Le radici dell'8 marzo nella libertà della donna
L'origine della Festa dell'8 Marzo risale al 1908, quando un gruppo di operaie di una industria tessile di New York scioperò
come forma di protesta contro le terribili condizioni in cui si trovavano a lavorare.
Lo sciopero proseguì per diverse giornate ma fu proprio l'8 Marzo che la proprietà dell'azienda bloccò le uscite della fabbrica,
Un incendio ferì mortalmente 129 operaie, tra cui anche delle immigrate italiane,
donne che cercavano semplicemente di migliorare la propria qualità del lavoro.
NON UNA FESTA QUINDI, MA IL RICORDO DI UNA TRAGEDIA.
Raramente, invece, si ricorda quando e come nasce in Italia la festa dell’8 marzo:
festa che, più precisamente, rinasce, dopo che il fascismo e la prima guerra mondiale l’avevano cancellata.
La prima volta , si svolge in una Roma da pochi mesi tornata alla libertà e alla pace,
mentre metà Paese è ancora impegnato in una feroce guerra
contro l’occupazione tedesca e la repubblica di Salò sua alleata e complice.
Molte donne, rompendo tradizioni e costumi millenari, sono con i partigiani,
in montagna e ovunque nelle città e nei piccoli paesi.
Partecipano a scioperi contro la guerra, la fame, la mancanza di combustibili.
Clandestinamente, sfidano gli occupanti portando mimose sulle tombe dei Caduti per la libertà.Vogliamo ricordare questo atto di nascita perché lì stanno le radici
di quei movimenti che lungo gli anni sono riusciti a conquistare la piena cittadinanza e tutti quei diritti civili
che hanno portato le donne ad entrare nella vita, almeno formalmente, con le stesse opportunità degli uomini.
Sottolineo “formalmente”, perché nella realtà quotidiana trovare lavoro, percorrere una carriera, crescere i figli
(e in molti casi persino decidere di metterli al mondo),
sono tornati ad essere ostacoli durissimi mentre i salari molto distanti da quelli ricevuti dagli uomini .Ciò che più allarma, è la persistenza di un’idea della donna come corpo e bellezza quale principale mezzo vincente per avere successo nella vita.
I modelli velenosi sparsi negli ultimi anni in ogni modo per convincere le ragazze che l’uso del corpo è il fondamento di ogni strategia
per farsi strada nella vita e ottenere rapidamente riconoscimenti e ricchezza,
sono penetrati profondamente nel costume, nell’inconsapevolezza della perdita di dignità e libertà che queste scelte comportano.L’ANPI, allarmata per l’incerto futuro che si prospetta alle giovani generazioni,
vuole ricordare a chi si appresta a progettare il proprio avvenire,
che la generazione protagonista della Guerra di Liberazione e della ricostruzione,
si trovò a fare i conti con macerie materiali e morali non meno pesanti delle attuali,
e che tuttavia riuscì a rimettere in piedi l’Italia attraverso un impegno personale e collettivo senza precedenti.E' con queste convinzioni che l'ANPI di Limbiate
ha collaborato con l'Amministrazione comunale
e con altre Associazioni con un preciso scopo:
ridare all'8 Marzo il suo significato originario.Un calendario fitto di iniziative alle quali ci onoriamo di invitarvi
che avrà come momento significativo l'incontro con la scrittrice Widad Tamimi
e la Mostra "Le donne nella Resistenza".Rosario Traina (Presidente ANPI LImbiate)