Le istituzioni convocano i “Primi Stati Generali del Marketing Territoriale” mentre va in liquidazione Milano Metropoli, l’Agenzia di sviluppo e di marketing territoriale considerata una “eccellenza” a livello nazionale e internazionale

Sindacati e lavoratori in cassa integrazione attendo dai soci (Provincia di Milano, Camera di Commercio e Comuni del Nord Milano) un piano per la loro ricollocazione e fanno un appello alle istituzioni affinché non si disperdano esperienze, competenze e partnership internazionali di Milano Metropoli.

L’Agenzia, oltre a gestire il rilancio produttivo del Nord Milano e partecipare attivamente alla candidatura Milano Expo 2015, ha creato un sistema di incubazione di imprese nel milanese che dal 2000 ha supportato la nascita e lo sviluppo di oltre 112 start up innovative.

Regione Lombardia organizza martedì 22 gennaio a Milano i Primi Stati Generali del Marketing Territoriale per stimolare spunti di riflessione e attivare sinergie tra i territori e gli stakeholder, “affinché vengano sviluppate fattive politiche di marketing territoriale come strumento strategico per la promozione del territorio anche in chiave Expo 2015”. Un’iniziativa con un obiettivo importante che è stata organizzata ignorando o, ancora peggio, senza essere al corrente della drammatica situazione che sta attraversando Milano Metropoli, l’Agenzia nata proprio per promuovere progetti di sviluppo e di marketing territoriale per l’area metropolitana milanese che, nonostante sia stata considerata un esempio di “eccellenza” a livello nazionale e internazionale, i soci pubblici hanno deciso di mettere in liquidazione.

Le organizzazioni sindacali chiedono alla Regione Lombardia il perché del non invito e della non partecipazione di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, vista l’esperienza e i progetti sviluppati in questo ambito in 15 anni d’attività. Forse la Provincia di Milano, socio di maggioranza al 51% di Milano Metropoli lo ha sconsigliato? I sindacati avrebbero voluto chiedere in questo convegno alle istituzioni presenti se intendono coinvolgere Milano Metropoli nell’iter di trasformazione in Città Metropolitana, come è stato invece previsto per la Provincia di Milano.

FILCAMS CIGL sottolinea come la chiusura di Milano Metropoli non sia una conseguenza della crisi economica attuale ma un triste esempio di come interessi e logiche esclusivamente politiche possano distruggere una società pubblica la cui “mission” è proprio lo sviluppo e il marketing territoriale. Le competenze professionali e la provata esperienza dei lavoratori storici di Milano Metropoli nella gestione di progetti di sviluppo e di marketing territoriale, di sostenibilità ed efficienza energetica, di innovazione e servizi per le aziende e per le start up costituiscono un’importate risorsa da preservare e valorizzare più che mai in un momento di crisi come l’attuale, un patrimonio che potrebbe dare un concreto contributo alle nuove politiche di sviluppo della Regione Lombardia, alla costruzione di Expo Milano 2015 e alla nuova Città Metropolitana. I lavoratori continueranno le loro azioni al fine di salvaguardare l’esperienza e i posti di lavoro coinvolgendo tutti gli stakeholder.

La decisione di mettere in liquidazione Milano Metropoli, presa alla fine di dicembre da Provincia di Milano, Camera di Commercio di Milano e Comuni di Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Bresso, ha comportato la richiesta di cassa integrazione per i 18 lavoratori dell’Agenzia con la conseguente paralisi dei progetti nazionali e internazionali, attivati con il cofinanziamento di bandi regionali, nazionali ed europei, e di tutte le attività di promozione e di implementazione dei servizi dell’Incubatore-Hotel d'Impresa LIB: struttura di riferimento nell'area metropolitana milanese per chi vuole creare o implementare un'attività imprenditoriale che ospita attualmente 33 aziende innovative con oltre 200 addetti e altri 8 progetti di pre-incubazione guidati da giovani.

FILCAMS CIGL condivide la preoccupazione dei lavoratori per il proprio futuro i quali sono in attesa di riscontri sul piano di ricollocazione promesso a dicembre dai soci pubblici e sull’effettiva rotazione del personale in cassa integrazione, come era stato sottoscritto tra i sindacati e la direzione. I lavoratori percepiscono di essere l’anello debole di una catena che pone al vertice questioni esclusivamente politiche e denunciano la totale assenza di visione strategica da parte dei soci pubblici, in modo particolare dalla Provincia di Milano che, dopo aver fatto uscire dalla compagine i soci privati (investendo inutilmente 250.000 € per l’acquisto delle azioni) e di aver trasformato l’Agenzia in società strumentale, non sia stata in grado di individuare nuove strategie né attività da sviluppare.