Lavoro e sviluppo contro le mafie: raccogliamo la sfida!

 

Le mafie non sono solo violenza e condotta criminale, sono la holding più prolifica del nostro paese, che ha acquisito capacità imprenditoriali ed abilità finanziare.

Ma un modo per combattere le mafie c’è: il lavoro.

Occorre ridare vita alle aziende sequestrate e confiscate, valorizzando lo straordinario potenziale che hanno in dotazione. Per questo è necessario costituire una banca dati nazionale che ne tuteli la posizione di mercato, sostenere il percorso di reinserimento dei lavoratori, favorire la riconversione e la ristrutturazione aziendale e agevolare l’emersione dei rapporti di lavoro irregolari.

È importante, inoltre, incentivare la costituzione di cooperative dei lavoratori disposti a rilevare l’azienda oggetto della confisca e favorire, per gli stessi, un adeguato percorso di formazione e aggiornamento.

Tutti i cittadini maggiorenni, provvisti di un documento di riconoscimento, potranno firmare presso tutte le Camere del Lavoro d’Italia (elenco completo su www.cgil.it) e le sedi delle associazioni promotrici. Tutte le iniziative saranno segnalate suwww.legalitalavoro.it.

Una volta raggiunta la quota necessaria di 50.000 firme, la proposta sarà depositata al Parlamento, con l’obiettivo di sollecitare le forze politiche per una rapida approvazione.

Per discutere di tutto questo mercoledì 17 aprile alle ore 21 nella sede della CGIL di Monza - Via Premuda, 17 - è organizzata una tavola rotonda (vedi volantino allegato).

Monza, 10 aprile 2013

 

Buongiorno Monza

Un brusco risveglio sotto le pendici del Vesuvio

 

Nei giorni successivi agli arresti per l’operazione denominata “Briantenopea” - che ha portato in carcere 37 persone tra cui l’ex-assessore del comune di Monza Giovanni Antonicelli - si sono sprecate le dichiarazioni di stupore per il disvelarsi di una realtà considerata sorprendente.

In realtà erano diversi i segnali che lasciavano presupporre come la scarsa presenza del territorio della città di Monza nelle indagini che hanno riguardato l’ndrangheta in Brianza avesse come deduzione logica un accordo di spartizione del territorio che coinvolgesse altre organizzazioni criminali.  La triste conferma è arrivata con i recenti arresti. Un’organizzazione legata alla camorra campana dei clan dei Mariano e Gionta dedita, dice l’ordinanza, all’estorsione, rapine, truffa, usura, ricettazione, riciclaggio, utilizzo di banconote false, stupefacenti, armi, e per finire, reati contro la pubblica amministrazione. Proprio questi ultimi segnalano i legami con la politica e le mani sulla città. Quanto profonda e pervasiva sia questa presenza lo vedremo prossimamente: di certo la Brianza antimafia deve intensificare la propria azione.

Come nei territori  considerati ad alta presenza delle mafie anche a Monza si parla di voto di scambio. Si parla di pacchetti di voti, nell’ordine di qualche centinaia, garantiti al politico di turno in cambio di “favori” una volta raggiunto un incarico pubblico. Questo è l’aspetto più inquietante; basti pensare che essere in grado di governare alcune centinaia di voti significa essere un agente della politica, ed una volta incontrato il politico spregiudicato il connubio è esplosivo.

Il sodalizio con la politica ci consegna un territorio dove le politiche di governo sono spesso risultate inquinate da interessi particolari: diversi Piani generali del territorio sono sotto l’osservazione degli inquirenti che cercano di risalire agli intrecci criminali.

Non possiamo però limitarci alle letture postume della magistratura, non ci interessa la narrazione che si fa storia, a noi interessa prevenire, smantellare, rendere legale un’economia territoriale inquinata. Sconfiggere la crisi significa anche questo, minare alle basi quell’economia sommersa che drena risorse verso l’illegalità. Non possiamo permettercelo.

Tutti gli attori economici e sociali del territorio devono, con la stessa determinazione, denunciare e fare, uscire dal pantano e costruire gli strumenti per premiare, dentro la crisi, l’economia legale.   

In questa direzione va l’importante iniziativa di Legge popolare “Io riattivo il lavoro” per la gestione delle imprese sequestrate e confiscate alle mafie, su cui la Cgil sta raccogliendo centinaia di migliaia di firme.

E’ un’occasione imperdibile per un Parlamento che vuole recuperare fiducia dal popolo.            

Simone Pulici segretario CGIL MB