Sinistra Ecologia Libertà – Monza Brianza

esprime la propria contrarietà al Piano Industriale proposto

da Brianza Energia Ambiente S.p.a. (BEA) ai Comuni soci.

  

BEA sta proponendo ai Sindaci dei Comuni soci, attraverso un nuovo Piano Industriale, di continuare a utilizzare il vecchio forno inceneritore , potenziandolo a 92.000 ton/a, con un costo di 32 milioni di euro. Attualmente i comuni soci conferiscono rifiuti per sole 38.000 ton/a e 27.000 ton/a vengono reperiti altrove. BEA prevede l'aumento dei rifiuti inceneriti come requisito necessario per coprire tutti gli investimenti chiesti ai comuni.

La pratica della raccolta differenziata, in questi ultimi anni, ha ridotto drasticamente il ricorso all'incenerimento e prevedere un piano che trova il pareggio economico, attraverso la maggiore quantità di rifiuti smaltita con l'incenerimento, rischia di esporre ad un forte rischio i Comuni, a cui si stanno già chiedendo ingenti investimenti. Una scelta di questo genere provoca la "caccia" al rifiuto, attraverso ‘politiche di dumping’ nel prezzo (acquisto a costi inferiori), così come già accaduto, che porta paradossalmente i comuni soci, che si devono sobbarcare i rischi di investimento, a spendere di più degli altri comuni solo "conferitori", oppure, ad allentare l'attenzione e l'impegno sulla raccolta differenziata, per garantire i quantitativi di pareggio economico.

Bea per potenziare il forno deve altresì trovare capitali ed il piano industriale prevede che vengano recuperati da privati, costituendo una nuova società di gestione, con il 40% al capitale privato. I nuovi capitali freschi, vincoleranno inoltre, i comuni soci, per i prossimi 20 anni.

BEA nel dettare queste sue linee strategiche ai Sindaci sta mettendo a rischio il potenziamento della raccolta differenziata e la virtuosità raggiunta dai comuni. Vuole portare velocemente in approvazione il piano industriale per avviare le procedure per l’appalto, senza tener conto  che la Corte Costituzionale, con sentenza del 20 Luglio 2012, ha abrogato l’obbligo della privatizzazione. Anche se i comuni non hanno discusso la novità della sentenza nei consigli comunali, BEA sta accelerando i tempi per ricercare la maggioranza nell’Assemblea dei Sindaci, nonostante alcuni comuni abbiano  deliberato il piano industriale prima del luglio 2012 e quindi in condizioni diverse, altri si accingono a deliberarlo ora ed altri ancora  non ritengono opportuno deliberare.

SEL esprime la propria contrarietà al piano industriale perché è fortemente convinta che al centro delle politiche di gestione dei rifiuti debba essere posta con forza la logica del  ‘ciclo integrato dei rifiuti’,  ovvero della prevenzione alla produzione, riutilizzo, riciclo e recupero, ribaltando l’impostazione del piano industriale che pone tra i principali presupposti, per il proprio equilibrio economico finanziario, l’incenerimento per i prossimi 20 anni. SEL non può approvare un piano industriale che riduce la stessa raccolta differenziata, per garantire un quantitativo obbligato di rifiuti da inviare al forno! Non si può approvare un piano che peggiora l’inquinamento atmosferico,la salute e i miseri bilanci dei cittadini,anziché trasformare i rifiuti in risorsa e risparmio economico! La tecnologia dell’incenerimento dei rifiuti, dal dopoguerra ad oggi, ha risolto una serie di problemi ma ha provocato  numerosi danni alla salute umana ed ambientale. Non per niente la scienza medica ambientale, indica la necessità di superare le termo-tecnologie a favore di tecnologie meno impattanti e più ecosostenibili.

 

SEL ritiene che i Comuni, soci di BEA, debbano consolidare nel proprio territorio una società interamente pubblica che diventi punto di riferimento virtuoso del ciclo integrato dei rifiuti.

Non è accettabile dire di voler mantenere la proprietà pubblica del processo, ma nel contempo generare le premesse per una privatizzazione futura di segmenti dello stesso in  una ottica strettamente economicistica. Occorre mettere al centro il servizio pubblico del ciclo integrato dei rifiuti e non i processi di carattere strettamente economico!

 

SEL propone una linea guida per un nuovo piano industriale più rispettoso ed eco-sostenibile:

  1. mantenimento della totale proprietà pubblica del ciclo complessivo dei rifiuti;
  2. potenziamento della raccolta differenziata  dei comuni soci a livelli più virtuosi; 
  3. redazione di uno studio di fattibilità  tecnica, organizzativa ed economica, per un modello più virtuoso della gestione dei rifiuti,  che preveda: una semplificazione ed ottimizzazione  della differenziazione dei rifiuti ai fini di un risparmio per i cittadini, il trattamento della frazione umida con recupero del biogas, la selezione e trattamento degli ingombranti, soluzioni tecnologiche ‘virtuose’ per il trattamento della quota residua di rifiuti dopo la raccolta differenziata, la gestione unica delle piattaforme e la valorizzazione degli attuali servizi;
  4. discussione degli esiti dello studio di fattibilità con i comuni e la stessa popolazione in un processo partecipativo.
  5. mantenimento di BEA come strumento tecnico/gestionale ed operativo dei Comuni per riorganizzare tutto il settore.

SEL invita tutte i Sindaci soci di BEA a non affrettare l’approvazione di un piano con questi pesanti  limiti, ma ad utilizzare il buon senso, prendendo più tempo, al fine di effettuare scelte giuste e  rispettose della salute e dell’ambiente, soprattutto in un territorio così martoriato.

 

Invita tutte le Amministrazioni Comunali, socie di BEA, ed i cittadini, ad un confronto pubblico sulla gestione del ciclo integrato dei rifiuti, perché pubblici devono essere gli interessi che devono istruire il piano.

 

Monza 21 Ottobre 2012

SEL MONZA E BRIANZA

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