Solo piste ciclabili a tutti i costi? La nostra associazione dice no, siamo ormai nell'epoca delle "corsie ciclabili"!
Non ci siamo rimangiati le nostre idee: questa è semplicemente un’evoluzione della mobilità ciclistica, fatta propria dalla FIAB e da MonzainBici. Dobbiamo andare al passo con i tempi e proporre soluzioni nuove, che assecondino esigenze sempre più sentite dai cittadini. Sono esigenze legittime che tendono ad una maggiore sicurezza nel muoversi in bicicletta, ma allo stesso tempo desiderano una città più lenta, più bella, piacevole, silenziosa e accogliente.
I tempi per la realizzazione di una ciclabile sono lunghi e noi abbiamo invece l'urgenza di accelerare i tempi di realizzazione di un sistema di mobilità ciclistica che metta in sicurezza chi sceglie la bicicletta come mezzo di trasporto. Le piste ciclabili andrebbero fatte, e anzi sono indispensabili, solo là dove non si può fare altrimenti, dove si affiancano a grosse strade di collegamento.
E quindi quello che necessita una città come Monza sono le corsie ciclabili, economiche, facili e veloci da realizzare. Una semplice separazione disegnata con la vernice sull'asfalto. Possiamo unire le piste ciclabili esistenti, sia con tratti di pista se necessario, oppure con una semplice corsia ciclabile, che unita alla moderazione del traffico ha il doppio ruolo di tutelare il ciclista e rallentare sensibilmente la velocità dei mezzi motorizzati, in modo che siano rispettati più facilmente i limiti di velocità cittadini troppo spesso ignorati.
Potremmo così facilmente unire gli spezzoni di ciclabili, la cui disgregazione attuale è pericolosa per il ciclista che si trova improvvisamente a contatto del traffico, dopo aver percorso un tratto sicuro, realizzando percorsi ciclabili che raggiungono i punti di interesse generale della città molto facilmente e in modo economico.
Sulle arterie di grande comunicazione saranno ancora necessarie le piste ciclabili, ma al di fuori di queste avremo creato, con la moderazione del traffico e le corsie ciclabili, degli spazi condivisi da tutti. Insomma una città molto diversa da quella in cui viviamo oggi, una città dove in modo naturale, con l'aiuto dell'amministrazione e la consapevolezza dei cittadini, si ridurrà il numero sia delle auto circolanti che ferme ad occupare spazio nelle strade.
Come afferma il presidente di Monzainbici, Giuseppe Piazza, "la mobilità ciclistica non si aggiunge, ma si integra al resto della mobilità".
Spesso basterebbe semplicemente copiare da altre città con esperienze analoghe che hanno dato frutti positivi. Senza prendere come esempio le solite città europee lontane da noi, ci sono comuni italiani che solo qualche anno fa si trovavano nelle nostre stesse condizioni ma che hanno saputo reagire a situazioni particolarmente negative: pensiamo a Milano, che pur non avendo una situazione idilliaca per la mobilità ciclistica sta sperimentando con successo tanti interventi indirizzati verso una maggior tutela della mobilità dolce, come le corsie ciclabili e i controsensi permessi ai ciclisti.
Quindi corsie ciclabili semplicemente disegnate, rifiutando l'idea che le corsie senza una separazione fisica possano essere poco rispettate.
Dobbiamo rinunciare all'idea che la segnaletica sia insufficiente a garantire sicurezza? Noi pensiamo che al contrario è venuto il momento, e crediamo che ormai ci sia la cultura giusta, per iniziare un nuovo percorso, non ci mancano né le possibilità, né l'intelligenza per uscire da comportamenti che per troppo tempo hanno condizionato le nostre vite.
Monza, come molte altre città, ha bisogno di una svolta decisa e radicale in tema di mobilità. Questo è il momento giusto.