Il 15 ottobre è scaduto il termine per la presentazione delle domande di emersione 2012 che ha riguardato lavoratori stranieri presenti sul territorio e impiegati non regolarmente.

E’ evidente che la situazione di crisi ed i requisiti imposti dalla normativa, sono stati un grande ostacolo per l’accesso alla regolarizzazione.

Il numero di pratiche è risultato, alla fine, assolutamente inferiore all’ultima sanatoria, quella del 2009.

Il patronato INCA della CGIL e il Sindacato stesso sono stati impegnati a servizio dei richiedenti la regolarizzazione in primo luogo per garantire la massima tutela per i lavoratori i cui datori di lavoro avessero inteso sanare la posizione dei loro dipendenti.

I dati del nostro patrocinio ricalcano quelli a livello nazionale: l’INCA CGIL di Monza ha inoltrato360 pratiche relative ad altrettanti lavoratori stranieri; 350 sono le domande avanzateper regolarizzazione del lavoro domestico.

E’ evidente, anche non facendo una lettura attenta dei dati, che il motivo di questa enorme sproporzione è dovuto ai costi di regolarizzazione:una richiesta di regolarizzazione per colf-badante non superava i 2.000 euro, mentre, in settori come l’edilizia , commercio o agricoltura il costo poteva arrivare tra le 6.000 e 10.000 euro.

L’esperienza ci induce nuovamente a considerare che occorreva rendere la procedura per la regolarizzazione più semplice e maggiormente fruibile per imprese e lavoratori: solo in questo modo avrebbe avuto successo la lotta allo sfruttamento, alla clandestinità e al lavoro nero.

Con queste norme, invece, molti datori di lavoro, hanno preferito avanzare domande di regolarizzazione per lavoro domestico anche trattandosi di altre tipologie di impiego; per risparmiare un po’ di quattrini la strada spesso scelta è stata questa.

Come il provvedimento del 2009, anche questa regolarizzazione ha infatti posto al centro della procedura il datore di lavoro, lasciando i lavoratori interessati in balia della possibilità di raggiri o vere e proprie truffe.

L’INCA ha cercato in tutti i modi di verificare la documentazione presentata, riscontrando in alcuni casi una documentazione contraffatta o falsa: in questi casi non abbiamo esitato segnalare alla Questura fatti o situazioni di sospetta illegalità.

Osservando i nostri dati di patrocinio possiamo notare che tra le persone che ci hanno richiesto assistenza abbiamo più cittadini del Marocco, Bangladesh, Egitto e Pakistan.

Quasi tutte le domande inoltrate presentano come datore di lavoro uno straniero; solo per poche pratiche – più spesso riguardanti lavoratori o lavoratrici dei paesi dell’est - si sono presentati da noi datori di lavoro italiani.

Come detto pocanzi sono 360 le domande inoltrate, ma tre volte tanto sono stati gli appuntamenti fissati per dare informazioni o consulenza sull’avvio della procedura.

Più di un migliaio di migranti si sono rivolti dunque alla CGIL di MB in questo periodo per ottenere consulenze, informazioni, supporto.

Siamo soddisfatti dell’attività che nel territorio abbiamo fatto, è però evidente che il giudizio complessivo che diamo sulla regolarizzazione è negativo. Il dato delle pratiche trasmesse a livello nazionale non corrisponde al numero complessivo di quei lavoratori costretti a lavorare in nero, senza alcuna Tutela o Diritto”, confermaEzio Cigna, direttore dell’INCA di Monza e Brianza.

Il numero esiguo delle pratiche inviate conferma tutte le difficoltà che gli stranieri hanno incontrato”.

“Ci sono stati anche evidenti contraddizioni nelle procedure e nell’organizzazione delle operazioni di trasmissione delle pratiche – continua Ezio Cigna - per esempio il parere dell'Avvocatura in merito alla prova della presenza in Italia (che pure ha evidenziato la volontà di invertire la tendenza iniziale che sembrava mirare fortemente a contenere il numero delle domande) è arrivata tardi, quando già metà del mese a disposizione era trascorso. Ma malgrado questa apertura, non si è registrato negli ultimi giorni l’incremento di domande che ipotizzavamo potesse esserci. Certamente molti dei casi che erano stati "sospesi", in attesa di indicazioni più chiare, sono stati risolti, ma, purtroppo, molti stranieri sprovvisti di documentazione “certa”hanno preferito non inoltrare alcuna domanda”.

Ufficio Segreteria e Comunicazione

CGIL Monza e Brianza

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