Comunicato Stampa
La SLC CGIL annuncia una fase di forte mobilitazione dell'intera categoria postale con l'apertura di un periodo di agitazioni e scioperi, quale forma di protesta contro la spending review attuata dall'azienda Poste Italiane guidata da Massimo Sarmi.
Unitamente alle sigle sindacali di settore SLP CISL e FAILP è stata indetta la protesta che si articola in due momenti:
- dal 14 Settembre al 13 Ottobre; un mese di sciopero di tutte le prestazioni straordinarie, aggiuntive (copertura areola, straordinario, conto ore) di tutto il settore.
- Il 12 Ottobre 2012 : Sciopero Generale Nazionale di tutti i settori di Poste Italiane SpA per l'intero turno di lavoro con manifestazione a Roma.
La vertenza aperta a fine luglio u.s., nonostante la disponibilità al dialogo e al confronto dimostrata dalle rappresentanze sindacali, ha registrato la totale indifferenza aziendale. Con questa forte iniziativa, le compagini sindacali intendono ribadire con forza, la loro opposizione intransigente nei confronti della linea di condotta aziendale che ha ridotto al minimo il numero degli addetti negli uffici e nel settore recapito, creando una situazione di difficoltà lavorativa diffusa di cui fanno le spese non solo i lavoratori ma sopratutto i clienti e cittadini.
La situazione è al limite e il futuro non lascia presagire nulla di buono: lunghe file agli sportelli, cittadini esasperati, tempi di consegna della corrispondenza mai così estesi, disservizi di tutti i tipi.
Il piano presentato da Poste alle organizzazioni sindacali, circa due mesi fa, non lasciava dubbi “ Piano Interventi 2012 – Chiusure e Razionalizzazioni Uffici Postali”, nel quale veniva fornito un dettagliato elenco dei circa 1200 Uffici Postali sul territorio nazionale destinati alla chiusura ( 82 in Lombardia di cui 1 in MB – “Capriano” fraz. di Briosco ) e dei circa 650 destinati alla razionalizzazione, ( 50 in Lombardia ) con apertura solo in alcuni, pochi giorni la settimana.
I numeri presentati al tavolo di trattativa non hanno convinto, non per l'entità dei numeri in sé, ma perché completamente slegati da una organizzazione del lavoro che fa acqua da tutte le parti, che vede pesanti condizioni di organico mancante, costringere a tenere aperti gli uffici in costanti condizioni di emergenza. I loro “numeri” sono soltanto un alibi per giustificare un'operazione già decisa a monte: Chiudere, Risparmiare, Abbandonare il territorio
Anche sul fronte del recapito postale, l'azienda Poste ha comunicato che a breve ci saranno interventi di riorganizzazione con riduzione delle zone di recapito e dei servizi di logistica e trasporto; interventi unicamente orientati ai tagli e pericolosamente indirizzati alla destrutturazione delle capacità aziendali di presidio dei mercati di riferimento.
Questa annunciata riorganizzazione dei servizi postali e del recapito produrrà il taglio di circa10.000 posti di lavoro, entro fine anno, per un totale di quasi 100.000 posti di lavoro
persi dal 1998 a oggi, con conseguente smantellamento progressivo di uno dei punti di forza su cui l'azienda non ha rivali: il radicamento territoriale e la sua capillarità, disarticolando di fatto la mission di Poste.
L'ultima riorganizzazione del recapito postale risale ad appena 2 anni fa (luglio 2010) e ha causato il taglio di 5.857 unità e la soppressione del servizio il sabato; le sue conseguenze negative ancora affliggono dipendenti e cittadini, con peggiori servizi e forti disagi.
Per 10.000 lavoratori, con la riforma dell'articolo 18 e la presunta passività del recapito, si prospettano mobilità, cassa integrazione e cessione di ramo d'azienda, dopo lo svecchiamento del 2010, gli esodati, l'aumento dell'età pensionabile e non più prepensionamenti.
