COMUNICATO STAMPA

Si è chiuso ieri il primo anno scolastico di “Diritto di parola”. I 67 partecipanti al corso si sono ritrovati a ripercorrere il loro anno di scuola d’italiano: hanno festeggiato con pasticcini, torte, the e aranciata e hanno ricevuto dalle mani del Segretario Generale della CGIL Maurizio Laini “preziosi” attestati di frequenza. Celebrando in questo modo un impegno che hanno affrontato con dedizione e assoluta serietà.

“Diritto di parola” è un progetto dell’Associazione “Diritti Insieme” per l’insegnamento della lingua italiana a cittadini migranti presenti sul territorio di Monza e Brianza. La Presidente dell’Associazione –Luciana Spagnoli – aveva ieri le lacrime agli occhi: “Mi sono commossa – ha detto –perché non mi aspettavo un esito così positivo per la nostra iniziativa. Ho ascoltato storie importanti da parte dei corsisti, di speranza e di nostalgia. E’ stata una bella esperienza, che ha arricchito più noi che i nostri “alunni”. Accumunati del resto da una grandissima volontà di conoscere, di capire, di apprendere”.

Al corso hanno partecipato 48 migranti uomini e 19 donne; provenienti da Bangladesh (il gruppo più numeroso in questo primo corso), dal Sudan, dal Togo, dal Malì, dalla Nigeria, dal Sud America…. “Ci ha colpito la generosa voglia di imparare la lingua e di socializzare delle donne che hanno frequentato – diceBruno Ravasio, responsabile del progetto -. Solo dopo alcune settimane di corso alcune delle nostre “ragazze” che praticamente non uscivano di casa se non accompagnate dai mariti hanno cominciato ad andare a fare la spesa da sole. E’ stata una straordinaria conquista: di autonomia, di libertà, di sicurezza. Forse persino di riconciliazione con una terra con non è la loro. Siamo entusiasti dei risultati”.

Del resto i risultati di un questionario distribuito nel corso degli ultimi giorni di lezione testimonia come la motivazione principale della frequenza al corso sia stata “per parlare e vivere bene con gli italiani”. La scuola – sempre secondo i risultati del questionario – li ha aiutati “tantissimo” ad imparare l’italiano; “tanto” a conoscere la cultura italiana. La cosa più difficile è stata “parlare l’italiano”. Tra le attività che vorrebbero riuscire a svolgere con maggiore abilità e frequenza è “leggere” in italiano.

Il corso si è sviluppato su 57 ore totali di aula; mediamente i corsisti le hanno frequentate per 40 ore; la loro età media è 28 anni.

“Anch’io sono rimasta colpita – racconta la dottoressaFrancesca Campisi, una delle docenti -dall’atteggiamento delle donne che abbiamo incontrato. Dovevano imparare parole nuove e combinarle con i loro colori, per dipingere il loror autoritratto e mostrarlo al mondo, come hanno fatto con me, con impegno e dedizione, superando il timore di sbagliare e la paura di essere giudicate. Donne, madri, ma soprattutto storie, identità speciali e uniche a cui spero, attraverso l’insegnamento della nostra lingua, di aver dato un filo di voce in più per gridare “ci sono anch’io”!”.

Monza, 14 giugno 2012

Giovanna Fassi

Ufficio Segreteria e Comunicazione

CGIL Monza e Brianza

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