stati già tre i ricci soccorsi dall’ENPA Monza dopo aver subito un attacco da parte di un cane che li ha trovati a vagare di giorno nel proprio giardino. Uno purtroppo ha riportato ferite da morso molto profonde, compromettendo organi vitali, e non ce l’ha fatta; gli altri due dovranno fare una lunga degenza prima di tornare in piena salute ed essere liberati, ma sono fuori pericolo.
Il consiglio è di non lasciare in questi giorni, per quanto possibile, da solo il vostro cane in giardino senza la vostra supervisione.
Lepri: i cuccioli di lepri e minilepri, a differenza dei conigli selvatici, non nascono in tana ma tra la vegetazione, ed è normale che la mamma li lasci in un posto considerato da lei sicuro e li vada a trovare ogni tanto per allattarli. Spesso però vengono raccolti in modo incosciente senza essersi assicurati che siano davvero orfani. E' opportuno, anche in questo caso, aspettare qualche ora ad una certa distanza, prima di raccogliere il piccolo e assicurarsi che sia realmente orfano.
Cuccioli di mammiferi: Non vanno mai toccati per non attaccare loro il nostro odore umano perché la madre, con il suo odorato sensibile, non li riconoscerebbe più come figli e li abbandonerebbe. Anche se questo non vale per gli uccelli, è comunque sconsigliato toccarli e disturbarli inutilmente se non c’è reale bisogno di salvataggio.
COME SOCCORRERE UN ANIMALE SELVATICO
Innanzitutto, per evitare sbagli, prima di raccogliere un selvatico è sempre meglio chiedere consiglio chiamando uno dei numeri che trovate più sotto.
In casi di evidente urgenza, come il ritrovamento di un nidiaceo implume o altro animale selvatico che sia a terra incapace di movimento, ferito, malato o in una situazione di pericolo (strada trafficata, presenza di gatti o cani nella zona, bambini dispettosi o pericoli artificiali), non bisogna indugiare. Occorre raccogliere subito l’animale, riporlo in una scatola di cartone chiusa con fori per l'aria e imbottita con della carta. Evitare di metterli nelle gabbiette o trasportini perché rischiano di rovinarsi il piumaggio o, peggio ancora, rompersi un’ala, oltre che stressarsi inutilmente.
Non somministrare assolutamente all’animale nessun tipo di alimento o liquido (come il miscuglio di pane e latte che spesso le persone danno ai piccoli ritrovati e che potrebbe causare la morte degli stessi), e portarlo immediatamente in una struttura idonea (vedi indirizzi e telefoni in fondo).
LA VELOCITÀ DI “CONSEGNA” PUÒ SALVARE UNA VITA!
Sono ancora troppe, purtroppo, le persone che, dopo aver fatto l’opera buona di salvare un selvatico, per mancanza di tempo o voglia lo portano a casa per diverse ore o addirittura giorni, prima di consegnarlo a chi di dovere, causando la morte inevitabile dello stesso per carenza di cure e cibo adatti, o compromettendo per sempre la sua reimmissione in natura.
Altri ancora non pensano minimamente a portare l’animale ritrovato in una struttura idonea e lo crescono in casa, costringendolo a vivere una vita inadeguata e contro natura, tenendo conto solo del loro egoismo e non della salute e natura dell’animale che considerano ormai “domestico”, convinti che si sia affezionato a loro. Ricordiamo che, a prescindere di questioni etiche, la detenzione di fauna selvatica protetta e la sua cattura (anche se fatta in buona fede), è vietata e sanzionata dalla legge. Gli animali selvatici nascono liberi ed è giusto che vivano liberi.
IL CASO
In questi giorni sono arrivati in ENPA due piccoli di storno (nella foto), una specie spesso scambiata per merlo. Dal momento che si trovavano in un giardino frequentato da gatti e uno dei due appariva subito in cattive condizioni (rispetto al fratello che svolazzava e strillava per richiamare i genitori, lui stava immobile e zitto sotto un cespuglio), la volontaria che li ha trovati ha preferito recuperarli.
Arrivati in sede ENPA, uno si è mostrato subito in salute; l'altro, il più piccolo, è arrivato in ipoglicemia e ipotermia. Sottoposto immediatamente a cure idonee, si è fortunatamente ripreso; a breve verranno essere portati a un centro di recupero.
In questo caso erano davvero orfani e la mano dell’uomo è stata la loro salvezza.
Bisogna sempre ricordarsi che, per esempio nel caso dei piccoli nidiacei, i genitori portano loro da mangiare ogni 30 minuti, o una, due, tre ore (a seconda dei giorni di età). E cosi dobbiamo fare tempestivamente anche noi con i nostri futuri ospiti, per evitare che vadano in ipoglicemia, ipotermia e che muoiano di stenti nel giro di poche ore. Spesso quando si trova un piccolo caduto dal nido, passano già delle ore prima che qualcuno lo soccorra; se aggiungiamo le altre ore trascorse prima di arrivare in un centro idoneo, purtroppo il piccolo andrà verso morte certa.
