Si fa presto a dire gran premio


Il classico appuntamento settembrino che si rinnova ogni anno pone ogni volta la questione autodromo sì-autodromo no. Il nostro movimento non intende esprimersi a favore o contro la presenza dell’impianto nel Parco di Monza. Riteniamo che il nostro ruolo sia un altro, con buona pace di chi ha recentemente inviato una lettera minatoria ai nostri consiglieri comunali. Il Movimento 5stelle ha a cuore l’interesse pubblico, sovrano e al di sopra delle parti, qualunque esse siano.

Cosa costa alla comunità monzese ospitare il circo della formula 1? Le spese accessorie – raccolta di rifiuti, servizio d’ordine sulle strade, fino alle imposte sull’immobile – sono voci a carico della nostra amministrazione comunale. Vorremmo che queste cifre venissero calcolate e rese note al pubblico in modo definitivo. E confrontate con il canone che la SIAS paga annualmente per l’affitto dell’area del circuito, che è tutt’oggi proprietà del nostro Comune (e di Milano). E, magari, con una seria stima delle entrate per il territorio.

Di più. Quanto costerà alla comunità l’intervento della Regione Lombardia che si appresta a coprire un buco di bilancio della società che gestisce la pista? Il tutto non con un finanziamento ad hoc ma attraverso l’acquisto di quote della SIAS. Come spiegarlo al comune cittadino che si trova di fronte a riduzioni e tagli in settori fondamentali come la scuola, i trasporti, la sicurezza, la sanità? L’ingresso di un ente pubblico tra gli azionisti di una società privata soggetta ad umori localizzati oltreconfine – Ecclestone e soci, i padroni della baracca automobilistica – è operazione rischiosa. Non solo: ne deriverebbero pericolosi cortocircuiti, come sempre quando la stessa figura è allo stesso tempo controllore e controllato.

Il dibattito tra chi è a favore della permanenza della pista e chi ne vuole l’allontanamento non può e non deve farci dimenticare la tutela e riqualificazione di quello che è il nostro bene più importante: il Parco. E non deve distogliere la nostra attenzione, l’attenzione del nostro movimento sempre rivolta al bene pubblico e alla sua corretta e proficua gestione. Il pensiero, va da sé, torna a quel Consorzio Parco e Villa Reale insediato ormai da tempo e che, a nostro parere, sta tradendo molte attese. Le recenti manomissioni dei Giardini della Villa Reale, causate dai lavori di restauro del Palazzo Reale e denunciate da tanti, chiamano in causa un ente, il Consorzio, che ha poca o nulla voce in capitolo sul progetto e sugli interventi che dovrebbero far rinascere il monumento. La stessa area dell’autodromo sembra essere a sua volta zona franca. Da qui la domanda: ci serve un ente, il Consorzio, monco di alcune prerogative che dovrebbero costituirne invece solidi e irrinunciabili requisiti? Un ripensamento sulle sue funzioni, e sulla sua stessa esistenza, va fatto. 

Monza non può rinunciare a prendersi cura in toto dei suoi gioielli più preziosi: Parco e Villa.