Nel settore Bancoposta continuano a persistere gravi e infiniti problemi, particolarmente ne registriamo alcune:
- una dinamica degli organici che genera forti carenze di personale sia sportellista che specialistico e indebolisce fortemente la capacità di produrre un'offerta all'altezza delle necessità della clientela di riferimento;
- indebite pressioni commerciali (che spesso rasentano lo “stallking”) volte a costringere i lavoratori ad adottare comportamenti non coerenti con i profili della clientela o, addirittura, in contrasto con le normative e i regolamenti ISVAP e CONSOB;
- il mancato rispetto dell'accordo relativo al riconoscimento delle pause al personale considerato video-terminalista, sia per quanto attiene i tempi e le modalità di fruizione della pausa che per quanto attiene alle previste visite mediche;
- una piattaforma tecnologica di funzionamento degli sportelli (SDP) che fino ad oggi, causa il ripetersi di blocchi totali e/o parziali, ha causato gravi danni ai clienti e forti ripercussioni sui lavoratori, sulla quale l'Azienda prevede di scaricare le proprie inefficienze appesantendo ulteriormente le attività dei lavoratori interessati con una serie di indicazioni operative incoerenti con le stesse disposizioni aziendali;
- una organizzazione degli orari negli Uffici Postali fortemente penalizzante per i lavoratori;
- anche le condizioni della sicurezza, di igiene ambientale e di tutela della salute nei luoghi di lavoro sembrano essere diventate un sempre più “fastidioso adempimento” da osservare solo se costretti, in barba a tutte le leggi e normative;
Tutto questo a fronte di un bilancio aziendale, ( frutto anche di dismissioni, tagli, rendite
finanziarie e plusvalenze) che dai 292 milioni di euro di attivo del 2005 è salito in un crescendo continuo, fino ai 1.081 nel 2010 e ai 846 nel 2011, nonostante la crisi dichiarata
dall'azienda a giustificazione dei tagli. Sicuramente una gallina dalle uova d'oro sulla quale da tempo, oltre ad arricchire il management aziendale con stipendi d'oro ingiustificati, hanno messo gli occhi anche, i poteri bancari e finanziari. (con l'avallo della politica istituzionale)
L'azienda Poste Italiane SpA, anche nel territorio di Monza e Brianza, con le 3 filiali di riferimento (filiale di Monza, filiale zona Est, filiale zona Nord) non è esente da questo triste scenario.
- In molti uffici postali della provincia regna il caos, con una clientela sempre più furiosa contro disservizi e lunghe attese;
- il servizio di recapito lascia molto a desiderare, spesso a causa di una gestione organizzativa irresponsabile e inefficiente.
- Frequentemente si assiste a situazioni incredibili, moltissima corrispondenza lasciata in giacenza negli uffici e non recapitata per mancanza di postini, con cittadini esasperati.
A pagare purtroppo, oltre che i lavoratori di Poste, sono i cittadini, che alla luce di quanto previsto del nuovo piano di riorganizzazione del recapito ( un prevedibile ulteriore taglio di circa il 20% di postini nella provincia di Monza Brianza) rischiano di subire un peggioramento del servizio da parte di Poste Italiane.
Questa è la situazione che ha portato alla proclamazione dello stato di agitazione e del conseguente sciopero nazionale di categoria previsto il 12 ottobre 2012.
Oltre alle iniziative di sciopero e assemblee nei posti di lavoro, c'è l'intenzione di inviare un avviso alla Prefettura, dal momento che l'azienda Poste ha trascurato perfino di dare notizia nei termini dovuti alla cittadinanza del prossimo periodo di sciopero da noi correttamente comunicato, nei modi dovuti, alla Commissione di Garanzia, da normativa in materia.
L'azienda Poste, quindi, disattendendo questo obbligo di legge, ha mostrato anche la sua completa disattenzione a quei doveri che ancora dovrebbe avere nei confronti dei cittadini a cui si rivolge in qualità di erogatore di servizi alla collettività.
Da parte dei cittadini, dunque, si dovrà affrontare un periodo di disagi e di ulteriori difficoltà nella fruizione dei servizi, sperando che il management di Poste Italiane si faccia carico delle proprie responsabilità e possa decidere di restituire la giusta importanza ad un servizio postale non adeguato alle aspettative.
Monza lì 17 Settembre 2012
Vincenzo Traina Vittorio Serafin
Responsabile Settore Poste Segretario generale
SLC CGIL – Monza Brianza SLC CGIL – Monza Brianza