Giornata di formazione/informazione del 20 ottobre sulla strana gestione del brianzolo

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Il 20 ottobre, in viale Libertà di Monza, si è celebrato uno straordinario evento di sana politica: Partecipazione Democratica.

 Premessa iniziale:

Complessivamente hanno partecipato ai lavori fra mattina e pomeriggio circa 50 persone. presenti i comitati, scarsa la presenza istituzionale. a parte movimento 5 stelle e fds,delle forze politiche nessuno.

 

Desta particolare preoccupazione l'assenza di qualsiasi organizzazione sindacale, che continuano a non voler capire come la Casta dell'Acqua sia peggio dei padroni del vapore e usano le organizzazioni sindacali e i lavoratori per coprire le loro nefandezze, in un contesto in cui l'intera classe politica è delegittimata. L'intervento all'evento avrebbe fatto capire come la tutela del bene comune non può prescindere dalla tutela dei diritti dei lavoratori che questa classe politica tende a mercificare alla pari dell'acqua e del territorio.

 

mentre partecipazione zero dei sindacati e peggio ancora partecipazione zero della Cgil e di quei signori che si sono resi protagonisti di quegli attacchi strumentali e pretestuosi contro  il nostro portavoce.

I lavori sono iniziati alle 10:00 con una breve presentazione della giornata da parte di Elisabetta e  Maurizio; con la prima relazione di Biagio sono iniziati i lavori. Terminato l' intervento di Biagio e' seguita una breve discussione alla fine della quale ha preso la parola Marco Fumagalli per la relazione sulle questioni relative agli indirizzi e ai provvedimenti sotto il profilo delle legittimità' e della normativa post referendum.


Segue una discussione e i lavori si chiudono alle 12:45 per la pausa pranzo. grazie agli amici del parco del Grugnotorto: Renzo, Peppo e Carlino coadiuvati da Mirko e Davide, abbiamo gustato un ottimo pranzo con prodotti della filiera e dei contadini brianzoli.

Alle 14:30 ripresa dei lavori con la relazione di Marco Fraceti sul far west delle imprese dell'acqua e il gruppo di potere che in essa vi si annida e sul Ddl corruzione. Infine ultima ma importante relazione sul piano industriale che sta alla base della nostra proposta di un unico soggetto erogatore, distributore.

Conclusioni di Rosario Lembo che sin dal mattino ha seguito i lavori. Rosario e' il presidente del comitato italiano contratto mondiale sull'acqua.

S
intesi degli orientamenti emersi e delle proposte: 

- un soggetto patrimoniale, erogatore e gestore assolutamente di mano pubblica.  

- il soggetto individuato e'Alsi

- piano industriale su rete e pozzi con prospettive di sistema duale delle acque

- riscrittura della legge regionale delle acque

Impegno del comitato beni comuni ad organizzare seminari analoghi sul ciclo dei rifiuti. della mobilita' e del consumo del territorio relativamente all'economia agroalimentare della Brianza

Vengono proiettate le slide relative agli elementi di illegittimità del “progetto” di riorganizzazione della Provincia e dell’ATO che ha portato a un affidamento illegittimo a favore di Brianzacque. Illustra l’argomento Marco Fumagalli. Dall’esposizione e dal dibattito emerge come la “cattiva politica” che ha permesso di arrivare al disastroso piano di riorganizzazione, sia la stessa che, tramite scelte opportunistiche e poco trasparenti ha determinato la sbagliata allocazione delle risorse del servizio idrico. Queste risorse, poi, si sono inevitabilmente rivelate insufficienti per gli investimenti richiesti dai vari Comuni; se queste risorse, tramite scelte virtuose della politica derivanti da una seria programmazione, fossero state ben utilizzate, si sarebbero invece rilevate adeguate per far fronte alle esigenze più impellenti.

Dopo il pranzo i lavori vengono ripresi con la proiezione di un gruppo di slide attinenti agli aspetti relativi alla legalità. Marco Fraceti illustra come alcuni operatori economici del settore, fra i quali l’aggiudicatario del milionario appalto bandito da ALSI per la ristrutturazione dell’impianto, pur formalmente possedendo i requisiti giuridici per la partecipazione alla procedure concorsuali, abbiano composizioni societarie poco trasparenti. Vengono evidenziate le svariate ramificazioni di Idra patrimonio. Fra queste ramificazioni Costruzion.e è una creatura che ha suscitato seri dubbi di legittimità e che, mediante la sua strana composizione (80% pubblica e 20% privata), consente che capitale pubblico venga utilizzato per scopi privati. Vengono poi elencati una serie di personaggi che negli anni, nell’ambito del servizio idrico. hanno ricoperto cariche istituzionali, di amministrazione, di gestione, di controllo. Tramite queste cariche “il gruppo” ha creato una rete che riesce a indirizzare le scelte che devono essere assunte per la gestione del servizio idrico. Marco Fraceti chiude il suo intervento con una disamina dell’inefficacia del recente decreto anti corruzione.

Biagio Catena Cardillo illustra poi la sintesi di un piano industriale che, partendo dalla fusione delle due patrimoniali con i necessari requisiti dimensionali, ALSI e IDRA, e il successivo accorpamento delle rimanenti porterebbe alla creazione del legittimo affidatario del servizio idrico, primo passo per la costituzione dell’Azienda speciale dei Comuni. Sottolinea come sia necessario innescare un processo virtuoso che, eliminando gli sprechi derivanti da innumerevoli appalti e consulenze non necessari, trovi le risorse necessarie per gli investimenti mediante un processo di internalizzazione e una corretta gestione dell’acqua.