In questo periodo stanno arrivando molti piccioni, ricci, merlotti e stornelli in pessime condizioni rispetto all'anno scorso. (Nella foto, un giovane piccione alimentato con un apposito pastone). Forse il caldo che si fa attendere e gli sbalzi di temperatura mettono in crisi i loro ritmi naturali. I ricci escono dal letargo sottopeso ma la sera fa ancora freddo e si ammalano, oppure sono costretti a uscire di giorno per trovare da mangiare rischiando cosi anche di venire predati da cani o gatti. I nidiacei nati qualche settimana fa, invece, iniziano a uscire dal nido, i genitori quindi non li possono più scaldare, tenendoli nel nido sotto di loro, così prendono freddo, si ammalano o vengono trovati in ipotermia.
Un uccello salvato dalle grinfie di un gatto necessita un’immediata copertura antibiotica; in caso contrario potrebbe morire di infezione nel giro di 24/48 ore. Anche un’ala o una zampa fratturata ha bisogno di essere steccata immediatamente altrimenti rischia di risaldarsi nella posizione sbagliata, impedendo in alcuni casi di riacquisire la capacità di volare o di procurarsi autonomamente da mangiare, e quindi di essere liberati nuovamente in natura.
Prima un animale malato riceve le prime cure, maggiori sono le sue possibilità di guarigione.
IL CASO
Un esempio di quanto sia importante intervenire rapidamente è quanto è successo il 24 aprile. Riceviamo la segnalazione di otto nidiacei di germano reale nel piazzale di una ditta a Monza, di cui tre già morti. Della madre non c’è traccia ma comunque si trovano in un luogo per niente idoneo a dei piccoli acquatici e il fatto di trovarne tre morti è sicuramente un campanello d’allarme!
Arrivati sul posto, i volontari hanno notato subito che gli anatroccoli erano davvero piccoli: probabilmente non avevano più di due giorni e inoltre due dei cinque superstiti erano già molto deboli. Uno purtroppo è infatti morto prima ancora di arrivare in sede, e un altro dopo poche ore, malgrado siano stati messi sotto la lampada riscaldante appena arrivati e abbiano mangiato tutti lo speciale pastone che era stato preparato. Molto probabilmente sono stati per molto tempo a digiuno e al freddo senza la madre che li scaldasse. I tre superstiti hanno passato la notte al caldo e con la pancia piena e la mattina dopo sono stati trasferiti presso il Centro Recupero Fauna Selvatica (CRFS) “La Fagiana” della Lipu a Magenta. Nell'immagine, alcuni giovanissimi germani salvati l'anno scorso da una situazione analoga.
I nidiacei sono animaletti molto delicati: è importante soccorrerli nel modo giusto e portarli immediatamente in strutture attrezzate ed idonee.
I SELVATICI E I PREDATORI DI CASA NOSTRA
L’ENPA di Monza consiglia, per quanto possibile, di limitare le uscite dei nostri amici felini nel periodo di nidiacei marzo-luglio, soprattutto all’imbrunire e nelle prime ore della mattina, o almeno di dotarli di un collare con campanellino. Pochi giorni fa è arrivata in ENPA una merla con la zampa morsa dal gatto. Dovrà stare in cura antibiotica per almeno sette giorni prima di essere liberata dove è stata predata. Oltre al danno causato all'animale (probabilmente non riuscirà a usare più bene la zampa dalla “caviglia” in giù), rischiano di far morire anche i piccoli che avrebbe potuto avere, altamente probabile in questo periodo. E’ vero che se ne occupa anche il maschio, ma da solo non riesce a star dietro a tutta la nidiata.
Non sono però solo i gatti a cacciare i selvatici. Per questo un altro consiglio importante è quello di tenere sempre al guinzaglio i vostri cani se non in apposite aree per lo sguinzaglia mento, perché è facile, soprattutto nei parchi, nei boschi o in campagna, che in questo periodo dell’anno si imbattano in cuccioli di minilepre, come è successo lo scorso 4 maggio. Una volta preso in bocca è raro che il cucciolo riesca a salvarsi, infatti il piccolo in questione (nella foto) è stato portato presso la nostra sede ENPA in via Lecco 164 e, nonostante le cure immediate, non ce l’ha fatta: il morso del cane era arrivato troppo in profondità.
