Monza e Brianza, la nuova provincia secondo il PD. 
 
Riordino delle province? Ponti: nessuna preclusione, l’importante è che siano vicine alle esigenze delle persone.

Monza, 1 ottobre 2012 – All’interno della Direzione Provinciale del Partito Democratico di Monza e della Brianza il dibattito sulle Province è vivo già da tempo e lunedì scorso è stato votato il documento di posizionamento sul tema del riordino delle province e in particolare delle sorti del territorio dell’attuale Provincia di Monza e della Brianza. Un documento che ha preso forma grazie ai contenuti emersi dal dibattito con i componenti della direzione e in particolare del Segretario Gigi Ponti, del Consigliere Regionale Enrico Brambilla e di Roberto Rampi, Vice Sindaco di Vimercate e coordinatore del grupo di lavoro del PD MB sul tema delle province.

Perché un no a priori? Il Partito Democratico vede con interesse la possibilità di rinnovamento e innovazione che si apre con il processo di riordino delle province ed è favorevole a un dibattito e a un ragionamento serio in merito”. Queste le parole con le quali Gigi Ponti commenta l’ipotesi di una “Grande Brianza” insieme a Lecco, Como e Varese.

Il PD è favorevole a cambiamenti che aiutino i cittadini in modo più diretto e facciano crescere la competitività del territorio e da questo punto di vista una provincia così grande e importante introdurrebbe aspetti di interesse da valutare seriamente. Aprirebbe un dialogo forte con Milano e non potrebbe essere snobbata da nessuno. Sarebbe una provincia all'avanguardia nel lavoro e nei servizi. Potrebbe rafforzare il ruolo dei Comuni portando le grandi città (gli attuali capoluoghi) a dover fare rete senza inutili primazie e Monza ne uscirebbe senza dubbio rafforzata".

Sul tema, interviene anche Roberto Rampi sostenendo che “questo processo ha senso solo se si ragiona in primis sulle funzioni da attribuire ai nuovi enti-provincia e soprattutto se di questi vengono garantite – o meglio, aumentate – l’efficienza economica e l’efficacia sui territori e nei servizi per i cittadini. È di fondamentale importanza che si ragioni concretamente sulle competenze, che non devono allontanarsi dai cittadini ma piuttosto avvicinarsi, venendo attribuite ai comuni, con le relative risorse per gestirle.

In un processo del genere torna ancora con forza il tema delle unioni dei comuni, unico sistema per amministrare al meglio le competenze sovra territoriali. In questo cammino noi proponiamo che i comuni che lo ritengono debbano poter partecipare come osservatori all’assemblea costituente della città metropolitana, alla cui adesione si potrebbe pensare solo a condizione che, ad esempio, si possa eleggere il sindaco metropolitano si abbia voce in capitolo su temi quali i trasporti, Area C, la metropolitana
”.

A chiudere il cerchio, Enrico Brambilla passa alle azioni concrete per dare forma al nuovo assetto territoriale brianzolo: “Bisogna fare una legge regionale di riordino che sostenga le aggregazioni e le unioni dei comuni. Noi abbiamo già una bozza e faremo la nostra parte perché la Regione assuma un ruolo di responsabilità in questo processo di transizione e cambiamento”.