Chiude i lavori Rosario Lembo. Nel suo intervento sottolinea come, allorché si dovesse riuscire a interrompere il folle progetto della Provincia e a eliminare i suoi attori principali (pone seri dubbi di legittimità addirittura sul parere della Conferenza dei Comuni perché in quella occasione i Sindaci furono chiamati a esprimersi su una materia quale la retrocessione di quote societarie riservate alla competenza esclusiva dei Consigli comunali) bisognerà concentrare l’attenzione sulla creazione di un soggetto di diritto pubblico quale l’Azienda speciale. Ciò perché un soggetto di diritto privato quali sono le attuali patrimoniali non garantisce dal pericolo che l’acqua venga trattata come una merce. Termina evidenziando la necessità di superare i provincialismi derivanti dalla legge Galli che, individuando gli ambiti territoriali su scala provinciale, ha trasformato in poltronificio il bene acqua. Al fine di creare efficienti economie di scala è necessario rideterminare gli ambiti in maniera diversa, più ampia e logica, partendo dalla valutazione della conformazione del territorio.

Considerazioni finali

La giornata di studio ha evidenziato come il “progetto” di riorganizzazione del Servizio idrico ideato dalla Provincia sia fallimentare.

Il suo fallimento è stato ufficialmente dichiarato, dopo undici mesi dall’avvio del processo di riorganizzazione, lo scorso 15 ottobre durante l’Assemblea dei Soci di Idra patrimonio, quando ai Sindaci è stata fatta approvare una delibera di indirizzo per la scissione della Società tra le Province di Milano e di Monza e la contestuale fusione nelle “riconosciute” Società affidatarie del Servizio Idrico. Ciò significa che verrà avviato uno studio, a spese della collettività, che non potrà essere portato a termine. La fusione di Idra in Brianzacque non potrà infatti avvenire, visto che la proprietà di reti e impianti del servizio idrico, alla luce della Sentenza della Corte Costituzionale n. 320/2011, non può essere trasferita in questa società.

La procedura di retrocessione delle quote di ALSI, d’altro canto, è ben lungi dall’essere attuata, viste tutte le problematiche, legate alla illegittimità di tutto il percorso, che emergono prepotentemente e che non possono essere di colpo smaterializzate dai tecnici comunali, chiamati a redigere pareri di legittimità il cui rilievo è stato notevolmente accentuato dalle recenti modifiche in materia di controllo degli Enti locali, apportate al TUEL dal D.L. n. 174/2012.

In aggiunta, la retrocessione delle quote di AEB risulta più che altro un miraggio, in considerazione, oltre che delle stesse argomentazioni relative ad ALSI, anche dell’intricatissimo sistema di detenzione di queste quote.

Del problema legato al capitale privato di ACSM-AGAM non se ne parla nemmeno più!

A questo punto, l’unica soluzione per evitare ulteriori sprechi di tempo e, soprattutto, di denaro pubblico è l’immediata sostituzione del CdA dell’ATO e di quegli amministratori che sono stati i fautori dello scellerato “progetto” di riorganizzazione della Provincia. Questi ultimi coincidono, in qualche caso, con i responsabili dello spaventoso debito di Idra patrimonio del qual abbiamo potuto leggere recentemente sui giornali. Sembra quasi che, in questa affannosa rincorsa contro il tempo, vogliano tentare di nasconderlo con contorte e assurde operazioni societarie.

Subito dopo occorre dare avvio a un nuovo percorso, rispettoso della normativa, che porti alla riorganizzazione del servizio idrico nell’unico modo possibile: quello da sempre sostenuto dal Comitato Beni Comuni che risulta identico a quello che l’ATO di Milano sta realizzando, ovvero affidamento del servizio idrico a un soggetto in possesso dei necessari requisiti (la grande patrimoniale brianzola che nascerebbe a seguito delle varie operazioni di incorporazione tra quelle storicamente esistenti sul territorio) e sua erogazione tramite la controllata Brianzacque.

Ciò, ovviamente, non vuol significare che il Comitato Beni Comuni non ambisca ad un servizio idrico interamente pubblico, anche per la forma giuridica del suo gestore; certo, l’ideale sarebbe un’unica gestione affidata a un Ente pubblico: l’Azienda speciale consortile.

Per il momento, si auspica che la sua gestione rimanga nelle mani di una società totalmente pubblica, che ottenga l'affidamento nel rispetto delle norme che governano la materia.

Al fine di dare piena attuazione ai risultati referendari e di evitare che il bene comune acqua possa continuare a essere considerato riserva di caccia di qualcuno, si deve poi prevedere che, all’interno della grande patrimoniale brianzola, accanto al Comitato intercomunale di controllo (soggetto previsto dalla normativa relativa agli affidamenti in house ma mai nominato dalle società brianzole del settore idrico) venga costituito un Comitato, composto dai rappresentanti dei Comitati cittadini che, oltre a svolgere una funzione di indirizzo dell’attività societaria, abbia funzioni di vigilanza, ovvero verifichi che qualsiasi atto venga adottato nell’effettivo interesse della cittadinanza. Poi, una volta che saranno portate a termine le operazioni per addivenire velocemente a un affidamento “a norma” - che rispetto a quelle previste dal “progetto” della Provincia e dell’ATO brianzolo appaiono quasi elementari (basta accorpare le patrimoniali) - potremo aspirare alla grande azienda speciale del territorio provinciale.

  Monza 23 ottobre 2012                        Comitato Beni Comuni MB

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