INDIRIZZI E NUMERI DI RIFERIMENTO
> Canile di Monza (via Buonarroti 52, Monza): 039-835 623. N.B. Anche se il canile è aperto al pubblico dalle 14.30 alle 17.30, mercoledì escluso, in caso del ritrovamento di selvatici a terra, feriti, malati, nidiacei, debilitati o semplicemente in difficoltà per il troppo freddo o troppo caldo, il canile è a disposizione 365 giorni all’anno, in quanto durante la giornata sono sempre presenti operatori e volontari che puliscono, curano e sfamano i nostri animali, festività comprese.
> ENPA Monza e Brianza, sede operativa (via Lecco 164, Monza): 039-388 304 (dalle 14.30 alle 17.30, dal lunedì al venerdì oppure martedì e giovedì sera dalle 21.00 in poi).
> ENPA di Milano (via Pietro Gassendi 11) - tel. 02-9706 4220 (tutti i giorni dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 24.00).
> CRFS “La Fagiana” della LIPU, in via Isonzo 1 a Pontevecchio di Magenta (MI), all’interno del parco Ticino. Tel. 338-3148 603 (tutti i giorni, dalle 10.00 alle 17.00 autunno/’inverno, fino alle ore 18.00 primavera/estate).
> CRAS del WWF, in via Delle Tre Campane 21 a Vanzago (MI) – Tel. 02-9354 9076 (tutti i giorni nei seguenti orari: 1 Novembre - 31 Marzo, dalle 10.00 alle 17.00; 1 Aprile - 30 Ottobre, dalle 9.00 alle 18.00).
> Polizia Provinciale di Monza e Brianza (Via Donegani, 4 a Cesano Maderno): tel. 0362-641 725 / 335-6113 075.
> Guardie Ecologiche Volontarie (GEV) di Monza c/o Ufficio Ambiente in via Procaccini 15: tel. 039-2043 422.
COME AIUTARCI
Infine, se avete a cuore la sorte degli ospiti selvatici che transitano dal canile di Monza e avete voglia di aiutarli concretamente, ecco qualche suggerimento:
> Alimenti
- omogeneizzato carni bianche; omogeneizzato o passatine mela (senza zucchero); omogeneizzato legumi (senza zucchero); multicereali in polvere per bambini (senza zucchero)
- mangime per insettivori; pastone all'uovo per granivori; granaglie per colombi.
- latte in polvere Esbilac (per cani) e KMR (per gatti), adatti per il primo soccorso di piccoli mammiferi rinvenuti ancora poppanti.
- camole della farina e del miele.
> Medicine e antiparassitari
- Idroplurivit in gocce (vitamine)
- Energette (alimento in polvere per pulli di piccione)
- antiparassitario Advocate (per taglie meno di 2 kg) per roditori e conigli
- antiparassitario Neo Foractil Spray per uccelli.
Inoltre, ricordiamo che se avete o conoscete qualcuno che ha una voliera in giardino, in canile abbiamo ancora tre bellissime colombe pavoncelle in cerca di casa. Vedi il sito www.enpamonza.it > Adozioni > Adozione Altri Animali.
> Per informazioni o consigli generici (NON urgenze), o se siete interessati a collaborare con i volontari del gruppo selvatici dell’ENPA monzese, scriveteci a selvatici@enpamonza.it.
NOTIZIARIO DI ENPA, SEZIONE MONZA E BRIANZA. Hanno collaborato a questo numero Juliet Berry, Marica Carioti e Lorena Quarta.
SITO DELLA SEZIONE MONZA E BRIANZA. Sul sito www.enpamonza.it, troverete in home page news e appelli. Le schede degli animali in affido sono alla pagina Adozioni > Animali da adottare, divisa poi in cani, gatti e altri animali. La pagina Lieto fine (lietofine@enpamonza.it) è dedicata agli ospiti del nostro rifugio felicemente adottati. Nella sezione Informazioni > Newsletter troverete le precedenti edizioni di questo notiziario.
SITI NAZIONALI DELL'ENPA. Sul sito www.enpa.it, aggiornato quotidianamente, troverete numerose notizie, informazioni, petizioni e comunicati stampa della sede centrale della Protezione Animali e dalle altre sede locali. Sul sito www.comunicazionesviluppoenpa.org troverete tra le altre cose la pagina dedicata ai giovani soci ENPA, La Tribù dei Delfini Enpa.
Questo notiziario viene inviato a tutti gli iscritti della mailing list elettronica della sezione di Monza e Brianza dell'Ente Nazionale Protezione Animali. Se non volete più ricevere il notiziario inviate una e-mail all'indirizzo info@enpamonza.it con la frase "Non desidero più ricevere il notiziario". Se questo notiziario vi è stato ritrasmesso da qualcuno e volete iscrivervi alla nostra mailing list, inviate una e-mail all'indirizzo info@enpamonza.it con la frase "Desidero ricevere il notiziario elettronico", assieme al vostro nome, cognome e comune di residenza.
E.N.P.A. onlus, sezione di Monza e Brianza