Caro direttore, non so se questa  lettera vedrà pubblicazione sulla carta stampata,  scrivere però  può essere un aiuto a superare in parte quel senso d'impotenza, che si é annidato in me nel  momento in cui ho deciso d'impegnarmi  in politica. Impotenza  per le obsolete barriere ideologiche e rancorose che bloccano ogni iniziativa coraggiosa,  seppur di grande valore per la comunità e che continuano a dividere anche in  circostanze di emergenza come quella attuale. 

Un impegno che ha comportato  grandi sacrifici sia in termini di tempo che di rinuncia alla mia vita privata e professionale, mosso dall'entusiasmo di portare la voce di quel tanto decantato mondo  da parte di tutti i partiti , che é poi quello del volontariato sociale. 

Decantato ma poco ascoltato e conosciuto e forse a volte anche "utilizzato" nel modo sbagliato. 20 anni di volontariato nei reparti  oncologici  (sono una sopravvissuta al cancro ) mi hanno fatto capire  quanto fossero  determinanti le scelte politiche ,sia  rispetto alla qualità della vita ma anche rispetto alla  morte. 

Si alla morte, perché  partendo dalla consapevolezza che il tempo a nostra disposizione é limitato ,si potrebbe dare a questo tempo, un senso logico e costruttivo  per un buon vivere.

 Tutto sarebbe molto più facile perché la politica non si perderebbe nel discutere  su chi deve occupare cosa , ma su chi  può fare qualcosa ... Il mondo del volontariato é sicuramente  un  modello da imitare, per ridare dignità alle istituzioni e alle scelte politiche,  in quanto é ben oltre le divisioni partitiche e di categorie e ha ben capito  che la vera risorsa economica é il tempo e non il denaro ....

 É un esempio di come si possa  stare insieme nella diversità delle singole esperienze  , di come il valore della vita superi ogni steccato ideologico, che per la comunitá della sofferenza é come una mina sotto ai piedi, perché accresce  l'incertezza, non solo per gli aspetti pratici del vivere ma per la  vita stessa ... 

 Se qualcuno oggi ,dovesse chiedermi in quale partito potrei riconoscermi, non saprei cosa rispondere, ma se dovessero insistere con la domanda , mi verrebbe  da dire  che potrei trovare conforto nel partito del buon senso , della concretezza e dell'etica. 

Ma potrebbe esistere una realtà così organizzata? Si, se il modello di riferimento  fosse fondato oltre che sulla concretezza e l'etica anche  sui principi della solidarietà  e sussidiarietà.  No, se l'esempio continua ad essere quello che giornalmente siamo costretti a subire, non ultimo l'uscita del  musicista  Battiato, che ha offeso non solo le donne, ma anche le istituzioni di cui é parte. 

 Per guardare al bicchiere mezzo pieno si potrebbe  pensare ad  una terza via,  ma comporterebbe una lucida ed umile analisi di autocritica da parte di tutti quelli che sono seduti nelle istituzioni in questo momento, e che sono solo impegnati a rimbalzarsi   la palla della cattiva politica  l'uno con l'altro   e a dare un triste e sterile spettacolo mediatico .

La terza via dunque , facendo un passo indietro, ripartendo  da quella fondamentale certezza che tutti dobbiamo morire e che nel momento in cui ciò avverrà , nulla potrà essere portato con noi ,  se non quello che siamo stati . 

Ho provato nella mia brevissima esperienza da Senatrice della Repubblica a piantare  un piccolo seme .... Chissà se la primavera lo farà germogliare : Utopia ? No , Speranza .

 Speranza che vorrei trasmettere a voi che mi leggete  poiché  é  solo attraverso di essa che si può continuare a vivere, ma che non può prescindere  dall'assunzione  di  responsabilità  da parte degli amministratori e  di ogni singolo cittadino . 

 

ANNA MANCUSO, ex senatrice di Futuro e libertà per l'Italia e attuale consigliera comunale a Monza di Insieme per Monza futura