APPELLO A TUTTE LE PERSONE DI BUONA VOLONTA’ PER DIRE NO ALL’INCENERITORE. E AVVIARE IL PERCORSO DI RIFIUTI ZERO NEL TERRITORIO DI MONZA E BRIANZA.

Il Comitato Beni Comuni di MB, ritiene gravissimo il tentativo della giunta di Cesano Maderno di calpestare la volontà popolare e proporre la privatizzazione di Bea (forno inceneritore di Desio), nel solco dei peggiori governi di centro destra-lega che hanno sfasciato la Brianza  e l'intero paese.

Denunciamo: che la “gara per la selezione del socio privato” di Bea Gestione S.p.A. è la testa d’ariete nella provincia di MB per abbattere la volonta’ popolare di mantenere totalmente pubblica la gestione dei servizi locali.

La volontà espressa dal popolo attraverso il referendum deve essere rispettata. Questo è il significato che più chiaramente emerge dalla lettura della Sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012 dello scorso 20 luglio che ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’intera disciplina dei servizi pubblici locali introdotta dopo il referendum del 13 giugno 2011 dal governo Berlusconi. Ripercorriamo brevemente i fatti. Il referendum del 12 e 13 giugno 2011 ha sancito l’abrogazione dell’art. 23-bis del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, che dettava una normativa generale di settore, inerente i servizi pubblici locali, volta a restringere le gestione in house dei servizi pubblici locali di rilevanza economica, consentite solo in casi eccezionali. L’effetto abrogativo si è realizzato con decorrenza dal 21 luglio 2011, a seguito della pubblicazione nella gazzetta ufficiale del d.P.R. n. 113/2011. A distanza di meno di un mese dalla pubblicazione di questo decreto, dichiarativo dell’avvenuta abrogazione dell’art. 23-bis, il Governo Berlusconi, con l’art. 4 del D.L. n. 138/2011, interveniva sulla materia dei servizi pubblici locali, con una norma che riproponeva, quasi integralmente, quella abrogata.

In sostanza cosa era avvenuto: con un’operazione da “furbetti di paese”, il governo Berlusconi, giocando sul fatto che gran parte dell’attenzione era stata riservata all’”acqua pubblica”, aveva reintrodotto l’art. 23-bis per gli altri servizi pubblici. La Corte Costituzionale ha smascherato questa operazione di basso profilo: la volontà popolare aveva sancito l’abrogazione dell’art. 23-bis e tale volontà popolare, indirizzata verso il favore del pubblico nella gestione dei servizi locali, è da intendersi diretta a tutti i servizi pubblici, non solo per l’idrico! Al di la delle questioni prettamente tecniche, ogni buon politico dovrebbe porsi questa domanda: il popolo referendario si è recato ai seggi solo per abrogare l’art. 23-bis, oppure per far valere il principio secondo il quale i servizi pubblici devono rimanere totalmente pubblici e gli interessi privati non hanno diritto di accesso nella loro gestione? La risposta è scontata. Ma, evidentemente, a Cesano Maderno non è giunta la voce del popolo referendario! Sembra che gli “azzeccagarbugli” della casta di Cesano Maderno vogliano nascondersi dietro questioni puramente giuridiche e vogliano farci credere che il 12 e 13 giugno la maggioranza degli italiani, trasformandosi in un gruppo di cultori del diritto, sia andata a votare per l’espunzione dall’ordinamento italiano di una complicata norma contenuta in un oscuro decreto legge. La gara per la selezione del socio privato di Bea Gestioni S.p.A. ricorda molto da vicino l’operazione del Governo Berlusconi bloccata dalla Corte Costituzionale. A Cesano Maderno si propone, infatti, di privatizzare il servizio di gestione dei rifiuti con la stessa tecnica da “furbetti di paese” adottata dal Governo Berlusconi, ovvero far credere che i referendum valessero solo per l’acqua. In questo momento nessun amministratore assennato, facendo leva sul fatto che la normativa comunitaria lo consenta, si sognerebbe di proporre la privatizzazione del servizio idrico. Nemmeno la Provincia di Monza e Brianza arriva a tanto! Quindi la casta ci sta provando con gli altri servizi pubblici. Addirittura a Cesano Maderno si va oltre l’operato del Governo Berlusconi perché, sbeffeggiando l’intelligenza dei cittadini, nello schema di delibera che dovrebbe dar avvio alla gara per la selezione del socio privato di Bea Gestioni S.p.A. si ha l’ardire di citare la Sentenza della Corte Costituzionale n. 199/2012 per sostenere che l’operazione risulta ottemperante a questa pronuncia. È ovvio che il “giudice delle leggi” non poteva sostenere che la normativa comunitaria (quindi anche l’affidamento di un servizio pubblico a società a capitale misto pubblico-privato) non può essere applicata in Italia dopo i referendum, ma forse alla Giunta di Cesano Maderno è sfuggito, oppure tenta di nascondere, un passo della Sentenza.

La Corte Costituzionale, infatti, nel commentare il famigerato art 4, considera che: “…l’intento abrogativo espresso con il referendum riguardava pressoché tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica ai quali era rivolto l’art. 23-bis...”. Con la privatizzazione di Bea Gestioni S.p.A. stanno prendendo in giro l’intelligenza degli elettori di Cesano Maderno, perché se ne infischiano del “comune sentire” che vuole che i privati stiano fuori dalla gestione dei servizi pubblici. Ad aggravare ulteriormente questa operazione poco trasparente, si rileva che nello schema di convenzione preparata da Bea e soci, accettata a occhi chiusi dalla Giunta di Cesano, sono contenuti alcuni articoli capestro che danneggiano la collettività perché vanificano qualsiasi ipotesi di aumento della raccolta differenziata. Da ultimo, si suggerisce di porre l’attenzione sul fatto che alcuni personaggi che agiscono a favore della casta dei rifiuti, sono i medesimi che agiscono a favore della casta dell'acqua. Entrambi i cicli sembrano separati ma, in realtà, il cerchio magico degli interessi si chiude, facendoci comparire gli stessi personaggi che, in virtù del fatto che trovano compiacenze e connivenze in tutti gli ambiti della vita politica e sindacale, possono permettersi di dettare legge.

Il Comitato Beni Comuni di Monza e Brianza, schierandosi con quanti nei Consigli Comunali intendano abbracciare la causa dei Beni Comuni e smascherare definitivamente le pratiche dall'affarismo, intende proseguire la battaglia anche per vie istituzionali.

Monza 21 ottobre 2012                               Comitato Beni Comuni MB


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