Identità analoghe e percorsi diversi

L’apertura della XXV edizione del Festival, offre uno dei più dinamici scenari internazionali, con una doppia proposta accattivante che mette in relazione, ad un giorno di distanza l’una dal’altro, un’icona del pop mondiale, inquieta e sensibile come SINÉAD O’CONNOR e un esploratore ai confini tra tradizione e contemporaneità quale è GORAN BREGOVIC.

Martedì 2 Luglio, il riaperto percorso nei rigogliosi giardini, amato dal pubblico per la visione che offre dello stupendo impianto architettonico della Villa, ora in pieno restauro e aperta per visite guidate, porterà gli spettatori al Teatro sul cui palco si esibirà, per l’unica data estiva italiana, SINÉAD O’CONNOR la raffinata protagonista del pop d’autore più controverso e amato, sempre in bilico tra rabbia e rassegnazione, il cui “HOW ABOUT I BE ME (AND YOU BE YOU)?”, ultimo disco più intenso e maturo è uscito nel 2012.

Dopo gli straordinari concerti tenuti a Venezia e Roma in primavera, torna per la prima volta al Festival di Villa Arconati, l’icona del pop che ha dimostrato di essere rinata e di essere più forte che mai, nel suo incontrastato ruolo di protagonista e simbolo del cambiamento della storia della musica pop europea a cavallo tra gli anni ‘80 e ‘90.

La cifra della sua energia e passionalità, la colloca nell’area della grande musica irlandese che, influenzata dalla forte matrice identitaria, ha sempre saputo coniugare radici con futuro, caratterizzando il successo dei musicisti irlandesi sulla scena internazionale, dal folk al rock.

Anche Giovedì 4 Luglio la cultura di un territorio e della sua tradizione, avrà modo di esprimere al meglio la sua influenza musicale, con quel formidabile cross-over che ha trasformato questa identità, a noi vicina culturalmente e geograficamente, in un progetto artistico di successo mondiale.

Con le radici nei Balcani, di cui e originario,e la mente nel XXI secolo, le composizioni di GORAN BREGOVIC mescolano le sonorità di una fanfara tzigana, le polifonie tradizionali bulgare, una chitarra elettrica e percussioni tradizionali dando vita ad una musica che ci sembra istintivamente di riconoscere e alla quale il nostro corpo difficilmente sa resistere.

Il suo è un atteso e gradito ritorno al Festival, dove i fronzoli barocchi della Villa fecero da curioso sfondo a una delle sue prime esibizioni, nel 1998.

Due radici profonde, dunque, ma con sviluppi molto diversi per l’irlandese pop e il moderno balcanico, ennesima riprova della capacità della musica di trasformare il legame iniziale tra culture di provenienza, in dialogo di successo per l’universalità del linguaggio musicale.

A celebrare la venticinquesima edizione del Festival di Villa Arconati, sarà un’installazione fotografica, realizzata da Angelo Redaelli fotografo ufficiale del Festival sin dal 1991, visibile lungo il percorso nei giardini che porta al Teatro. Nella Sala del Cigno, verranno proiettate le immagini degli artisti che si sono esibiti nel corso dei venticinque anni. Proiezione a cura di Carlo Ferri.