E' passato un anno dalla vittoria di Raffaele De Luca e della coalizione di centro sinistra.

 Le emozioni, le aspettative e le speranze suscitate in tutti noi, sono ancora vive.

Tutti noi non vedevamo (e non vediamo) l’ora che si intraprendano progetti e che si mettano in cantiere opere, che mostrino l’avvio del cambiamento atteso, l’apertura a una nuova idea di città e un nuovo modo di governare.

Purtroppo le scelte fatte hanno visto prevalere la logica puramente ragionieristica dei conti in ordine e l’adeguamento a scelte nazionali ed europee, attraverso tagli ed aumenti di tariffe. Con gli aumenti dei costi del trasporto scolastico e di molti altri servizi siamo stati percepiti in continuità con le scelte di un governo che scarica i costi del risanamento sui redditi medio bassi. Per non parlare dell'evitabilissimo tormentone del “dimensionamento scolastico” che ci ha procurato un danno di immagine (speriamo non) irrecuperabile.

Ma, in quest'ultimo caso, ci vorrebbe ben altro che una semplice.... “marcia indietro”.

 Gli entusiasmi, mi sembra, si sono affievoliti, si insinua la delusione, si rischia il disimpegno.

Si rischia di dilapidare la straordinaria risorsa umana e politica costituita dalle centinaia di persone che hanno dato il proprio contributo per la vittoria elettorale.

Certo l’anno non è stato facile, l’eredità disastrosa delle giunte di centro destra e i tagli del governo hanno creato grandi difficoltà nel gestire il bilancio del Comune, la chiusura dei conti del 2011 era a rischio, occorreva rispondere in tempi  brevi a esigenze obbligate.

Ma anche con le difficoltà finanziarie, anche mentre si assumono scelte difficili, sarebbe stato possibile procedere sulla strada dell’ampliamento degli spazi di democrazia partecipata e coinvolgere i cittadini nell’individuazione di priorità socialmente valutate come importanti.

Il successo di De Luca è dovuto in gran parte alla voglia dei limbiatesi di cambiare; lo scarto tra la grande partecipazione di allora e le titubanze attuali è forse l’elemento che più di tutti rischia di incrinare il rapporto tra la giunta, il sindaco e la Città.

Anche in questa metà del 2012 continua a non essere percepibile il nesso tra aggiustamento dei conti e scelte sociali (di classe, direbbe un fieramente comunista come il sottoscritto). Si è condiviso (con la giunta precedente), il progetto di deviare una centenaria strada provinciale a favore di un Centro commerciale nella prospettiva di fare cassa, senza essere sfiorati da alcun dubbio etico.

Riconosco, altresì, una significativa inversione di tendenza in occasione della presentazione del Piano di Governo del Territorio (PGT) stante la scelta, punto qualificante del programma elettorale, di dare uno STOP alla cementificazione avviata dalla giunta Romeo, ma attenzione a via Ravenna.

Ora, in occasione dell’approvazione del bilancio 2012, è necessario dare una svolta e alcuni segnali in questa direzione devono emergere già da subito

Per esempio, con la nuova Imu si dovrebbe cominciare a ragionare su come venire incontro e alleviare le crescenti difficoltà dei disoccupati, dei pensionati e del lavoro dipendente e, per quanto lo consentono le leggi, adottare un criterio progressivo nella tassazione con agevolazioni per le fasce sociali più deboli. L'impegno della maggioranza dovrà essere quello di qualificare il bilancio investendo su priorità che avvantaggino, prima fra tutte la casa e le famiglie, e destinando risorse al potenziamento dell'istruzione, della formazione, dell'offerta culturale e dei processi partecipativi.

Per quanto riguarda l’aumento delle spese nel bilancio del 2012 penso che sia un bene quando significano più e migliori servizi mentre sono sicuramente da tagliare se si riferiscono a sprechi (consulenze, incarichi onerosi...).

La carta vincente è intrecciare la riflessione su questi temi, con un percorso partecipativo fatto sicuramente di assemblee in tutte le zone della città, ma nelle quali “ascoltare i cittadini” deve coniugarsi con la partecipazione dei cittadini alle decisioni.

Altrimenti è populismo o peggio demagogia.

Per concludere, un’ultima riflessione tutta interna a Rifondazione Comunista e ai Comunisti Italiani ossia la Federazione della Sinistra,  infatti, è proprio in questo segmento che vedo le maggiori “delusioni”e il più grosso rischio di “disimpegno”. Pur non avendo ruoli di giunta, dobbiamo continuare a sostenere questa maggioranza, non rinunciando a stimolarla criticamente e con spirito costruttivo, per giungere all’assunzione di scelte in linea con le domande di discontinuità e di cambiamento con il decennio precedente nella certezza che Raffaele De Luca saprà avviare la fase del rilancio tanto attesa.