Consumo di suolo a Monza: in 5 anni autorizzato un terzo di quanto previsto dal Pgt vigente. Colombo: “Cementificatore era chi voleva cancellare quasi tutte le aree libere e agricole. Da associazioni ci aspettiamo più equilibrio”
Monza, 11 febbraio 2013 - In cinque anni a Monza è stato autorizzato o edificato meno di un terzo di quanto previsto dal piano di governo del territorio vigente, approvato nel 2007 dalla giunta Faglia. “Questo dato da solo basta a smentire chi accusa la nuova amministrazione di essere in preda a una ‘furia cementificatrice’ – puntualizza l’assessore all’urbanistica Claudio Colombo. Un piano che per altro era stato giudicato positivamente, all’epoca della sua approvazione, persino dalle stesse associazioni ambientaliste, anche se poi in fase di adozione la giunta Mariani, appena insediata, recepì alcune osservazioni che ne peggiorarono in parte le previsioni”.
La furia cementificatrice ci sarebbe stata, continua Colombo, “se fosse passata la variante al Pgt voluta e promossa ostinatamente per cinque anni dalla precedente amministrazione, variante che noi invece abbiamo subito revocato con uno dei primi atti di giunta e con una maggioranza più ampia del centrosinistra in Consiglio comunale”.
“Rispettiamo le posizioni espresse anche se non le condividiamo – dice ancora l’assessore. Ma alle associazioni e ai comitati, con i quali siamo sempre disponibili a proseguire il confronto come è avvenuto in questi mesi, ci permettiamo di suggerire un po’ più di equilibrio, anche per non vanificare lo sforzo di credibilità che il mondo dell’ambientalismo monzese ha saputo costruire nel corso degli anni. È sempre opportuno – prosegue - collocare le questioni nelle giuste proporzioni, magari sottolineando anche le iniziative oggettivamente positive, e cioè l’impegno di questa amministrazione nel tutelare il suolo libero e agricolo, come dimostrano la richiesta di inserire poco meno di 3 milioni di metri quadrati nel parco regionale di prossima istituzione e in quello locale della media Valle Lambro (Cascinazza compresa), su cui complessivamente la precedente amministrazione avrebbe realizzato, solo in questa porzione di territorio, circa 1,3 milioni di metri cubi. E come dimostra anche la richiesta ai privati di dare al Comune aree libere in cambio di nuovi interventi previsti dal piano”.
“Equiparare lo sviluppo urbanistico fisiologico di una città come Monza – aggiunge ancora Colombo -, la terza città della Lombardia, a quel che avrebbe comportato la variante Mariani – Romani, cioè la cancellazione della quasi totalità delle aree libere e agricole monzesi, è esagerato perfino per una polemica dai sapori elettoralistici. Lo sanno bene alcuni degli esponenti che oggi animano l’attacco all'attuale amministrazione e che conoscono per filo e per segno la storia dell'urbanistica monzese. La legittima polemica non può essere fuorviante fino al punto di mischiare tutto indistintamente, perché significa - conclude l'assessore - non voler cogliere la realtà delle cose e anche il cambio di passo che invece c’è stato sullo sviluppo equilibrato della città, sulle opportunità di creare nuova edilizia sociale, come dimostrano il progetto Cantalupo e quello della Ugo Forti, e nuove occasioni per creare nuovi posti di lavoro, come dimostra anche l’insediamento di Aruba, unico in tutto il nord Italia di uno dei principali internet service provider del nostro paese”.
Ufficio stampa del Comune