Questa mattina si è svolto a Monza, presso la sala Maddalena, il convegno organizzato dal sindacato della Funzione Pubblica Lombardia dal titolo “Legalità e trasparenza nelle amministrazioni pubbliche. Ricostruire fiducia tra cittadini e istituzioni”.

 

Nel portare il saluto della CGIL di Monza e Brianza, il Segretario Generale Maurizio Laini ha detto tra l’altro:

Definire il territorio di MB un osservatorio “privilegiato” per leggere la dinamica dell’insediamento della n’drangheta, degli affari sporchi, del riciclaggio di denaro, della commistione, della connivenza tra affari e politica è quasi mistificare una realtà che non solo non è privilegiata, ma paga pesantemente e sulla propria carne viva l’illegalità troppo diffusa, dagli effetti fin troppo evidenti sull’economia, sulla cultura e sul sociale.

“Osservatorio” suona come luogo di studio, di ricerca. Invece I fatti accadono con effetti devastanti sulla comunità brianzola.

Qui si sono registrati anche fatti di sangue riconducibili ad un sistema di potere (peraltro proprio recentemente sono stati chiamati a rispondere di implicazioni dirette personaggi politici brianzoli) radicato e fortemente attivo: c’è n’drangheta, strutturata e organizzata secondo il modello tristemente noto elaborato nel sud dell’Italia e oggi riprodotto secondo le medesime logiche al nord e addirittura fuori dal paese; c’è commistione con la politica, con un’intera (peraltro improvvisata) classe dirigente fatta di sindaci, consiglieri provinciali e regionali, assessori, funzionari coinvolti; c’è business acclarato anche dalla Magistratura e c’è violenza riconducibili all’infiltrazione delle mafie nel corpo vivo dell’economia territoriale.

 8 febbraio 2012, titolo de “Il Cittadino”: “Si è concluso lunedì sera a Milano in Corte d'Assise il processo contro gli autori di una faida di 'ndrangheta in Lombardia e in Brianza: quindici ergastoli per omicidio e associazione mafiosa e centomila euro a titolo di risarcimento ai Comuni di Seregno e Giussano”.

Nemmeno l’unica banca del territorio a valenza nazionale è risparmiata dal sospetto di aver in qualche modo coperto operazioni di riciclaggio.

Nel nostro lavoro sindacale abbiamo quotidianamente a che fare con aziende che dispongono in questo momento nel quale l’accesso al credito sembra impossibile di una liquidità infinita e sospetta.

Prevalentemente si tratta di cooperative più o meno finte: aziende che non hanno una sede legale, che non hanno referenti, che denunciano nella ragione sociale indirizzi inesistenti, numeri di telefono o di fax assolutamente muti.

Cooperative, più spesso di logistica, che si avvalgono di lavoratori immigrati, autotrasportatori senza patente valida o tantomeno permesso di soggiorno, senza diritti, ovviamente, senza contratti, ovviamente, che conoscono del proprio datore di lavoro solo la faccia del loro diretto referente.

Eppure, referenti di questo sistema frequentano più di noi gli uffici tecnici dei comuni, gare d’appalto, il mondo delle banche e delle imprese.

 Vi ringrazio quindi di aver scelto questo territorio per la vostra iniziativa.

 Per fortuna il territorio di Mb non è solo mafie.

 · Il tribunale di Monza si avvale di un drappello di giudici straordinariamente esposti sul fronte della lotta alla criminalità organizzata e non guarda in faccia a nessuno nel suo lavoro di indagine e di perseguimento della giustizia;

 · Sono in campo amministratori locali protagonisti autentici del contrasto al malaffare (Desio, sindaco Corti) che rischiano in proprio per riportare trasparenza e pulizia nel funzionamento delle macchine pubbliche sul territorio;

 · In decine di scuole di MB sono stati proposti percorsi sulla legalità proposti da insegnanti con la collaborazione di Libera e delle OO.SS.; promuoviamo e partecipiamo annualmente al progetto “Carovana antimafie” con Arci e altre Associazioni.

 · Abbiamo in atto, CGIL CISL UIL, stretti contatti con la Prefettura; abbiamo firmato un protocollo sulla legalità e la sicurezza sui cantieri e abbiamo avanzato denunce importanti sugli episodi che abbiamo incontrato nel nostro lavoro;

 · Presso la DPL di Milano lavora con buona lena un osservatorio sulle cooperative e si sta costruendo un protocollo sul nodo rilevantissimo della qualità degli appalti pubblici, sulle buone pratiche e sulla vigilanza istituzionale sulla regolarità del lavoro.

 · Il sindacato confederale è protagonista attivo della battaglia per la legalità nel suo lavoro quotidiano, nelle iniziative pubbliche di supporto alla cultura della legalità e del contrasto alla criminalità; la CGIL ha in corso anche su questo territorio la raccolta di firme a sostegno della proposta di legge “io riattivo il lavoro”.

 Chiudo allora facendo I miei personali auguri ad Ambrosoli: in Lombardia si gioca una partita decisiva sul fronte politico, su quello degli equilibri nazionali e del cambio di quadro.

 Siamo tutti impegnati perchè sappiamo bene quanto sia necessaria la modifica del quadro politico.

 Ma si gioca una partita decisiva per I Lombardi sul fronte della qualità della convivenza civile. Con troppa fretta la campagna elettorale ha dimenticato perchè oggi si vota in Lombardia; quali sono state le caratteristiche del sistema di potere lombardo in questi ultimi anni; quali gli intrecci tra politica, affari e illegalità sull’intero territorio lombardo, a partire dal modello di gestione del sistema sanitario.

 Ambrosoli su questo ci rappresenta appieno: vogliamo una Lombardia liberata dalla corruzione, dallo scambio illegale, dagli appalti al massimo ribasso, dalla cattiva politica. E Ambrosoli, vincendo, farà vincere questa cultura e affermerà il senso della nostra battaglia”.

 Monza, 8 febbraio 2013