Apprendiamo dalla stampa locale che è stato chiuso il noleggio bici di Cascina Bastia al Parco di Monza: la concessione è scaduta il 30 settembre scorso.
La Bastia dovrà essere sottoposta, sappiamo, ad interventi di sistemazione. Per questo motivo, il servizio è stato sospeso. In realtà, si potrebbe trattare di una lunga sospensione, dato che al momento gli enti preposti alla partita non hanno ancora preso delle decisioni in merito al futuro della struttura e delle attività che ospitava.
Non si si sa ancora se verranno fatti due bandi distinti (uno per i lavori di riqualificazione e uno per la gestione del noleggio) oppure un bando unico per affidare ad un solo soggetto privato manutenzione e noleggio.
La questione merita l'attenzione generale degli amministratori monzesi.
Il noleggio bici ha acquisito sempre di più, nel tempo, valore di prezioso presidio, diventando altresì gradito servizio per molti abituali frequentatori del Parco e per visitatori estemporanei; per entrambe queste categorie la notizia non sarà certamente gradita. Riteniamo che il recupero del complesso monumentale della Villa Reale e del Parco di Monza non possa prescindere dal mantenimento di un noleggio biciclette nella Cascina Bastia.
Per gli storici gestori la chiusura significa l'immediata perdita del posto di lavoro. Con scarse prospettive per il futuro. La ormai ex-responsabile del servizio ha dichiarato la propria disponibilità a partecipare a eventuali bandi, ma la possibile introduzione del "bike sharing"- girano voci in tal senso - rende molto improbabile la partecipazione degli storici gestori a una gara. In merito si osserva che l’ipotesi del bike sharing non ha molto senso nel Parco dove molti arrivano con le proprie bici e per gli altri fa comodo noleggiare una bici, magari quella a 4 posti per famiglie e per far divertire i bimbi. Il bike sharing non è assolutamente indicato: mezzi esposti al vandalismo, alla pioggia, all'umidità, difficoltà di reperire il biglietto da parte dei visitatori del Parco non-monzesi, ritorno economico dell'investimento, e quant’altro.
Riteniamo doveroso un intervento che permetta di far proseguire l'attività con un regime transitorio. Ciò anche in virtù di tempi sicuramente non brevi tra definizione del bando e lavori di riqualificazione della Bastia.
Non è tutto. Non vorremmo che la Bastia diventasse il primo tassello di quel pericoloso mosaico di cui si sente ogni tanto parlare. Non è un mistero che ci sia la prospettiva di cedere la gestione complessiva delle attività nel Parco di Monza a un unico ente privato. La formula, definita "global service" metterebbe nelle mani di un solo soggetto molti servizi, dalla cura del verde alla gestione delle strutture. Si tratta di un'ipotesi da rigettare, per vari motivi:
- possibile scadimento dei servizi. Impossibile e improprio che un solo ente privato possa avere competenze a 360°; ne deriverebbe l'immancabile subappalto al risparmio.
- perdita di importanti competenze e professionalità. L'Amministrazione Parco ha dimostrato negli anni di saper operare al meglio, pur tra mille ristrettezze e difficoltà; i dipendenti - il cui futuro è tuttora da definire dopo l'arrivo del Consorzio Parco e Villa Reale - hanno anche acquisito quell'importante patrimonio che possiamo chiamare memoria storica.
- ricadute globali. In caso di fallimento o di inadempienza della società prescelta, le conseguenze non sarebbero puntiformi ma interesserebbero il Parco nel suo insieme.
- perdita di posti di lavoro. La distribuzione dei servizi su più enti e significa anche maggiori possibilità occupazionali.
Comitato per il Parco A. Cederna
Il Presidente, Bianca Montrasio,